Aumenti in bolletta di corrente elettrica e bufale su Whatsapp, tutto quello che c’è da sapere

by Redazione
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In questi giorni in tantissimi avranno ricevuto sul proprio smartphone preoccupati e arrabbiati messaggi Whatsapp legati a un rincaro sulla bolletta della corrente elettrica che si aggirerebbe tra i 30 e i 35 euro per pagare i debiti dei morosi accumulati negli anni passati. L’invito di chi invia il messaggio è quello di non pagare questa cifracompilare bollettini vuoti con importi calcolati sulla base di non si sa bene cosa e addirittura in queste ore circola una sorta di documento da compilare.

Aumenti in bolletta elettrica, quanto c’è di vero?

Di vero c’è qualcosa, ma il resto è una bufala montata ad arte. Per fare chiarezza ci avvaliamo della competenza dei membri della Federconsumatori Campania. Le morosità, in effetti, verranno scaricate sugli attuali utenti in funzione di una sentenza del Consiglio di Stato (2186/2016). Esiste una delibera di Arera, Autorità per l’energia elettrica e il gas, che prevede che questo debito (che non è sottovalutabile) sia distribuito tra i pagatori in una voce della bolletta che non è correlata al consumo effettivo e che non verrà direttamente incassata dal gestore di energia.

Quello che non è vero è che gli aumenti saranno presenti già dalla prossima bolletta. Per almeno un anno questi aumenti non saranno in bolletta, dichiarano da Arera, e questi tempi potrebbero allungarsi ulteriormente.

“Il provvedimento – spiegano da Federconsumatori Campania – non è stato ancora emanato, pertanto gli aumenti registrati non sono relativi in alcun modo al recupero della morosità, bensì all’ultimo adeguamento tariffario ad opera dell’Autorità”.

E il messaggio di aumento su Whatsapp?

Il messaggio che circola in queste ore su Whatsapp è chiaramente una bufala. “Pensare di pagare le bollette dell’energia elettrica – avvisa Federconsumatori Campania – sottraendo la voce oneri generali di sistema pone la fornitura a rischio distacco”.

Ma è giusto?

L’Arera non aveva scelte, in funzione della sentenza 2186/2016 sopra citata. Quel che è certo è che le associazioni di categoria si stanno muovendo per vie legali. In fase di consultazione, Federconsumatori presenterà le proprie proposte, tra cui quella legata al recupero delle morosità.

“Per recuperare le somme dovute dagli utenti morosi – si legge in una nota – è necessario agire con gli strumenti appropriati, attraverso un’azione di recupero mirata. È opportuno sottolineare, in tal senso, che stando ai dati dell’Autorità per l’energia, le utenze che risultano morose sono in larga parte relative alle piccole e medie imprese. Proprio per questo appare ancora più assurdo ed improponibile far pagare ai cittadini i costi a cui le imprese non riescono a far fronte. È opportuno valutare le situazioni di morosità, disponendo le opportune misure per i casi di morosità incolpevole e di povertà energetica che, sempre più spesso, non riguardano solo famiglie ed anziani, ma anche giovani, specialmente studenti. Esistono già esempi virtuosi che prevedono una forma del tutto volontaria di solidarietà da parte di cittadini, imprese e fondazioni, per la costituzione di un vero e proprio Banco dell’energia per gli utenti in difficoltà”.

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