Un intero paese a lutto: San Salvatore Telesino saluta per l’ultima volta la sua Maria Ungureanu, trovata morta qualche giorno fa nella piscina di una struttura utilizzata per i ricevimenti. Del funerale di Maria si è fatto interamente carico il Comune. Nel piccolo paesino che conta 4000 anime bandiere a mezz’asta, serrande abbassate e attività sospese negli uffici pubblici.
La salma di Maria Ungureanu è arrivata, adagiata in una piccola bara bianca, intorno alle 10:00. Un passaggio nella chiesa dove la piccola faceva la chierichetta, uno degli ultimi posti dove è stata vista viva. Poi, i funerali in piazza Pacelli, dove sono stati rilasciati alcuni palloncini bianchi al cielo. Non siamo distanti dal luogo in cui Maria, nuda e annegata, è stata ritrovata.
“Per tutti noi Maria è un angelo – ha affermato il vescovo di Cerreto Sannita Michele De Rosa, a cui è stata affidata l’omelia – ora tutta la comunità ha il dovere di stare accanto alla famiglia”.
Il corteo ha attraversato il centro storico di San Salvatore Telesino (Benevento). In testa il parroco del paese Franco Pezone, il sindaco Fabio Romano e i genitori della vittima.
LE INDAGINI SULL’OMICIDIO DI MARIA UNGUREANU
Non si ferma il lavoro degli investigatori per far luce su cosa sia accaduto a Maria quella tragica sera. Sul registro degli indagati resta ancora il solo nome di Daniel Petru Ciocan. Sulla posizione del 21enne, conoscente della famiglia Ungureanu, si concentrano le indagini. Daniel Ciocan, ricordiamo, è stato in compagnia di Maria quella sera: si era offerta di accompagnarla a fare un giro in auto ma stando alla sua versione l’avrebbe anche riaccompagnata all’esterno della chiesa di San Salvatore. Avrebbe dei testimoni che avrebbero visto la bambina scendere dalla sua auto, a conferma della sua versione.
Si attendono i dati delle rilevazioni scientifiche dei Ris e quelli che arriveranno dalle relazioni dei medici legali, nella speranza possano fornire utili indicazioni per la risoluzione del giallo. Per il momento Daniel Ciocan resta indagato in stato di libertà, mentre i legali delle due parti in causa (indagato e famiglia della vittima) si scontrano sul cellulare dell’uomo. Per la difesa, l’apparecchio telefonico sarebbe stato acceso e funzionante a lungo dopo il delitto; sostengono l’esatto contrario gli avvocati degli Ungureanu per cui il sospettato sarebbe stato irreperibile per tutta la notte.