“Uscire dal silenzio”, per abbattere quel confine labile ma essenziale tra amore e violenza

by Massimiliano Maurino
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Qual è il limite tra l’amore e la violenza? È un limite molto labile, quasi impercettibile. Quando si parla di violenza, spesso si fa riferimento a quella fisica, carnale.

Il possesso, la troppa gelosia, la limitazione della propria libertà, cose spesso viste dalle vittime (la quale la maggior parte non se ne rende conto subito) come “troppo amore”, “un eccesso d’amore” – ad esempio – e che spesso si nascondono nelle pieghe di una violenza psicologica, di stalking.

Ma anche sul lavoro ci sono spesso casi di violenza sulle donne, perché in fondo, non c’è una vera e propria parità di genere assoluta in campo lavorativo, basti pensare alla metafora del soffitto di cristallo dove il raggiungimento della parità di diritti, o l’avanzamento di carriera viene impedito per discriminazioni oppure – per esempio – a parità di posizione lavorativa, la donna percepisce uno stipendio inferiore all’uomo.

La violenza domestica, violenza delle donne sul lavoro, lo stalking, hanno in comune un fattore: il non detto, il silenzio. Molte non denunciano perché non sanno, perché hanno paura, perché denunciare e testimoniare porta a vivere nuovamente la violenza subita. Allora ci vuole coraggio. Perché di coraggio ce ne vuole davvero tanto per rompere il silenzio e trovare parole per dire il dolore, dire la vergogna, dire l’offesa.

Bisogna intervenire culturalmente, sia con gli uomini che con le donne – partendo dall’età scolare – per eliminare quello che è un retaggio culturale che ci portiamo dietro da troppo tempo, nonostante tutto. Bisogna dare gli strumenti giusti affinché questo non succeda più.

Questa mattina, presso la Fondazione Banco di Napoli, nella Sala Marrama è stato presentato il progetto “Uscire dal silenzio”, progetto ambizioso ma concreto, promosso presso la Masseria Antonio Esposito Ferraioli di Afragola (Na), bene confiscato alla camorra, dal Consorzio Terzo Settore che da anni si occupa di assistenza alle cosiddette fasce deboli, attuato dall’associazione Sott’e’ngoppa e finanziato dalla Costa Crociere Foundation.
Il progetto: coinvolge 10 donne, impegnate già in un percorso personale di fuoriuscita dalla condizione di violenza, le quali gestiranno un Gruppo di Acquisto Solidale su un terreno di 12 ettari confiscato a un’organizzazione criminale nel comune di Afragola. Il progetto, infatti, s’inserisce in un più ampio progetto di gestione del bene confiscato più grande della Città Metropolitana di Napoli denominato “Masseria Antonio Esposito Ferraioli” in memoria del cuoco e sindacalista di Pagani ucciso per mano mafiosa.

Il progetto ha come obiettivo quello di interrompere il circolo vizioso della violenza attraverso il lavoro e l’autonomia decisionale, intende dare uno strumento alle donne che vi parteciperanno per poter conoscere le opportunità di crescere personalmente e professionalmente, dare strumenti volti all’autoimprenditorialità al self-empowerment. Infatti, sono previsti dei percorsi formativi per l’auto-imprenditorialità e l’inserimento lavorativo, la realizzazione di una filiera corta solidale dell’agroalimentare, la produzione di prodotti agricoli di qualità buoni e giusti.

Costa Crociere Foundation ha scelto di finanziare il progetto “Uscire dal silenzio” insieme ad altri tre progetti (quindi 4 in tutto), su un numero elevato di progetti presentati, perché punta sull’empowerment (anche se il segretario generale della fondazione – Davide Triacca – preferisce parlare di riappropriazione, in termini di libertà, di luoghi, di vita) delle donne. Infatti lo stesso Davide Triacca dichiara che “l’accesso al mondo del lavoro è uno degli strumenti per permettere alle donne di riappropriarsi delle loro vite ed iniziare un vero percorso di autodeterminazione del quale esse stesse sono le protagoniste.”

Insomma “Uscire dal silenzio” non vuole essere uno slogan, ma un imperativo per dare valore e dignità alla donna.

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