Un malore, i soccorsi arrivati – secondo gli ospiti del centro di prima accoglienza di Cona (Venezia) – in estremo ritardo, la morte della donna. Poi, la rivolta. Una situazione rientrata solo nelle scorse ore dopo l’intervento di polizia e carabinieri. Venticinque operatori sono rimasti bloccati nella struttura a lungo, prima di essere liberati. Ma procediamo con ordine.
La morte di Sandrine Bakayoko
La vittima, come riporta Repubblica, si chiama Sandrine Bakayoko. La donna, di origini ivoriane, era ospite del cpa di Cona e attendeva l’asilo politico. Sarebbe il ritardo nei soccorsi ad aver innescato la miccia che ha fatto esplodere la protesta. Dal canto suo, l’ospedale Piove di Sacco risponde che l’ambulanza è giunta sul posto immediatamente dopo l’arrivo della segnalazione. In ogni caso, non è bastato a salvare la donna che medici e paramedici hanno trovato senza sensi riversa in uno dei bagni della struttura. Inutile il trasporto in ospedale: la donna è morta lungo il tragitto.
La rivolta nel cpa di Cona
Appresa la morte di Sandrine, scoppia la rabbia dei migranti ospiti della struttura. Roghi di scaffali e mobilio e proteste. Venticinque operatori del centro di accoglienza sono rimasti bloccati per ore nella struttura, e sono stati liberati solo nella notte dall’intervento delle forze dell’ordine. Al momento la situazione d’emergenza dovrebbe essere rientrata, non si hanno inoltre notizie di feriti.
Il cpa di Cona
Il centro di prima accoglienza di Cona, nel Veneziano, ospita circa un migliaio di migranti. Il cpa è ospitato all’interno di un’ex base militare a uso missilistico.