Piove sempre sul bagnato. E’ questo il detto che viene subito in mente pensando alla storia e a quanto sta accadendo a E. P., la cinquaseienne malata di leucemia che per curarsi avrebbe contratto al Secondo Policlinico di Napoli l’influenza aviaria, come riportato da Metropolis e Il Mattino.
L’INFLUENZA AVIARIA CONTRATTA DURANTE IL RICOVERO
La donna è stata ricoverata a metà aprile per essere sottoposta a una serie di trattamenti per rafforzare le sue difese immunitarie al Secondo Policlinico di Napoli. Secondo i parenti, la donna sembrerebbe essere stata ricoverata in una stanza dove poco tempo prima era in cura un paziente affetto da una grava forma di H1N1 cioè la conosciuta “influenza aviaria” contraendo in ospedale il virus che ora l’ha portata a trovarsi in gravissime condizioni, versando in stato di coma farmacologico e con prognosi riservata. Secondo questa versione dei fatti, l ’ospedale non si sarebbe attenuto al protocollo di “sterilizzazione” dell’ambiente, adeguando la stanza all’accoglienza di un altro paziente, dopo aver ospitato in degenza un malato affetto da questo tipo di influenza, che è contagiosa (anche eventualmente per coloro che sarebbero subentrati al suo posto nella stanza). Il paziente affetto dell’H1N1– secondo quanto ricostruito dai familiari in seguito alla scoperta che dalla donna era stato contratto il virus– sarebbe stato curato per questa patologia e in seguito deceduto, mentre E. P. è stata ricoverata nella stanza circa una settimana dopo. Dopo qualche giorno, una volta ricoverata, la signora ha iniziato ad accusare sintomi di un’influenza comune; le sono stati somministrati degli antibiotici ed è stata curata per la diagnosi di otite; ha iniziato i trattamenti immunologici ma la situazione ha cominciato a peggiorare, tanto da trasferirla nel Reparto di Rianimazione. Dai controlli è venuto alla luce che la donna ha contratto il virus H1N1 cioè l’influenza aviaria e la signora è stata quindi curata, indotta in coma farmacologico e “isolata”. I parenti hanno quindi cercano di ricostruire l’accaduto, venendo a sapere di quanto era successo al paziente precedente.