Trump: “Il Mondo si Unisca a Noi” e i missili sulla Siria

by Redazione
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Cinquantanove missili USA Tomahawk hanno colpito la Siria. Questa notte le testate sono state lanciate da due portaerei locate nel mar Mediterraneo indirizzate verso la base di Al Shayrat, da dove sarebbero partiti gli aerei dotati di armi chimiche utilizzate nella strage di Khan Sheikhun che ha portato alla morte di oltre 80 persone (tra cui 28 bambini).

L’attacco statunitense è partito alle 2:30 (ora italiana). Il presidente americano Donald Trump ha poi motivato così al mondo la scelta di lanciare l’attacco missilistico.

“La Siria ha utilizzato armi chimiche violando gli obblighi della Convenzione sulle Armi Chimiche del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – afferma Trump in uno dei passaggi chiave del suo statement – […] stasera ho chiesto a tutte le nazioni civilizzate di unirsi a noi per cercare di far finire questo spargimento di sangue in Siria e di sconfiggere il terrorismo di ogni forma e tipo“. Chiosa poi il discorso con “Dio benedica l’America”.

Il discorso del presidente Trump arriva mentre a Mar-a-Lago (in Florida) è in corso un vertice con il presidente cinese Xi Jin Ping. La scelta è stata presa senza l’autorizzazione del Congresso: una scelta legittima del Capo di Stato americano dopo gli attentati dell’11 settembre.

La Turchia intanto ha confermato ufficialmente nelle scorse ore che nella strage in Siria di Khan Sheikhun sono state usate armi chimiche, più precisamente gas cloro.

Missili USA in Siria, la risposta di Putin

Vladimir Putin (Wikipedia)

Vladimir Putin (Wikipedia)

“La Russia è stata avvisata dell’imminente attacco”, riferiscono fonti interne statunitensi. Ma la reazione del Cremlino è stata dura e non si è fatta attendere. Tramite un portavoce, Vladimir Putin ha dichiarato: “L’attacco viola la legge internazionale. Washington ha compiuto un atto di aggressione contro uno Stato sovrano“. La Russia ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Appoggio alla scelta americana arriva invece da Turchia, Gran Bretagna e Israele. Anche altri Stati hanno appoggiato il lancio di missili, mentre la Germania si è limitata a un “è comprensibile” (parole di Sigmar Gabriel, ministro degli Esteri).

La base colpita

La base di Al Shayrat è “considerata la seconda base aerea della Siria”. Sarebbe la base da cui sarebbero partiti gli aerei che hanno colpito con gas che attaccano il sistema nervoso e armi chimiche che hanno provocato la mattanza di Khan Sheikhun. Si conterebbero almeno 6 morti (secondo fonti di Damasco) e la base sarebbe quasi totalmente distrutta.

Attacco in Siria, la posizione italiana

“L’azione ordinata stanotte dal presidente degli Stati Uniti Trump è una risposta motivata a un crimine di guerra“. Queste le parole del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. “Contro un crimine di guerra il cui responsabile è il regime di Assad – continua – e le immagini di morte e sofferenza che abbiamo dovuto vedere nei giorni scorsi in seguito all’utilizzo di armi chimiche sono immagini che non possiamo accettare di rivedere”.

Nel ribadire che l’attacco statunitense è un intervento limitato e non l’inizio di un’escalation, Gentiloni ribadisce: “L’Italia è sempre stata convinta che una soluzione duratura della crisi siriana vada cercata nel negoziato“. Una posizione che, afferma il capo del Governo, è condivisa con gli altri leader europei.

Critiche arrivano dal Movimento 5 Stelle. “Gli attacchi scanditi nella notte dall’aeronautica Usa contro il territorio siriano rischiano di costituire una chiara violazione del diritto internazionale. Non solo, dimostrano per l’ennesima volta il reale valore che le potenze del mondo attribuiscono alle Nazioni Unite. Un valore nullo […] L’Italia resti fuori da questo Risiko”, affermano i gruppi pentastellati di Camera, Senato e Europarlamento.

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