Una rilettura della figura di Giovanna D’Arco di Noemi Giulia Fabiano, anche regista e attrice, che punta su una visione più laica nella quale distinguere la contemporaneità dell’eroina nazionale francese
Sabato 6 (alle ore 21.00) e domenica 7 (alle ore 19.00), al Teatro Bolivar (Via Bartolomeo Caracciolo, 30), diretto da Nu’Tracks, sarà di scena “La scintilla di Orlèans” di e con Noemi Giulia Fabiano, prodotto da BisLuck.
«L’immagine di Giovanna D’Arco, patrona di Francia, è oggi associata ad una santa perché nell’opinione collettiva l’innocenza dettata dalla sua condizione (vergine, giovane, non istruita, di umilissime origini) la ergeva a candidata perfetta per interloquire col Divino – spiega Noemi Giulia Fabiano, raccontando l’intento della sua opera –. Ho scelto di occuparmi di una rilettura della sua storia, puntando su una visione più laica nella quale distinguere la contemporaneità della donna: Giovanna, rappresentante anonima degli svantaggiati sociali del 1400, non aveva alcun mezzo per uscire dalla sua condizione di miseria. Ha trovato, però, uno stratagemma: servirsi di un megafono per amplificare la sua voce, uno sponsor, qualcuno decisamente più in alto di lei: Dio. In questo modo, lei avrebbe ricevuto ascolto e avrebbe combattuto per una libertà più grande: non una libertà personale ma la libertà di Orléans, della Francia, dai suoi oppressori. Così – continua l’autrice, regista e attrice -, nell’intento di non ridurre questo sforzo ad una mera cronaca storica, ho cercato di offrire la mia via terza, un ventaglio di aneddoti che riportassero alla luce la sua persona, al di là del suo genere. Perché La Scintilla di Orléans? Per dire qualcosa mi piace partire da lontano e osare la distanza, affinché le parole permettano un cauto avvicinarsi».
Siamo nel pieno della “Guerra dei cent’anni”, gli inglesi hanno il dominio di molti territori francesi e Giovanna non si dà pace all’idea di restare ferma in attesa che tutto intorno a lei venga dilaniato. Così si spinge oltre il proprio limite e dà una forma a questa urgenza, anzi le dà un nome (San Michele) e si auto-investe di una missione: salvare i francesi per volontà divina. Giovanna convince tutti della propria “chiamata”, tranne Haumette, la sua adorata amica di infanzia, e si unirà all’esercito francese dove conoscerà Gilles de Rais, il Duca D’Alençon, Jean D’Aoulon e La Hire: quattro soldati con cui iniziare a compiere il vero miracolo: farsi ascoltare.
L’intento è porre il focus sulla sua motivazione e non sulla sua vocazione. Ecco perché gli avvenimenti sono offerti allo spettatore come un mosaico di frammenti: confessioni di coloro che sono stati animati dalla sua scintilla, e che nel seguirla trovano in essa la propria, genuina, motivazione. Giovanna condusse vittoriosamente a soli diciassette anni, senza nessuna esperienza militare, le truppe francesi durante la Campagna della Loira, seminando 5 vittorie in pochi giorni, a fronte di otto mesi di assedio inglese.