Succede che la camorra, con le sue regole e le sue sicuramente non convenzionali commemorazioni, dimentichi il rispetto del patrimonio della città di Napoli.
Così Emanuele Sibillo, morto come un boss navigato ad appena 19 anni e rappresentante di quella generazione definita dai giornali baby boss (in un periodo in cui non sono mancati morti giovanissimi e paranze dei bambini) viene ricordato da un writers armato di bomboletta sulle mura della Basilica di San Paolo Maggiore.
Le immagini sono abbastanza chiare: una scritta nera – “Emanuele 17 Sibillo” a imbrattare uno dei monumenti ecclesiastici di maggiore rilievo della città partenopea.
Questo è stato trovato stamattina in piazza San Gaetano, centro storico di Napoli. Stamattina gli abitanti si sono svegliati con le scritte che si possono vedere nelle foto, in ricordo di Emanuele Sibillo, dell’omonimo clan, morto da latitante ad appena 19 anni, in un agguato che gli è stato teso da un clan rivale.
In settimana, sono arrivate 25 nuove condanne nel processo contro i baby boss e, contestualmente, minacce contro il pm Henry John Woodcock, che coordina le indagini insieme con il pm Francesco De Falco.
Gli abitanti del quartiere che abbiamo ascoltato prendono le distanze da quanto scritto sui muri e chiedono maggiore sicurezza.