“Questo referendum è una bufala, costituzionalmente legittimo astenersi”: piovono come un macigno sul dibattito sul referendum sulle trivelle le parole del Presidente del Consiglio Matteo Renzi.
“Non è un voto sulle rinnovabili“, ribadisce il Premier che, ricordando che il referendum è stato voluto “dalle Regioni, non dai cittadini” non vieterebbe nuovi impianti ma solo continuare a sfruttare quelli pre-esistenti, e chiuderli vorrebbe dire secondo Renzi la perdita di 11mila posti di lavoro e l’aumento delle importazioni da paesi arabi e Russia.
TRIVELLE, NAPOLITANO PER L’ASTENSIONE
Renzi definisce “magistrale” l’intervento dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, in un’intervista rilasciata a La Repubblica, ha definito l’iniziativa referendaria “pretestuosa e inconsistente” e, precedendo l’ex sindaco di Firenze, sostiene che “non si possono dare significati simbolici a un referendum che si esprime su fatti chiari”. “Non votare – afferma Napolitano – è un modo di esprimersi sull’inconsistenza dell’iniziativa referendaria”.
Le posizioni di Renzi e Napolitano hanno, come prevedibile, scatenato una serie di reazioni e contestazioni. Tra le più focose, tra l’altro, proprio alcune in seno PD. Il leader della minoranza Dem Roberto Speranza ritiene inaccettabile che sia proprio Renzi il capo “del partito dell’astensione“, mentre la presidente della commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi rivendica il “diritto-dovere” di tutti i cittadini di andare a votare. Critiche anche da destra.
Il M5S punta invece l’ex Presidente della Repubblica. “Napolitano è un motivo in più per andare a votare” twitta sarcastico Di Battista, mentre Luigi Di Maio ricorda: “I veri uomini delle istituzioni invitano alla partecipazione, sempre!”. Di Maio aggiunge: “Vogliamo un Paese in cui l’energia sia una risorsa, non un problema”.
A FAVORE DEL SI
Intanto in queste ore si intensificano in tutta Italia le iniziative di movimenti e associazioni a favore del sì. Tra questi, impegnatissimi WWF e FAI (Fondo Ambientale Italiano), mentre Greenpeace ha dato “voce ai monumenti” in diverse città dello stivale.