Ci sono figure che diventano simboli di un’intera città : la città di Napoli ne ha tante, dall’icona di San Gennaro alla musica di Pino Daniele passando per Eduardo de Filippo e così via.
Senza ombra di dubbio uno dei migliori rappresentanti dell’essenza della napoletanità è l’argentino Diego Armando Maradona che, senza forzatura alcuna, diventa il simbolo di un sentimento fortissimo come quello della rivalsa e che ancora oggi rappresenta le speranze del popolo napoletano sublimando millenni di storia nella forma contemporanea del tifo per la squadra di calcio della città.
Di Maradona se ne parla ancora oggi, dopo più di due anni dalla sua scomparsa; talvolta diventa un valido pretesto per raccontare storie che lo vedono solo marginalmente protagonista.
“Cazzimma e arraggia”, due sentimenti che indicano voglia di riscatto e determinazione nel raggiungere gli obiettivi, danno il titolo allo spettacolo andato in scena al Teatro Bolivar di Napoli sabato 28 e domenica 29 gennaio 2023; Dino e Totonno (Errico Liguori e Fulvio Sacco) sfiniti da 59 giorni di trattative però decisi a portare a casa il colpo del secolo, tentano (infine riuscendoci), l’acquisto di Maradona da parte del Napoli.
Lo spettacolo in atto unico, allestito sul palco con un tappeto rettangolare, una sedia ed una poltrona, un carrellino da bar sul quale i due giocano una partita a scopa con le carte napoletane, e dal quale prendono delle bottiglie di sangria che bevono avidamente tra brindisi continui, rassegnati al fatto che il caffè preparato da Totonno è imbevibile.
I due attori interpretano un dirigente del Napoli Calcio (Dino Celentano) e il capitano della squadra (Antonio Juliano alias Totonno, ex bandiera storica), facendo luce su quei giorni di cui nessuno effettivamente sa molto. Il duo riesce in circa un’ora di spettacolo a far sorridere con la formula sempre vincente di due napoletani immersi nello stesso contesto.
Dino e Totonno letteralmente in mutande, stremati da un lato dalle richieste del Barcellona che fa un gioco al rialzo e dall’altra parte incalzati dal presidente Ferlaino che da Napoli aspetta notizie e cerca di racimolare i soldi per l’acquisto, iniziano a rivestirsi con gli abiti sui quali erano seduti nella loro camera d’albergo a Barcellona alla prima telefonata del presidente Ferlaino – salutato con inchino e mano sul cuore – durante i giorni di quel lunghissimo calciomercato.
I dialoghi tra Dino e Totonno sono esilaranti e genuini, con Dino che indossa gli occhiali da sole per parlare al telefono, affermando che gli donino sicurezza in quanto persona molto timida, e la tallonite di Totonno che sembra talvolta invalidante, tranne in quei brevi momenti dove i due danzano presi dall’enfasi, per poi tornare a soffrirne.
I soldi per l’acquisto prima sembrano esserci e poi sembrano essere pochi; mentre aspettano, bevendo sangria e fumando (Dino) in continuazione i due si confessano, partendo dal fatto che per aumentare il loro budget e quindi le possibilità di un reale acquisto di Maradona, potrebbero disfarsi di alcuni oggetti a loro cari per una giusta causa.
Dino non intende rinunciare per nulla al mondo alla sua barca con la quale raggiunge Ischia per le vacanze, e Totonno nemmeno ci pensa alla vendita di una delle sue medaglie conquistate in carriera: la commedia è servita. Parlando del presidente Dino afferma che “prima è tifoso, poi presidente, poi ingegnere ed infine umano”, rimarcando l’assoluta volontà da parte di Ferlaino di portare Maradona a Napoli.
Tutto procede tra una telefonata del “cumpariello” (il procuratore di Maradona) che aggiunge altri due miliardi al prezzo del giocatore e la chiamata del presidente che, ormai senza risorse monetarie alle quali attingere, congeda i due dall’altra parte del filo con un solenne “fate voi” quasi a scaricare sui nostri la responsabilità della non riuscita dell’affare. Le cose si complicano quando lo spettro della vecchia signora, l’eterna rivale del Napoli, la Juventus, si materializza nella forma di una delegazione bianconera che è giunta nello stesso hotel dei due pronta a mettere le mani su Maradona, senza i loro problemi di budget!
Vedendo ormai svanire quel sogno Dino e Totonno decidono di farsi passare almeno un capriccio, visto che da 59 giorni sono chiusi in quella camera incollati al telefono ed esausti: dopo un rapido scambio di opinioni sulla moralità del gesto che si apprestano a compiere Dino, indossati gli occhiali da sole, chiama il concierge e si accorda per la visita di due escort nella loro camera.
Ma la sfortuna colpisce ancora: i due vengono informati che le signorine in questione non saranno disponibili per tener loro compagnia, in quanto la delegazione della Juventus che alloggia al sesto piano (due piani sopra Dino e Totonno) ha richiesto gli stessi servizi.
In un ultimo gesto disperato, sentendo il nome di Altafini, decidono di dirottare i loro sforzi verso l’acquisto di un altro calciatore, risparmiando circa 5 miliardi di lire e denigrando la futura carriera di Maradona con la stampa, con una telefonata in cui Totonno comunica alla stampa che “Maradona è finito” e che al massimo con quel solo piede col quale gioca avrebbe nel giro di due o tre anni terminato la sua carriera, alzando la voce nel tentativo di farsi ben sentire dai colleghi zebrati di due piani più sopra e comunicando l’acquisto da parte del Napoli di un calciatore diverso.
Tra battute e balletti liberatori, i due credono a loro modo di aver fatto un affare scansandosi il fosso di quel Maradona che tanto piaceva al presidente e risparmiando diversi miliardi di lire ma l’ennesima telefonata, da parte del procuratore di Maradona riapre di nuovo delle possibilità, in quanto il “cumpariello” comunica ai nostri che la Juventus si è defilata dalla trattativa per il campione Maradona e si è precipitata ad acquistare un altro giocatore, proprio quello di cui poco prima Totonno aveva parlato alla stampa, soffiando così al Napoli l’affare.
Dino e Totonno a questo punto si rendono conto che possono fare il colpaccio: svincolato da offerte della Juventus Maradona è disponibilissimo ed è pronto per essere afferrato dal Napoli.
È fatta! Diego Armando Maradona, il più grande calciatore di tutti i tempi è finalmente del Napoli, e da qui in poi il resto è storia.
Cazzimma&arraggia di Fulvio Sacco e Napoleone Zavatto con la collaborazione di Armando Pirozzi scorre veloce, senza mai annoiare o risultare banale con i due attori sul palco ottimi narratori di una storia che a suo modo ha dell’incredibile e del misterioso. Fulvio Sacco fa coppia perfetta con Errico Liguori comunicando anche con gli spettatori che assistono alla serata. Sempre a proprio agio nei rispettivi ruoli regalano al pubblico una commedia leggera ma dal significato profondo: l’intera città di Napoli ha riposto nelle mani di due dirigenti “sgangherati” il più grande affare del secolo, portare Maradona a Napoli. E loro ci sono riusciti, rendendo felici milioni di tifosi e scrivendo pagine fondamentali della storia del Calcio Napoli.
Un triplice inchino da parte dei due attori conclude la serata con un lungo e meritatissimo applauso a scena aperta.
Davvero complimenti per l’ottimo spettacolo.