Ecco perché la storia dei robot – bot di Facebook che hanno sviluppato un proprio linguaggio è una c***ata

by Nico Falco
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(nella foto, il reparto AI di Facebook a Menlo Park)

Allora, a Chicago ci sta uno che inventa i robot, che bell’ e ‘bbuono lo trovano scapezzato dal palazzo dove lavora. Pensano si tratti di omicidio e così arrestano Sonny, un Ns-5. Poi il resto ve lo vedete voi, il film si chiama “Io, Robot” e ci sta pure Will Smith che comunque è sempre simpatico.

Will Smith nel film fantascientifico "Io Robot".

Will Smith nel film fantascientifico “Io Robot”.

Il fatto dei bot di Facebook, invece, è tutta un’altra cosa.

In sintesi: gli scienziati del reparto ricerca sulle intelligenze artificiali di Facebook (che non vogliono sovvertire l’ordine mondiale vigente ma che elaborano sistemi per far sì che le Pagine aziendali si rapportino meglio con i clienti e automatizzino la vendita, nota del direttore) hanno elaborato due bot, Bob e Alice, programmati per rispondere agli utenti come se fossero umani, e li hanno messi faccia a faccia per vedere cosa apparavano.

Tipo Cleverbot e Doretta.

E hanno notato che questi parlavano sì tra di loro, come era previsto, ma che le loro risposte, seppur sconclusionate a tipo ‘mbriaco, sembravano seguire uno schema. Ed erano inutili per il rapporto con gli utenti perché non seguivano la lingua inglese.

Lo spiega meglio Dhruv Batra, professore alla Georgia Tech e ricercatore al Facebook AI Research (Fair).

“Per quanto l’idea che le intelligenze artificiali abbiano inventato un loro linguaggio possa suonare allarmante e inaspettata a chi non è del settore, è un aspetto molto noto e sul quale c’è una corposa letteratura da decenni”.

E spiega:

“In poche parole, gli agenti in ambienti dove si deve risolvere un compito, spesso troveranno modi non intuitivi per massimizzare la ricompensa. In secondo luogo la modifica dei parametri di un esperimento non significa che abbiamo ‘spento tutto’ e ‘scollegato le Ai’. Ogni ricercatore che conclude un esperimento fa esattamente la stessa cosa”.

Quindi i ricercatori, visto che i due bot hanno sbarellato, hanno cambiato i parametri.

Chest’è.

I due bot (e già chiamarli così è una forzatura) in questione erano un programma. Righe di codice. Apparivano così, come li vedete nella foto.

La conversazione che ha sconvolto il mondo. Delicatissimo il passaggio di "Balls to me to me to me"

La conversazione che ha sconvolto il mondo. Delicatissimo il passaggio di “Balls have zero to me to me to me”

Il massimo che avrebbero potuto fare è levarvi due diottrie con quel cazzo di bianco su sfondo nero.

O (come capitato e a distanza di giorni dalla nota ufficiale e sempre riprendendo fari dell’editoria mondiale come il Sun, sempre nota del direttore) dare ispirazione a qualche campione che tira fuori un racconto su Bob e Alice, i due bot innamorati che trovano un linguaggio criptato per amarsi, non farsi capire dagli umani e stronzate del genere.

Nessun robot umanoide, nessuna macchina che si ribella a chi l’ha creata, nessun tre leggi della robotica di Asimov, nessun “Hawking e Musk ci avevano avvisato e nessuno li ha dati retta e Renzi ke fa?!”. 

Per molto tempo i cyborg in grado realmente di pensare, o una cosa simile, saranno quelli con botulino in fronte e silicone nelle zizze.

E no, quando Andreotti si bloccò, non era perché era andato in crash Windows.

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