Stampa senza barriere: ritorna “Imbavagliati” a Napoli nel nome di Ilaria Alpi

by Matilde Donnarumma
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Giovanni Izzo per imbavagliati festival inetrnazionale dil giornalismo civile terza edizione museo PAN Napoli 20 settembre 2017 copyright foto Giovanni Izzo

Ideato e diretto dalla giornalista Desiréé Klain, dal 20 al 24 settembre il PAN Palazzo delle Arti Napoli, che custodisce la Mehari di Giancarlo Siani simbolo dell’iniziativa, accoglierà, anche quest’anno, il Festival Internazionale di Giornalismo Civile “Imbavagliati”.

Prodotto anche quest’anno dall’associazione “Periferie del mondo – Periferia immaginaria”, promosso dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli in collaborazione con la Fondazione Polis della Regione Campania, è realizzato nell’ambito del “NAPOLINFEST- “Naviganti, Eroi, Poeti e Santi della Città“, progetto diretto da Luigi Necco.

Il Festival gode dell’alto patrocinio di Amnesty International Italia, del Comitato Regionale Campania per l’Unicef Onlus, della Federazione Nazionale Stampa italiana, dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, del Sindacato Unitario dei Giornalisti campani e di Articolo 21.

Il “Premio Siani” (in memoria del giovane cronista napoletano ucciso dalla camorra nel 1985, dalla scorsa edizione gemellato con “Imbavagliati”) sarà dedicato a Ilaria Alpi, la giornalista del TG3 assassinata 23 anni fa a Mogadisco insieme al cineoperatore Miran Hrovatin.

La terza edizione di Imbavagliati

Alla sua terza edizione, l’atteso Festival Internazionale di Giornalismo Civile “Imbavagliati”,  ideato per dar voce e tutelare i coraggiosi giornalisti scomodi che operano in nazioni dove la censura dittatoriale impedisce la libera espressione o dove il contesto sociale li pone in costante pericolo di vita, affronta per non dimenticare, attraverso le ‘voci senza paura’ dei testimoni, attraverso il ricordo dei giornalisti scomparsi vittime ancora in attesa di avere giustizia , attraverso focus, approfondimenti e interviste, dal 20 al 24 settembre al PAN, Palazzo delle Arti Napoli, un tema scottante e di importanza internazionale come la libertà di informazione e di stampa.

Muri e fili spinati – spiega la Klain – è il tema di questa terza edizione: dai muri materiali, che dividono paesi interi, a quelli ideologici. Il filo spinato è nell’anima delle vittime, che sono ancora in attesa di avere giustizia e di tutti coloro che hanno una coscienza civile. Il caso Ilaria Alpi non può e non deve essere chiuso, perché come recita il nostro slogan: ‘Chi dimentica diventa il colpevole”.

Un tema attualissimo e drammatico per un appuntamento che è internazionale per il livello dei partecipanti e per il peso dei temi affrontati, ma che sentiamo profondamente nostro – dichiara Nino Daniele, Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli –  un appuntamento nel quale la Città, si ritrova su uno scenario internazionale e partecipa come comunità, si fa soggetto culturale, civile e politico. L’Amministrazione comunale di Napoli promuove e sostiene questa iniziativa con particolare partecipazione: in un mondo nel quale muri, fili spinati e censure sono continuamente evocati, invocati o temuti, vogliamo che venga da Napoli un segno, e con esso l’impegno per un’altra idea di convivenza, di democrazia, di umanità”.

“Chi dimentica è colpevole – dichiara Paolo Siani, Presidente della Fondazione Polis della Regione Campania, fratello del giornalista ucciso – e per questo motivo da 32 anni puntualmente e con testardaggine ogni 23 settembre ricordiamo Giancarlo. Noi non vogliamo dimenticare e vi chiediamo di non dimenticare tutte le vittime innocenti della criminalità, specie quelle per le quali stiamo ancora aspettando giustizia, e noi aspettiamo fiduciosi che prima o poi giustizia arriverà per tutti.  Ilaria Alpi, che quest’anno vogliamo ricordare insieme a Giancarlo, così come facemmo lo scorso anno con Giulio Regeni, è una di queste. E comprendiamo tutto il dolore della mamma Luciana per aver perso una figlia e non essere riuscita a ottenere giustizia. E si è battuta e si batte con tutte le sue forze affinché gli assassini di Ilaria vengano presi e condannati. Solo così lo Stato è uno Stato credibile, se riesce a difendere i suoi cittadini onesti e punire i colpevoli”.

