IL VIAGGIO DEI WALLERALLY PER I RAGAZZI DI NISIDA

by Redazione
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Enrico Mango e Stefano Barone, due dei tre WalleRally nella WallaRella

Sono tre ragazzi caotici e un po’ pazzi, ma dalla loro hanno una perseveranza rara da trovare e un cuore d’oro: i WalleRally hanno messo in piedi un team napoletano che parteciperà al MongolRally.

Il MongolRally è una gara non competitiva abbastanza famosa fuori i confini nazionali, un po’ meno all’interno. Si tratta di un viaggio, con mezzi di fortuna e senza l’ausilio di qualsivoglia tipo di tecnologia (GPS e navigatori, per intenderci) che parte da Londra per arrivare a Ulan Bator e Ulan Ude, in Mongolia. Tempo massimo: 2 mesi. 20mila chilometri da percorrere, in un viaggio che passerà per Turchia, Iran, Kirghizistan etc.etc. Vincono tutti quelli che ce la fanno. I WalleRally partono il 12 luglio da Napoli alla volta della capitale britannica, per poi partire nella gara vera e propria. Proveranno l’impresa con una Fiat Panda 900 cc abbastanza vecchiotta, ma tirata a nuovo per l’occasione.

(video: Trevi Automotive e Livecode)

WALLERALLY E SOLIDARIETÀ

Enrico Mango e Stefano Barone, due dei tre WalleRally nella WallaRella

Enrico Mango e Stefano Barone, due dei tre WalleRally nella WallaRella

Ma i WalleRally hanno già vinto la gara di solidarietà. Con il loro entusiasmo hanno coinvolto nel loro pazzo progetto una serie di aziende e sponsor di ogni tipo. Di tasca loro, hanno versato 3000 euro a testa per cimentarsi nell’impresa. Attorno al fenomeno WalleRally però un foltio di entità, ognuna con il suo personale contributo al progetto. Tra l’altro, parliamo di un progetto al 99 percento Made in Napoli (pochi i partner fuori i confini campani, tra questi citiamo Trevi Automotive che è di Peraga di Vigonza).

Proprio per Napoli, o meglio per i ragazzi di Nisida, i WalleRally partiranno. Tra eventi pre e post avventura e viaggio stesso, i ragazzi stanno raccogliendo fondi e cercando di porre l’attenzione sui ragazzi del centro penitenziario minorile napoletano. L’obiettivo è quello di aiutare questi ragazzi, attraverso la promozione e il finanziamento dei progetti di reinserimento sociale, ad avere una seconda chanche.

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