Il nome di Beppe Sala risulterebbe iscritto al registro degli indagati nell’inchiesta milanese sulle presunte irregolarità nell’assegnazione dell’appalto della Piastra, il più importante appalto – potremmo dire la base – dell’Esposizione Universale del 2015 di Milano.
Appreso da fonti di stampa della sua iscrizione al registro degli indagati, l’attuale sindaco di Milano ed ex ad di Expo ha annunciato la sua volontà di “autosospendersi” dalla carica di primo cittadino. Decisione che dovrebbe formalizzare in queste ore. Le sue deleghe andrebbero provvisoriamente alla vicesindaco Anna Scavuzzo. Sala ha espresso la sua volontà prima ancora di conoscere l’eventuale ipotesi di reato a suo carico, che stando sempre a indiscrezioni di stampa dovrebbe essere di concorso in falso ideologico e falso materiale.
L’indagine
Quella sull’appalto della Piastra è un’inchiesta “tormentata”, un braccio di ferro ricco di colpi di scena. Non più di un mese fa la Procura generale aveva sottratto il fascicolo alla Procura della Repubblica che, precentemente, aveva richiesto di archiviare la posizione dei 5 indagati. Una scelta evidentemente non condivisa: proroga di sei mesi e due nuovi iscritti al registro degli indagati (Beppe Sala e il costruttore Paolo Pizzarotti).
Gli altri nomi sono già noti: il presidente della Mantovani Piergiorgio Baita (la ditta che si aggiudicò l’appalto), i manager di Expo Angelo Paris e Antonio Acerbo e gli imprenditori Ottaviano Cinque e Erasmo Cinque.
I reati contest
Ma cosa c’è sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti? Un ribasso di circa il 42% rispetto alla base d’asta per aggiudicarsi i lavori della Piastra, fissata in 272 milioni; una retrodatazione, segnalata dalla Guardia di Finanza anni addietro; una serie di presunti illeciti nell’assegnazione dell’appalto; una curiosa trattativa al rialzo per poi poter terminare i lavori in corsa.
Tutte scelte che però – come si legge nella precedente richiesta d’archiviazione – sarebbero state dettate nell’esclusivo interesse di poter finire i lavori di Expo in tempo utile per l’apertura. Insomma, l’unico interesse dei coinvolti sarebbe stato evitare la figuraccia all’Italia intera.
Ma la Procura generale vuole scavare a fondo per accertare se qualcuno, in questa vicenda, abbia avuto un (illecito) tornaconto personale.
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(foto tratta dal sito di Beppe Sala)