Se 30 anni fa avessimo pensato di poter giocare con un videogame dalla grafica iper realistica o attraverso un visore per la realtà virtuale ad hoc, ci saremmo dati dei visionari da soli. Eppure lo sviluppo tecnologico ha permesso tutto questo, passando dall’8 bit al 4K e dalle console a cartuccia alle APP per dispositivi mobile, che consentono di giocare direttamente da tablet o smartphone a qualsiasi tipo di videogioco, dal simulatore di casinò a quello di guida o di volo. Il tutto nel giro di tre decadi. Già trent’anni fa, infatti, c’era stato un cambiamento non da poco conto. All’epoca si era ancora ancorati ai giochi in 8 bit, che normalmente giravano su console come il Sega Master System, l’Atari 7800 o il Commodore 64GS. Nomi che in molti videogamers appartenenti alle generazioni più recenti nemmeno hanno mai sentito.
A cavallo dei primi anni novanta è iniziata l’era dei giochi con grafiche a 16 bit. Il Sega Mega Drive fece scuola in questo senso: vedasi le saghe di Sonic o Street Fighter. Il produttore statunitense, poi, insieme al concorrente Nintendo, decisero di portare il videogioco anche fuori casa. Per questo motivo nacquero il Game Gear, firmato Sega, e il primo di una lunga serie di Game Boy. Si trattava di dispositivi portatili, antenati di quelli tascabili di oggi, che permettevano di giocare anche fuori dalle mura domestiche ai videogame più in voga del momento. Altro cambiamento fu il passaggio dalla cartuccia al Compact Disc, che iniziò a sostituire le cassette già su Sega Mega Drive e Neo Geo.
A cambiare completamente il volto del comparto videoludico, però, fu Sony nel 1994, con la messa a punto del primo modello di Play Station, destinato a diventare la console più venduta al mondo in tutte le sue evoluzioni. Grazie a PS1 si aprì l’era dei giochi in 32 o 64 bit, con titoli di assoluto successo come Tomb Rider o Crash Bandicoot, mentre Nintendo rispose con la versione Nintendo64 e con il primo dispositivo portatile a colori. Parliamo del Game Boy Color, che ebbe un successo straordinario soprattutto grazie alla serie Pokemon. In quel momento l’evoluzione del mondo dei videogames era arrivata al suo punto di non ritorno e la scalata fu vertiginosa. Passarono appena 6 anni e PlayStation arrivò al suo secondo capitolo, con giochi completamente rinnovati in 128 bit. Si inserì nel comparto videoludico per la prima volta anche il gigante americano Microsoft, che mise a punto la Xbox nel 2001, mentre Nintendo proseguì con l’evoluzione del Game Boy, con le versioni Advance e Advance SP.
Lo sviluppatore nipponico non rimase più solo dal 2005, quando Sony rilasciò PlayStation Portable, con la quale si entrò ufficialmente nell’era dei giochi 3D. Ma non solo, perché oltre a PS3 e Xbox 360, Nintendo fece un altro passo in avanti. Stavolta non a livello di grafica, bensì di coinvolgimento del giocatore, grazie alla Wii, console che permetteva agli utenti di controllare il gioco con i movimenti del corpo grazie al motion controller. L’ottava era, quella che stiamo vivendo tutt’oggi, è iniziata con la prima fase delle console next-gen (PS4, Xbox One e PC-Gaming), che proponevano giochi in full HD o 4K e Realtà Virtuale, molti dei quali presentati all’Electronic Entertainment Expo del 2018 a Los Angeles. Oggi PS5, Xbox S, insieme alla console ibrida Nintendo Switch, sono le realtà più importanti del mondo dei videogames, che si è evoluto ancora con i giochi in formato APP, che, come detto, ci consentono di usufruire di tutti i videogiochi più famosi al mondo in qualsiasi luogo o momento della giornata.
Computer foto creata da senivpetro – it.freepik.com