L’appello sarà lanciato il 23 settembre durante il convegno sull’importanza della scorta mediatica per i giornalisti minacciati, con Nello Trocchia, Sandro Ruotolo e Paolo Borrometi e la partecipazione di Giuseppe Giulietti (Presidente Federazione nazionale stampa italiana), Carlo Verna (giornalista Rai) e Claudio Silvestri (segretario del Sindacato Unitario dei giornalisti della Campania).

Il tema di questa terza edizione è Muri e fili spinati: muri intesi come censura, sia materiali che dividono paesi interi che ideologici e il filo spinato simbolo della sofferenza innestata nell’anima delle vittime.

A fare da prologo di “Imbavagliati” il PREMIO PIMENTEL FONSECA, lunedì 18 settembre ore 20, Basilica Santa Maria del Carmine Maggiore.

Il premio Pimentel Fonseca a Pilar Bardem

La manifestazione “Premio Pimentel Fonseca” che premia una giornalista o attivista internazionale distintasi nella difesa dei diritti, fa da prologo al festival internazionale, lunedì 18 settembre alle ore 20, nella Basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore di Napoli.

Il riconoscimento, conferito lo scorso anno a Djimi Elghalia, attivista per i diritti del popolo Saharawi, è dedicato, quest’anno, alla memoria di Eleonora Pimentel Fonseca, giornalista e giacobina napoletana, fondatrice del giornale “Monitore Napoletano”.

Giunta alla terza edizione, l’iniziativa, promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, e dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici con l’associazione “Periferie del mondo – Periferia immaginaria” rende omaggio all’impegno e al coraggio delle donne che si sono distinte nella professione giornalistica e nel mondo dell’attivismo.

La vincitrice Pilar Bardem

Il premio “Pimentel Fonseca 2017” è stato assegnato alla grande artista ed attivista spagnola  Pilar Bardem, sarà ritirato dal figlio, l’attore spagnolo Carlos Bardem, genio letterario della famiglia Bardem, fratello del premio Oscar Javier e di Mónica, lunedì 18 settembre, alle 20, nella Basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore di Napoli.

Vincitrice del Goya come migliore attrice non protagonista per il film “Nadie hablará de nosotras cuando hayamos muerto”, Pilar Bardem è nota per il suo impegno a livello internazionale nella lotta dei diritti degli attori, delle donne maltrattate e della popolazione del Sahara Occidentale.

Una famiglia, quella di Pilar Bardem, da sempre impegnata nella lotta per i diritti civili. Nel corso della premiazione, a portare la testimonianza del sostegno della madre a numerose cause sociali sarà proprio Carlos, che, insieme al fratello minore Javier (produttore di “Hijos de las nubes. La última colonia”, documentario sulle condizioni dei campi profughi Saharawi) e alla madre, è da sempre attivo nella difesa dei diritti del popolo Saharawi.

L’attivista ed attrice spagnola Pilar Bardem vincitrice del Goya come migliore attrice non protagonista per il film “Nadie hablará de nosotras cuando hayamos muerto”, per il suo instancabile impegno sociale presiede, dal 2003, presiede la fondazione spagnola AISGE (Artistas Intérpretes, Sociedad de Gestión), che si occupa di tutelare i diritti della proprietà intellettuale di attori, doppiatori, ballerini e direttori di scena e promuovere attività di carattere assistenziale tra i suoi soci; ha prestato il suo volto e dato il suo appoggio a innumerevoli manifestazioni e dichiarazioni di solidarietà nei confronti dell’Africa, dei diritti di gay, lesbiche, transessuali e bisessuali, e ha dimostrato una spiccata sensibilità verso le vittime del terrorismo e della guerra.

Durante la serata di gala per il Goya 2003, l’attrice, nel bel mezzo di accesi dibattiti che stavano avendo luogo in Spagna in merito alla guerra in Iraq, indossava insieme ad altri invitati una maglietta dallo slogan molto chiaro: «No a la guerra». Dopo la vicenda gli ospiti vennero espulsi dalla sezione e solo ventiquattro ore dopo, la Bardem si apprestava a presiedere l’associazione di Cultura contro la guerra.

Emblematico è il coraggio e la determinazione della Pilar che, da questo momento, ha partecipato a numerosi incontri e manifestazioni con altri protagonisti dello spettacolo, in lotta contro la discriminazione fra i sessi e in difesa delle sue convinzioni politiche.

