“Venite a casa mia, vi lascio la porta aperta, ho ucciso tutti”. Con questa telefonata al 113 avvenuta all’alba Mauro Agrosì stesso avvisa le autorità della strage appena compiuta: ha ucciso moglie, figlie e una volta agganciato si è tolto la vita. Una tragedia che scuote Cornigliano (quartiere del ponente cittadino di Genova).
Chi era Mauro Agrosì
Agrosì, 49enne, era un poliziotto in servizio presso il reparto Mobile di Bolzaneto. Il suo però era un ruolo tecnico, non operativo. Secondo fonti di stampa (Corriere della Sera) nulla avrebbe fatto presagire un epilogo del genere: nessun comportamento anomalo nell’ultimo periodo.
La lettera
Evidentemente, però, non era così. L’uomo ha lasciato – si apprende da fonti investigative – una lettera per spiegare i motivi del suo gesto. Si legge di “troppi problemi in questa vita”. Secondo Il Secolo XIX l’uomo avrebbe scritto, riferendosi alle tre donne della sua famiglia: “Preferisco portarle con me”.
La strage familiare di Cornigliano: le prime ricostruzioni
Il tutto avviene in una manciata di ore della mattina del 2 novembre 2016. Mauro Agrosì, che viveva con la sua famiglia in piazza Mario Conti a Cornigliano, avrebbe utilizzato la pistola d’ordinanza per far fuoco prima contro sua moglie, pari età. Poi, con lo stesso modus operandi, avrebbe esploso i proiettili contro le figlie di 14 e 10 anni. Per attutire il colpo, l’uomo avrebbe coperto la canna della pistola con un cuscino.
Una volta sterminata la sua famiglia, l’uomo ha chiamato il 113 per avvisare di quanto accaduto. Una volta agganciato, si è rivolto la pistola contro e l’ha fatta finita.
L’inquietante precedente
Tredici anni fa un caso analogo si registrò proprio a Cornigliano Ligure. Anche allora un poliziotto, l’ispettore Saverio Galloppo, uccise la moglie Assunta e i due figli (8 e 4 anni) e poi si tolse la vita. Era il luglio del 2003.
Per quanto inquietante la similitudine dei due casi, un particolare fa la differenza: in quel caso Galloppo si stava separando dalla moglie e non avrebbe retto lo choc della rottura.