NOLA, AL COMUNE 63 FURBETTI DEL CARTELLINO – Video

by Gloria Esposito
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blitz anti assenteismo furbetti del cartellino nola

Ieri il Comune di Giugliano, oggi il Comune di Nola: non c’è pace per i furbetti del cartellino. L’operazione anti assenteismo messa in campo nelle scorse ore dai Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli ha portato alla notifica di 63 avvisi di garanzia. L’ipotesi di reato è truffa aggravata ai danni dello Stato e false attestazioni e certificazioni.

Si tratta praticamente di un terzo dei dipendenti comunali della struttura. Avvezzi – secondo le ipotesi dei militari dell’Arma e della Procura di Nola – a strisciare badge di altri o di andare al bar o a portare a spasso il cane durante l’orario di lavoro.

I furbetti del cartellino non sapevano che su di loro vegliavano (e registravano) gli occhi dei Carabinieri e delle telecamere nascoste.

Furbetti del cartellino di Nola, le indagini

 

Secondo quanto ripreso da alcune telecamere piazzate dai Carabinieri, infatti, ben un terzo dei dipendenti comunali di Nola avrebbe strisciato il cartellino per i colleghi assenti, sistematizzando il tutto grazie all’organizzazione di turni.

I furbetti, nell’orario di lavoro, si sarebbero dati – secondo quanto in possesso degli inquirenti – a varie attività tra cui il fare la spesa, passeggiare portando a spasso il cane, passare amabilmente il tempo a chiacchierare al bar.

Tutto ciò, chiaramente, in barba al rispetto della cosa pubblica.

assenteismo timbra badge comune di nola

Un frame del video dei carabinieri sul passaggio al marcatempo di più badge da parte di un singolo dipendente del Comune di Nola

Un’organizzazione vera e propria

Secondo le ipotesi degli inquirenti, quello di Nola era assimilabile a un vero e proprio sistema, con “turni” di firma. In alcuni casi, i dipendenti furbetti avrebbero firmato fino a 5 badge uno dietro l’altro. Il proprio, quindi, e quello di 4 assenti.

Imbarazzanti anche le immagini che mostrano alcuni dipendenti che dovevano essere al lavoro stazionare al bar o portare a far pipì al cane. Sono solo alcuni dei casi più eclatanti degli oltre 400 registrati dai carabinieri in questa lunga e certosina indagine. Indagine fatta di registrazioni nascoste ma anche di pedinamenti e appostamenti, che hanno permesso di accertare come i “furbetti” andavano a fare i fatti loro mentre magari a registro risultava che avrebbero portato un pc del Comune in assistenza.

 

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