NESSUNO COME QUEEN MARY: IL TRONO GAY E LA SOCIETÀ CHE CAMBIA

by Redazione
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trono gay uomini e donne

Diciamo la verità: ammettere di guardare “Uomini & Donne” è una specie di coming out, un po’ come ammettere di essere iscritti a un sito d’incontri o di aver votato Berlusconi.

E nella società degli estremi, quella che demonizza la televisione, ma che senza televisione non riesce a stare, ammettere di guardare qualcosa di volutamente trash e sopra le righe è una bella prova di coraggio.

Fatto sta che è proprio sullo schermo televisivo che si giocano le partite più importanti per la formazione culturale del Paese, da oltre sessant’anni ormai. È con la tv che le persone hanno imparato a leggere e scrivere, hanno assistito ai conflitti armati del ‘900 e al terrorismo, hanno visto gli usi e costumi cambiare insieme alle immagini restituite dallo schermo.

Nell’ultimo decennio la protagonista assoluta di questo processo, con il benestare dell’elite radical chic, è senza ombra di dubbio Maria De Filippi, che arriva nelle case degli italiani raccontando la società che cambia, attraverso linguaggi e narrazioni di rapida comprensione. “Uomini & Donne” ne è esempio lampante.

Tutti conosciamo il format: un tronista (neologismo entrato addirittura nel dizionario italiano) deve scegliere il/la fortunato/a tra decine di corteggiatori, dando vita a una papabile relazione.

Al di là di quanto il programma possa essere reale, di quanto i personaggi recitino oppure siano veri, il dato di fatto è che le vite dei tronisti arrivano dritte negli occhi di milioni di persone.

Gente comune, casalinghe, studenti, disoccupati, ma anche professionisti e laureati, background culturali e sociali diversi e talvolta distanti, modalità di ricezione ed elaborazione del messaggio altrettanto differenti.

Una fascia di pubblico talmente ampia e variegata da determinare la longevità della trasmissione. Sulle spalle di Maria De Filippi grava una bella responsabilità da questo punto di vista, un onere che la regina della Tv nostrana ha saputo gestire al passo con i tempi e i cambiamenti della società.

Maria De Filippi ha portato per la prima volta su una rete nazionale (e nazionalpopolare) la quotidianità e, mi si conceda il termine, la normalità dell’amore omosessuale, introducendo il trono gay a “Uomini & Donne”.

In passato anche una rete privata partenopea aveva lanciato un’iniziativa interessante in tal senso con “Made in Love”, in onda però soltanto su territori molto limitati. Il discorso sulla tv nazionale è diverso. La normalità di questi ragazzi, assolutamente fuori dall’etichetta di macchietta o freak che spesso è associata al mondo gay, è finalmente arrivata sugli schermi di quella gente comune tenuta per mano da Maria De Filippi che, in questo modo, sembra dire loro “Non c’è niente di sbagliato in tutto questo, garantisco io”.

Garantisce anche l’intervento in trasmissione tramite rvm della Senatrice Monica Cirinnà, autrice della tanto attesa legge sulle Unioni Civili, segno di un’Italia che cambia, raccontata proprio dalla televisione. Garantisce anche l’emozione suscitata dopo la cosiddetta “scelta” di Claudio, il tronista, che ha commosso nonne, nipoti, mamme e figlie, stando a quanto si legge su tutti i social network, proprio come accade per le scelte etero.

I commenti omofobi ormai non fanno quasi più notizia, danno soltanto fastidio, ritenuti fuori luogo in un contesto volto decisamente ad un nuovo e più coerente riequilibrio della normalità. La strada tracciata, inedita per questo tipo di trasmissione e relativo pubblico, segna una svolta nella storia della televisione, per quanto il programma dia adito a polemiche e critiche non di certo lusinghiere.

Maria De Filippi non ha fatto altro che tradurre in un linguaggio più accessibile anni e anni di lotte contro la discriminazione, contro il pregiudizio e l’omofobia, senza pretendere troppo salti di comprensione da un pubblico accusato spesso di non avere gli strumenti adatti per i cosiddetti “programmi di qualità”.

Ecco, gli italiani hanno da sempre bisogno di qualcuno che gli dica cosa sia giusto o sbagliato. E dopo il trono gay di “Uomini&Donne”, non possiamo far altro che ringraziare Queen Mary: chi avrebbe mai detto che il trash potesse portare un po’ di civiltà in questo Paese?

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