Nel 2007, durante la quinta edizione del Festival di cinema e diritti umani di Donostia-San Sebastián, arriva il riconoscimento alla sua carriera personale in difesa della democrazia e della pace.

Nel 2012 nell’ambito di una conferenza europea, la famiglia Bardem, da sempre a fianco del popolo saharawi, si avvale del premio “Juan Antonio González Caraballo” per la vicinanza alla causa del diritto all’autodeterminazione della popolazione del Sahara occidentale.

In più di un’occasione, infatti, si erano fatti portavoce con le istituzioni per sollecitare un intervento del governo e dello Stato spagnolo nella lotta dei vicini saharawi: l’ex colonia spagnola, con la morte di Franco diventa di dominio marocchino, e i suoi abitanti – per sfuggire all’occupazione –  sono costretti, ancora oggi, a vivere in campi profughi nel lembo di terra che li unisce all’Algeria.

Ancora, nel luglio del 2017 l’attrice spagnola viene insignita del “Premio Cine, Ayuda y Solidariedad” promosso dall’Accademia del cinema spagnola, per dare impulso alle azioni solidali e ai valori umanitari dei cineasti.

Testimonial della serata Eugenio Bennato, che nel corso della cerimonia, riproporrà “Donna Eleonora”brano raramente eseguito in pubblico, scritto nel 1999 proprio in onore della rivoluzionaria Pimentel Fonseca, in occasione del duecentesimo anniversario della sua esecuzione. Con il cantautore interverranno: l’ensemble vocale Le voci del Sud, con l’interpretazione di “Per un Brigante” (omaggio a Carlo D’Angiò) e Anna Capasso (testimonial Unicef per l’Italia), che eseguirà un repertorio della musica classica napoletana.

L’accoglienza degli ospiti, in abiti storici, è curata dagli attori e registi Roberta D’Agostino e Gianni Sallustro con l’Accademia Vesuviana del Teatro. Gli abiti sono creazioni del costumista Costantino Lombardi.

Parteciperanno: Nino Daniele(assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli), Massimiliano Marotta (presidente Istituto Italiano per gli Studi Filosofici), Ottavio Lucarelli (presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania), e Claudio Silvestri (segretario del Sindacato Unitario dei giornalisti della Campania).

Inaugurazione “Imbavagliati”

mostra di “Giovanni Izzo per Imbavagliati” e ” Memoria Olvidada”

mercoledì 20 settembre

 Questa terza edizione del Festival “Imbavagliati” che avrà, quindi, come tema “Muri e fili spinati”: muri intesi come censura, sia materiali che dividono paesi interi che ideologici e il filo spinato simbolo della sofferenza innestata nell’anima delle vittime, aprirà, mercoledì 18 settembre, con un doppio appuntamento anche con l’arte come strumento per preservare la memoria presente e passata:  la mostra di “Giovanni Izzo per Imbavagliati” nella sala Foyer, a cura di Stefano Renna e con la collaborazione di Luca Palermo e “MEMORIA OLVIDADA”, l’esposizione video-fotografica di Giuseppe Klain nella sala Atrio, a cura di Pino Narducci Désirée Klain, donata al Festival a suggello di una collaborazione avviata con l’associazione “Periferie del mondo – Periferia immaginaria”.

 “Giovanni Izzo per Imbavagliati”

Con i suoi scatti Giovanni Izzo, senza nessuna forma di tutela e sostegno di una testata giornalistica, testimonia da anni il degrado sociale e ambientale di un territorio limite come Castel Volturno. Livenet ha già raccontato la sua storia con questo articolo di Gennaro Esposito.

La sua ‘libertà’ professionale spesso finisce per essere pagata a caro prezzo:  anche lui spesso ‘imbavagliato’ e costretto a un doloroso silenzio.

In questa mostra fotografica: “prostituzione, abusi edilizi, immigrazione clandestina, criminalità organizzata, sono immortalati nel bianco e nero di una fotografia in grado, così, di restituire tutta la drammaticità di un luogo dilaniato dall’illegalità diffusa”.

Interverranno sull’argomento: Désirée Klain (direttrice artistica di “Imbavagliati”), l’assessore Nino Daniele, Margherita Dini Ciacci (Presidente del Comitato Unicef Campania), Paolo Siani (Presidente della Fondazione Polis della Regione Campania), Ottavio Lucarelli (Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania), Claudio Silvestri (segretario del Sindacato Unitario dei giornalisti della Campania), e il giornalista Luigi Necco.

