Nel cuore pulsante di Napoli, tra i vicoli vivi di storia e umanità di Piazza Sant’Anna a Capuana, nasce un nuovo spazio di incontro, riflessione e visione: il Napoli Social Fest. Il 4 e 5 giugno 2025, la città apre le sue porte alla prima edizione di un festival che mette al centro i temi della giustizia sociale, dell’inclusione e del reinserimento delle persone private della libertà.
Promosso dalla Cooperativa Lazzarelle – attiva da anni all’interno del carcere femminile di Pozzuoli – in collaborazione con la Cooperativa L’Arcolaio di Siracusa e la Onlus Rigenerazioni di Milano, il Napoli Social Fest rappresenta il momento culminante del progetto nazionale “Jail to Job”, sostenuto dalla Fondazione San Zeno e patrocinato dal Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II.
L’obiettivo del festival non è solo quello di parlare di carcere, ma di immaginare – concretamente – nuove forme di relazione tra istituzioni, territori e persone. La vera sfida, spiegano gli organizzatori, è quella di costruire modelli inclusivi e replicabili di reinserimento lavorativo e sociale per chi sta scontando una pena. Perché reinserire non significa solo offrire un lavoro, ma restituire dignità, costruire legami, riconoscere l’altro come parte di una comunità.
Il festival si propone dunque come uno spazio aperto e partecipato, dove la città può incontrare storie, esperienze e progetti che già oggi provano a cambiare le cose: cooperative che operano nelle carceri, imprese sociali, educatori, ex detenuti, ricercatori, studenti, operatori del terzo settore e cittadini. Tutti insieme, per immaginare un’idea diversa di giustizia: una giustizia che non esclude, ma che genera possibilità.
Il programma si articola in due giornate dense di appuntamenti, con dibattiti pubblici, laboratori tematici, presentazioni di libri, proiezioni e momenti performativi. Piazza Sant’Anna a Capuana diventa per l’occasione un’agorà contemporanea, dove discutere di lavoro in carcere, impatto sociale, formazione, imprenditoria etica, ma anche di arte, bellezza, relazione.
Tra gli ospiti previsti, figure del mondo accademico, magistrati, giornalisti, educatori e testimoni diretti di percorsi di reintegrazione riusciti. Il confronto si muove lungo linee diverse ma complementari: dalla dimensione istituzionale a quella comunitaria, dalla visione economica a quella culturale, dal carcere come luogo di pena al carcere come spazio di trasformazione.
Non mancheranno momenti più leggeri ma altrettanto significativi: concerti, reading, degustazioni a cura delle cooperative sociali che operano negli istituti penitenziari, tra cui proprio Lazzarelle, con il suo caffè prodotto “dentro e fuori” le mura.
La scelta di Napoli come sede del festival non è casuale. La città, con la sua ricchezza di contraddizioni e la sua capacità di rigenerazione dal basso, rappresenta un laboratorio ideale per riflettere su come la cultura e la società possano farsi veicolo di cambiamento. Qui, dove spesso il disagio si mescola alla bellezza, si può immaginare una nuova idea di convivenza.
Il Napoli Social Fest vuole dunque essere anche un invito: a guardare oltre i muri, a superare il pregiudizio, a immaginare una società capace di accogliere, di offrire seconde possibilità, di costruire ponti anziché barriere.
Il festival è gratuito e aperto a tutti: cittadini, studenti, professionisti, curiosi. Perché l’inclusione non è un concetto astratto, ma qualcosa che si costruisce ogni giorno – con scelte concrete, con politiche lungimiranti, con gesti quotidiani.
Per informazioni sul programma completo e sulle modalità di partecipazione è possibile consultare il sito ufficiale della Cooperativa Lazzarelle: lazzarelle.org.