Meme o non meme?

by Giulia Garzia
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 Una volta un cliente mi ha chiesto se “potevamo realizzare dei meme pubblicitari per Natale”, quando ho letto questa richiesta la prima volta, ho storto un po’ il naso, mi sono anche sentita più intelligente pensando: “vedi questo, ma che sta dicendo”. Beh, la verità è che questa strana richiesta in realtà non poteva essere più precisa. 

Stando al Social Media Trends Report per le proiezioni sui trend del 2021, i meme sono diventati ufficialmente il nuovo modo di comunicare. E quando si parla di comunicazione la pubblicità ci cammina a braccetto. Certo, se guardiamo agli anni passati la cosa è piuttosto evidente, dalle campagne elettorali, ai fatti di cronaca, ai Ferragnez, tutte le notizie più rilevanti degli ultimi tempi ci sono arrivate sotto forma di meme. 

Del resto il meme non se l’è inventato internet ma un biologo etologo di nome Richard Dawkins, il quale lo definì come il modo in cui le informazioni culturali si diffondono, un po’ come i geni trasmettono le informazioni di generazione in generazione, così un meme è un’idea o un comportamento che si diffonde da persona a persona all’interno di una Cultura.

Non sono tutti positivi e simpatici però, come tutte le forme di comunicazione, possono essere usati per influenzare la mentalità del pubblico, spingendolo a compiere determinate scelte, determinate azioni, tra cui anche il suicidio. Un esempio su tutti la triste vicenda di Tiziana Cantone.

Quindi nel 2021 non solo il meme sarà ormai realtà, ma bisognerà necessariamente “essere pronti a proteggere il proprio brand dai meme”.

Dai dati scaturiti dalla stessa analisi: “I meme sono molto popolari tra le generazioni più giovani, con il 55% della fascia demografica tra i 13 ed i 35 anni che inviano meme almeno una volta la settimana. Nell’ultimo anno questo dato ha registrato un’ulteriore crescita: le mention relative ai meme sono aumentate negli ultimi 13 mesi, passando da 19,8 milioni nell’agosto del 2019 a 24,9 milioni nel luglio del 2020 (+26%), con un picco di 28 milioni registrato nell’aprile del 2020. Gli utenti si sono rivolti ai meme per l’engagement e l’escapismo mentre si trovavano nel confinamento dovuto al COVID-19. Man mano che i meme diventano più popolari però è più probabile che diventino oggetto di usi illeciti. Con la disinformazione in aumento, i meme possono influenzare la mentalità dei consumatori. Molte di queste mention hanno avuto origine da forum altamente politicizzati e gli argomenti trattati sono stati COVID-19 (2,9%), l’economia (2,8%) e la politica (2%). Tutti gli argomenti altamente politicizzati rischiano di venire manipolati attraverso i meme. Nei prossimi mesi e anni, aspettatevi che i meme siano utilizzati maggiormente per persuadere i consumatori, sia su temi chiave come quelli appena citati, sia su quelli che potrebbero avere un impatto sul tuo brand.”

In definitiva ci servono delle regole da seguire. Per creare contenuti per i nostri brand che si prestino ai meme o per creare dei veri e proprio “meme pubblicitari”.

La prima regola è sicuramente tenersi aggiornati, sempre, devi conoscere il meme del momento per creare un contenuto collegato ad esso e coinvolgere la community incoraggiando l’engagement, con l’obiettivo di aumentare la vitalità del tuo brand. 

Condividere i contenuti creati dai clienti, assicurandoti di dare credito all’autore proprio per rafforzare il suo legame con il brand e allo stesso tempo incoraggiare gli altri utenti a creare a loro volta contenuti. 

Fare moltissima attenzione a cosa si pubblica, gli errori in questo campo sono facilissimi da commettere e la gogna mediatica è sempre dietro l’angolo. Prima di conoscere un meme assicurati di conoscere al 100% il suo significato! 

Tieni traccia anche dell’evoluzione del meme, più il trend cresce e più ci saranno ripercussioni e eventuali regolazioni, ricorda che i meme esistono ai limiti del copyright! 

E se hai bisogno di approfondire:

Qualche lezione sul tema

Fonte: https://www.talkwalker.com/

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