Referendum 17 Aprile 2016, il tanto discusso referendum sulle trivelle: tutto inutile, il quorum non è stato raggiunto.
Che raggiungerlo si trattasse di un miracolo, del resto, lo si era capito già durante la giornata con i dati provvisori sconfortanti per il fronte del “Si”. La cifra, secondo le prime proiezioni alla chiusura dei seggi, si aggirerà intorno al 30 percento, ben lontana dal 50% più uno dei voti necessario per dare alla risposta al quesito referendario valore giuridico.
Il “Si”, a questo punto inutile, che uscirà dalle urne non modificherà l’attuale norma che prevede che i giacimenti di estrazione di petrolio e gasolio in acque territoriali restino in concessione a chi li sfrutta fino all’esaurimento degli stessi.
Fatta eccezione per il referendum del 2011, quello dell’acqua pubblica per intenderci, non si raggiunge il quorum dai lontanissimi tempo del referendum sul divorzio. La Regione con più affluenza alle urne è la Basilicata, seguita a ruota da Veneto e Puglia.
REFERENDUM 17 APRILE, RENZI: “SCONFITTA DI ALCUNI…”
Dopo le polemiche dei giorni scorsi per dichiarazioni che erano considerabili come un invito all’astensionismo, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi aggiusta il tiro.
“Chi vota non perde mai, massimo rispetto per tutti gli italiani andati al voto, comunque abbiano votato”.
Poi, però, aggiunge:
“Il governo non si annovera tra i vincitori. I vincitori sono gli ingegneri e gli operai, lavoratori delle piattaforme. […] Ma gli sconfitti ci sono: sono quei consiglieri regionali e quei presidenti di regione che hanno voluto cavalcare questo referendum per esigenze personali. Per esigenze di conta interna da parte di qualcuno”.
Non manca la solita polemica social, questa volta a causarla è il #ciaone di Ernesto Carbone, segreteria del Pd. Un tweet mal digerito dal popolo della Rete e da quanti si sono sentiti presi in giro per la scelta di andare alle urne. È lo stesso Carbone a puntualizzare poi che il suo tweet era rivolto ai promotori del referendum.
