BOLOGNA: AVVELENATA CON SODA CAUSTICA, CONFESSA IL COMPAGNO

by Redazione
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L'ospedale Maggiore di Bologna, dove è stata ricoverata la donna avvelenata con soda caustica

Avrebbe confessato di aver versato della soda caustica nella sua bevanda ed averla avvelenata: un 35enne potrebbe aver cercato così di far abortire la compagna al settimo mese di gravidanza o, peggio, di ucciderla. Lo riporta il Corriere di Bologna. Una storia di ordinaria follia che viene da Bologna, cominciata martedì scorso con il ricovero della donna 33enne all’ospedale Maggiore per forti spasmi e dolori lancinanti all’addome.

La compagna dell’uomo, incinta come dicevamo in precedenza, ha iniziato a star male dopo aver bevuto una bevanda gassata. In quella bevanda c’era della soda caustica, e inizialmente gli investigatori hanno pensato a una contaminazione accidentale, ma pian piano che le indagini sono andate avante questa tesi andava crollando e la strada dell’avvelenamento prendeva sempre più campo.

AVVELENATA CON SODA CAUSTICA, LE INDAGINI

La svolta nel caso di Bologna nella prima serata di giovedì, quando le indagini coordinate dal pm Di Giorgio hanno portato al fermo dell’uomo, dopo un lavoro definito dai media locali “incessante e senza sosta” da parte degli inquirenti. Il compagno, sulle prime, avrebbe parlato di un incidente, ma le indagini dei Nas hanno subito escluso questa possibilità: la bottiglia in questione non era stata né microforata né manomessa in alcun modo. Conclusione del Nucleo Anti Sofisticazioni, quindi, è che la soda caustica sia stata versata nella bevanda volontariamente; insomma, la donna sarebbe stata avvelenata volontariamente.

Le indagini dei carabinieri, dopo la conferma del tentativo delittuoso, si sono concentrate sul compagno della donna avvelenata con soda caustica, la cui versione secondo fonti accreditate è da sempre sembrata incongruente. La confessione sarebbe arrivata nelle ultime ore dopo lunghi interrogatori e indagini a tappeto.

Ancora una volta, quindi, la violenza sarebbe riconducibile a un amore deviato. La coppia del caso di Bologna aveva una relazione da un po’, i due però non vivevano insieme. La donna era incinta al settimo mese di gravidanza: quando è arrivata in ospedale si è presa l’ipotesi di far nascere prematuramente il bambino. Nonostante indiscrezioni mediche parlino di netti miglioramenti e di un pericolo di vita probabilmente scongiurato, la prognosi non è ancora sciolta. L’uomo, invece, è ora accusato di lesioni gravissime.

 

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Nunzio 6 Giugno 2016 - 9:51

Mai stato a Bologna.

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