In occasione dei due anni dalla scomparsa di Giulio Regeni, Amnesty International organizza in centinaia di piazze italiane flash-mob per mantenere viva l’attenzione e continua a lottare per ottenere giustizia e tutelare la dignità di Giulio, della famiglia Regeni, dell’Italia intera.
Alle 19.41, orario del suo ultimo messaggio, migliaia di candele saranno accese per fare luce su una storia inquietante, che ha strappato alla vita un ragazzo come tanti.
Sono ancora tanti, troppi, i misteri legati alla morte del giovane ricercatore italiano, malgrado siano trascorsi due anni dalla sua tragica scomparsa in Egitto. Una vicenda dolorosa con una trama ancora tappezzata da buchi e ombre che non permettono di trarre alcun epilogo su una morte così brutale.
Occorre fare un passo indietro, perché la storia di Regeni è strettamente intrecciata al quadro politico e sociale del Paese: Giulio, ancora studente universitario, seguiva con fascinazione le vicende legate alla Primavera Araba del 2011, che aveva predisposto il popolo egiziano alla rivolta contro il Presidente Mubarak. Si trovava già al Cairo nel 2013, come stagista per un’agenzia delle Nazioni Unite, quando il golpe delle forze armate proscrisse il presidente recentemente eletto, Morsi, permettendo la scalata al potere di al-Sisi. Nel 2015, alcuni mesi prima del ritorno di Regeni in Egitto, l’esercito dell’ormai Presidente al-Sisi compì un vero e proprio eccidio di massa, uccidendo in un solo giorno 800 sostenitori di Morsi. Fu una vera e propria debacle per la democrazia egiziana, ormai in piena crisi.
Il ricercatore italiano, quindi, si trovava al Cairo da pochi mesi per condurre indagini per il suo dottorato con l’Università di Cambridge: con l’intenzione di studiare l’evoluzione politica e sociale delle vicende egiziane, decise di concentrarsi sui sindacati indipendenti, ultimo lume di speranza per la libertà e la democrazia. Il 25 gennaio 2016 aveva appuntamento con un suo amico italiano vicino piazza Tahrir, incontro che non si svolse mai: nei meandri della metropolitana cittadina, Giulio scomparve.
Inizia qui la lunga serie di misteri, cospirazioni, depistaggi, messinscene, false accuse e insabbiamenti che gravitano attorno alla sua vicenda: il ritrovamento del suo corpo, nove giorni dopo, svela torture e violenze subite e racconta quello che, di fatto, è un segreto di Stato.
Giulio è stato ucciso, non si sa ancora il motivo. Una vicenda che continua ad interrogare le coscienze, perchè a due anni dalla sua scomparsa ancora non si riesce a trovare la verità nascosta dietro questo orrore: Giulio Regeni, allora, continua a morire ogni giorno, perché la sua storia non ha una fine degna di questo nome. “Venticinque gennaio 2018, due anni senza Giulio. Un tempo enorme per avere risposte sul sequestro, tortura ed uccisione del nostro caro Giulio”, dichiarano in un videomessaggio i suoi genitori.
Ricordare, stasera, è un dovere contro l’indifferenza. Non ci sarà pace, finchè non ci sarà risposta ad una domanda semplice, ma insidiosa: perchè?