Ha un nome il terremoto giudiziario che si è abbattuto violentemente in queste ore su Napoli e Caserta: è “The Queen“. Un’indagine che ha portato all’arresto di 66 persone e altri tre destinatari di ordinanze di custodia cautelare ritenute a vario titolo coinvolte nell’erogazione di fondi e nell’assegnazione di appalti pubblici che sarebbero stati pilotati a favore di aziende, alcune legate all’universo imprenditoriale-criminale riconducibile alle fazioni Zagaria e Schiavone-Russo del clan dei Casalesi.
Un impressionante numero di presunti colletti bianchi in grado di influire in maniera determinante sull’assegnazione dei lavori pubblici: ci sarebbero tecnici, professori universitari, politici e amministratori locali. Diciotto gli appalti sotto l’occhio vigile del “pool” di magistrati della DDA di Napoli e degli investigatori della Guardia di Finanza di Napoli (che stamattina ha eseguito le ordinanze di custodia cautelare). Lavori dei più svariati: si va dai cantieri alla Mostra d’Oltremare alla riqualificazione della storica Villa Bruno, passando per l’Adisu della Seconda Università degli Studi di Napoli, l’impianto crematorio del cimitero di Pompei, la nuova area archeologica di Alife.
Una storia di tangenti e corruzione che descriverebbe come la camorra abbia messo le mani non su una, ma su più città.
The Queen, come nasce l’indagine
Tutto sarebbe partito dalle indagini su una presunta tangente per l’assegnazione dei lavori di ristrutturazione di Palazzo Teti Maffucini. Storico luogo in cui è stata firmata la resa del Regno delle Due Sicilie poi annesso al Regno d’Italia, l’edificio di Santa Maria Capua Vetere – confiscato alla criminalità organizzata – avrebbe dovuto essere restaurato e restituito alla collettività. Un’opera per cui l’Unione Europea aveva approvato un investimento di circa tre milioni di euro, che non sono stati spesi nei tempi imposti proprio a causa di intoppi e rallentamenti legati alle presunte infiltrazioni della camorra, ingolosita da quei fondi.
Oltre a diventare fulgido esempio di come le cose non dovrebbero mai andare, secondo quanto rivelato oggi dagli investigatori il caso di Palazzo Teti Maffuccini potrebbe essere solo la punta dell’iceberg di un sistema o modus operandi ben più radicato.
Il presunto sistema La Regina
Personaggio chiave di questo presunto sistema è un professionista napoletano, l’ingegnere Guglielmo La Regina. Sarebbe lui, secondo le ipotesi degli inquirenti, la persona di riferimento a cui gli Enti interessati si rivolgevano affinché garantisse il finanziamento di alcune opere – grazie ai suoi agganci negli uffici regionali campani. Tra questi, ci sarebbe l’ex assessore ai Beni Culturali della giunta Caldoro, Pasquale Sommese. In cambio quest’ultimo avrebbe avuto soldi o sostegno elettorale (Sommese è attualmente consigliere regionale con Ncd).
Per pilotare gli appalti, La Regina avrebbe invece approfittato dei suoi agganci in alcuni Ordini professionali per far inserire nelle commissioni di gara alcune persone a lui vicine. “Tutto ciò – si legge nel comunicato emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli – in cambio di dazioni o di promesse di somme di denaro e di altre utilità in favore di Sindaci, funzionari degli enti appaltanti e dei commissari di gara” o “attraverso il conferimento di incarichi professionali in ulteriori procedure pubbliche”.
L’ordinanza nei confronti di Pasquale Sommese e il malore
Secondo quanto riportato dagli organi di stampa, Pasquale Sommese avrebbe accusato un malore quando si è visto recapitare l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. La sua condizione di salute in questo momento è monitorata. Si attende di capire come si evolva la situazione.
Sommese, ex assessore regionale al Turismo e ai Beni Culturali, ex Udc e attualmente consigliere regionale con Ncd, si è dichiarato estraneo alle accuse che gli sono nuovamente mosse già un anno fa, quando è trapelato un suo possibile coinvolgimento nell’inchiesta.
Gli altri coinvolti “eccellenti”
- Enrico De Cristofaro, il primo cittadino di Aversa (Caserta) è stato arrestato in merito ai fatti quando era alla Presidenza dell’Ordine degli Architetti casertano;
- Alessandro Zagaria, l’imprenditore, già in carcere per la questione Palazzo Teti Maffuccini, sarebbe sospettato di essere trade union tra gli esponenti politici e i clan di camorra;
- Claudio Borrelli, direttore dell’A.Di.S.U. della Seconda Università degli Studi di Napoli;
- Antonello Sommese, ritenuto factotum dell’ex assessore Pasquale Sommese;
- Claudio D’Alessio, ex sindaco di Pompei;
- la soprintendente archeologica Adele Campanelli, direttrice del Parco Archeologico dei Campi Flegrei;
- Daniele Marrama, presidente della Fondazione Banco di Napoli ai domiciliari per ipotesi di reato connesse alla sua attività professionale;
- Raffaele De Rosa, fratello dell’attuale sindaco di Casapesenna, protagonista di una polemica contro la stampa per un articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano a firma del cronista Vincenzo Iurillo;
- l’ex sindaco di San Giorgio a Cremano Domenico Giorgiano;
- Nicola D’Ovidio, sindaco di Riardo.
Tutti gli indagati avranno modo nelle prossime ore di chiarire, davanti agli inquirenti, la loro posizione.
Gli appalti nel mirino
Sono 18 in totale gli appalti finiti nel mirino:
- Completamento, manutenzione e adeguamento della Casa dello Studente dell’Adisu a Caserta;
- Il restauro della Torre Civica Medievale di Cerreto Vecchio e altre opere correlate;
- Lavori relativi alla rete idrica e all’area PIP di Casapulla;
- Realizzazione dell’impianto di cremazione del cimitero di Pompei;
- Lavori all’istituto Medi di Cicciano;
- Progettazione esecutiva e esecuzione dei lavori di intervento relativi al Parco delle Arti di Casoria;
- Realizzazione del museo archeologico dell’area flegrea all’interno della Mostra d’Oltremare e progetti di riqualificazione del parco naturale posillipino della Gaiola;
- Realizzazione e interventi vari per la nascita del museo archeologico d’Alife;
- Una serie di interventi e lavori relativi al progetto Le Porte dei Parchi tra Francolise, Alife, Rocca d’Evandro e Calvi Risorta (tutti comuni nel Casertano);
- Lavori di messa in sicurezza e restauro del Castello medievale di Riardo, nonché nello stesso Comune il progetto “La terra delle acque” e i lavori di restauro del polivalente;
- Lavori di ristrutturazione, telecontrollo e automazione degli impianti irrigui del comprensorio della Valle Telesina;
- Lavori per il completamento del restauro di Villa Bruno.