Ong e organizzazioni criminali, cosa resta di questa polemica?

by Giulia Garzia
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Sono ormai giorni che, tra gli argomenti più caldi al centro del dibattito politico italiano, infuria la polemica sul rapporto (presunto) tra le Organizzazioni non governative che operano nel canale di Sicilia e le organizzazioni criminali dedite al traffico di clandestini.

In particolare, secondo il Procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, vi sarebbero legami, di non ben precisata natura, tra tali organizzazioni umanitarie e gli scafisti; a suo dire, non tutte le organizzazioni in questioni sarebbero mosse da scopi puramente solidaristici ed umanitari, ma che vi sarebbero interessi ben più rilevanti (senza che il magistrato abbia indicato la titolarità di tali interessi) affinché il nostro Paese veda un così elevato afflusso di immigrati.

carmelo zuccaro youtube

Il procuratore Carmelo Zuccaro in un fotogramma estratto dal canale YouTube di Live Sicilia.

Una dichiarazione insolita, che ha scatenato un vespaio di polemiche; polemiche e dichiarazioni che possono essere raggruppate in tre categorie.

La prima di queste tre categorie è rappresentata da coloro che da tempo sostengono (con argomentazioni e toni ben più coloriti) tali affermazioni e che hanno visto nelle parole del Procuratore Zuccaro una autorevole conferma alle loro tesi; in particolare questa è la posizione del vicepresidente della Camera Luigi di Maio, che ha peraltro parlato di “taxi del Mediterraneo” per descrivere l’attività delle Ong, in considerazione del fatto che le medesime non si limiterebbero alle operazioni di salvataggio, ma a vere e proprie operazioni di trasbordo di migranti già nelle acque territoriali libiche ed all’infuori di qualsivoglia situazione di pericolo. Particolarmente dura è stata anche la posizione di Matteo Salvini, che ha invitato il Presidente del Consiglio Gentiloni “a tirare fuori dai cassetti” il dossier predisposto dai nostri Servizi di intelligence che dimostrerebbero i legami di cui parlava Zuccaro.

Luigi Di Maio

Luigi Di Maio (foto: Facebook)

Curioso peraltro che a smentire quanto affermato da Matteo Salvini sia un leghista, Giacomo Stucchi, Presidente del Copasir (il Comitato Parlamentare di controllo dell’attività dei nostri Servizi di sicurezza) che ha affermato che al Copasir medesimo non risulta alcun dossier redatto dai Servizi italiani sulla vicenda. Più pacata è stata l’esposizione del Ministro degli Affari Esteri Angelino Alfano che ha dato “cento per cento di ragione” al Procuratore Zuccaro, invitando la Procura Etnea a proseguire nelle indagini.

matteo salvini

Matteo Salvini (foto: Facebook)

Sul fronte opposto vi è invece chi (in particolare sul fronte Pd e sinistra radicale) ha criticato aspramente le parole del Procuratore e soprattutto di chi sul fronte politico ne ha fatto uso. A dare forza alla tesi “negazionista” vi sarebbero le parole del Procuratore di Siracusa Francesco Paolo Giordano, secondo cui all’ufficio inquirente da lui diretto (ed impegnato come quello di Catania in diverse indagini sul favoreggiamento dell’immigrazione clandestina) non risulta alcun tipo di legame tra le Ong e gli scafisti.

Tra i due fronti, vi è invece la posizione del Presidente Gentiloni (“se vi sono legami tra Ong e scafisti, la magistratura indaghi”) e quella del Ministro della Giustizia Orlando, il quale fa evidentemente notare che, prescindendo da ogni strumentalizzazione politica, un Procuratore della Repubblica dovrebbe parlare attraverso atti, verbali e risultanze investigative.

Invece, lo stesso Procuratore Zuccaro ha affermato di non avere le prove di quanto esposto circa i rapporti tra Ong e scafisti, salvo poi correggere il tiro, dicendo di non avere “prove utilizzabili”, ossia che le sue affermazioni si baserebbero su alcune informative redatte dai Servizi tedeschi e olandesi che avrebbero intercettato comunicazioni satellitari tra gli scafisti e i responsabili delle imbarcazioni gestite dalle suddette Ong; trattandosi tuttavia di intercettazioni poste in essere all’infuori della disciplina ordinaria dettata dal codice di procedura penale, le risultanze delle medesime non possono utilizzate dall’autorità giudiziaria ai fini di alcun provvedimento.

Particolare che nella dialettica politica può essere poco rilevante: che sia o meno processualmente utilizzabile, quell’atto, quella conversazione, quella comunicazione esiste, ed è fisiologico che sia oggetto di discussione politica. Ben più rilevante è invece il particolare in questione nella dialettica giudiziaria: da un punto di vista giurisdizionale, tali prove è come se non esistessero. Ed allora un magistrato dovrebbe astenersi dal fare valutazioni sulla base di documentazioni che, da un punto di vista giurisdizionale, non esistono.

andrea orlando

Il ministro Andrea Orlando (foto: Flickr)

Ma sappiamo che in Italia il confine tra autorità politica e autorità giudiziaria è piuttosto labile, e se questo confine viene varcato, ben venga che il Ministro Orlando ne rammenti l’esistenza. Piuttosto felpata e diplomatica è stata la posizione della Santa Sede: l’Osservatore Romano ha ricordato come il sospetto di interessi convergenti tra scafisti ed organizzazioni non governative “non sembra totalmente privo di fondamento”. Cosa, nello specifico, risulti all’Osservatore Romano ed in generale all’autorità ecclesiastica, non è dato sapere.

Cosa resta di questa vicenda? Un nugolo di polemiche, di accuse reciproche, di audizioni di alti funzionari dello Stato da parte delle Commissioni parlamentari di Camera e Senato, finanche (si profila) l’avvio da parte del Csm di un’azione disciplinare nei confronti del Procuratore Zuccaro. Sullo sfondo, il silenzio del Ministro dell’Interno Marco Minniti, impegnato da settimane nel dialogo con il Premier libico Serraj e con oltre 60 capi tribù libici, dialogo culminato in un accordo siglato al Viminale il 2 aprile tra i capi tribù medesimi, e che dovrebbe teoricamente favorire il processo di pacificazione del territorio libico, con a cascata l’effetto di fermare le partenze di clandestini ed interrompere il business del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

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