L’esplosione che scuote la Russia si registra nel primo pomeriggio del 3 aprile: un ordigno esplode in un vagone della metropolitana di San Pietroburgo. Ad agire, secondo indiscrezioni riportate da tanti media internazionali, sarebbe un kamikaze di nazionalità russa ma di origini kirghise. Ci sarebbe anche un nome: Akbarzhon Jalilov, 22 anni.
Un secondo ordigno, “travestito” da estintore, è rimasto inesploso ed è stato disinnescato dagli artificieri. Era ben più potente e le conseguenze della sua esplosione potevano essere gravissime.
Almeno 11 i morti, oltre 40 i feriti di cui alcuni in condizioni gravi. Il bilancio ufficiale della Commissione nazionale antiterrorismo è arrivato in serata: sette vittime sono decedute in metropolitane, le altre in seguito ai soccorsi. Il presidente russo Vladimir Putin promette indagini a tutto campo, non si tralascia la pista di matrice islamica.
???????? #SaintPetersbourg Premières images d’un wagon, déformé par l’explosion. https://t.co/WgsSt132RZ #Russie pic.twitter.com/eNyEmnzBSK
— Actu17 (@Actu17) 3 aprile 2017
Gli attimi di terrore
L’ordigno è esploso in un vagone di un treno della linea blu della metropolitana di San Pietroburgo, nella galleria che fa convergere le due stazioni della”Tekhnologicheskiy Institut” e della “Sennaya Ploshad”. Panico, fumo, paura, schegge, il resoconto di chi ha vissuto quest’esperienza -assurda e ingiustificata – non può che essere al limite del surreale. In un primo momento, hanno spiegato gli artificieri, l’esplosione è sembrata causata da una bomba “artigianale probabilmente lasciato su un vagone prima della partenza del convoglio” mentre nelle ore successive il Comitato Investigativo russo ha individuato, appunto, una matrice terrostica. All’inizio la ricostruzione dei fatti è parsa non tornare: tanto dal fumo che si è innalzato dal sottosuolo che in un primo momento è parso che le deflagrazioni potessero essere due, invece la seconda bomba è rimasta invece inesplosa Ploshchad Vosstaniya, perchè è stata trovata e dinnescata in ore e ore di lavoro da parte degli artificeri.
“Il conducente ha preso la decisione giusta, quella di non fermare il treno, ma portarlo alla stazione successiva, il che ha consentito di iniziare prontamente l’evacuazione e fornire assistenza ai feriti. Ciò ha contribuito a prevenire un numero di vittime più pesante” ha spiegato un referente della Polizia.
Mentre esplodeva l’ordigno in metropolitana, Putin – il Presidente Russo – era in città per tenere un convegno; appena saputo dell’accaduto si è recato a deporre dei fiori per onorare le vittime.