 “Memoria Olvidada”, l’esposizione video-fotografica di Giuseppe Klain

Attraverso documenti fotografici originali ed interviste, unendo magistralmente giornalismo e arte per preservare la memoria passata, Giuseppe Klain con l’esposizione video-fotografica “MEMORIA OLVIDADA” accende i riflettori sulla vicenda di un’intera generazione di italiani torturati, sequestrati e uccisi durante il regime dittatoriale nell’Argentina degli anni ‘70.

L’indagine trae spunto dalle storie di sei ragazzi “desaparecidos”, tra cui quella della napoletana Maria Rosaria Grillo, raccontata nel libro “El minuto” del PM partenopeo Narducci. La mostra sarà l’occasione per lanciare una petizione a favore del riconoscimento di una giornata in memoria di tutte le vittime italiane della dittatura militare di Videla.

Durante il vernissage ci sarà la performance live dell’artista egiziano Ammar Abo Bakr, che dedicherà un murales a Giulio Regeni, il 28enne ricercatore assassinato in Egitto.

“14 per non dimenticare”

14 per non dimenticare” è invece il nome dell’allestimento fotografico, organizzato dall’associazione “Studenti napoletani contro la camorra”, che si terrà nella sala Mehari. Gli scatti, di Greta Bartolini, raccontano i luoghi di vittime innocenti della camorra.

“Dagli attentati a Barcellona, alla jihad nel Maghreb: censure e inchieste tra le due sponde del Mediterraneo”

(giovedì 21 settembre, primo incontro)

Dagli attentati a Barcellona, alla jihad nel Maghreb: censure e inchieste tra le due sponde del Mediterraneo”: è l’argomento dell’incontro di apertura del Festival, che si terrà il 21 settembre alle 10 nella sala Pan, con l’intervento di Ignacio Cembrero, uno dei maggiori specialisti della questione maghrebina, e la partecipazione di Fatima Mahfud, rappresentante del fronte Polisario in Italia e del direttore del Corriere del Mezzogiorno Enzo d’Errico.

Ignacio Cembrero

Lo spagnolo Ignacio Cembrero discuterà del recente attentato di Barcellona e della Jihad nel Maghreb.

Ignacio Cembrero

Ignacio Cembrero

Per trent’anni corrispondente estero del quotidiano spagnolo El Paìs, Cembrero è stato costretto a licenziarsi a seguito della pubblicazione di un video di Al Qaeda in Maghreb, ritenuto dal governo marocchino “incitamento al terrorismo” e che in base a questo giudizio ha, quindi, utilizzato continue pressioni sul governo spegnolo.

Cembrero ha vinto numerosi premi, l’ultimo come “miglior corrispondente” conferitogli dal Club Internazionale della Stampa.

L’illustratore Fabio Magnasciutti, collaboratore dell’Unità e de La Repubblica, realizzerà in diretta un’opera artistica sul tema trattato.

“Bavaglio di regime: Venezuela e Turchia, giornalisti nel mirino”

(22 settembre, secondo incontro)

Un focus sulla censura e la persecuzione dei giornalisti da parte dei governi Maduro ed Erdogan è il tema del “Bavaglio di regime: Venezuela e Turchia, giornalisti nel mirino”: la censura e la persecuzione dei giornalisti dei governi di Maduro e Erdogan è il tema che sarà affrontato, il 22 settembre alle 10 nella sala Pan, con gli interventi di Tulio Hernandez (Venezuela), Fehim Taştekin (Turchia) e la partecipazione di Ottavio Ragone, direttore dell’edizione napoletana de “La Repubblica”.

Moderatore della conferenza sarà Marco Cesario, cronista dell’ANSA, specializzato sul Mediterraneo e il Medio Oriente arabo – musulmano. Le illustrazioni dell’evento saranno di Enrico Caria.

Tulio Hernandez (Venezuela)

Per anni è stato grande firma del quotidiano «El Nacional», ma di recente per le sue prese di posizione contro il presidente Maduro, Hernández, è stato costretto ad abbandonare il suo paese e a rifugiarsi prima in Colombia e poi in Spagna, dove tuttora vive.

Tulio Hernández

Tulio Hernández (HENRY DELGADO / EL NACIONAL)

Fehim Taştekin (Turchia)

Giornalista ed editorialista turco, per 13 anni al quotidiano Radikal a Istanbul e due al giornale HürriyetTaştekin ha perso ogni opportunità di collaborazione a causa delle pressioni che il governo turco esercitava nei confronti delle due testate. La polizia ha confiscato alcuni suoi libri, giudicandoli “prove di reato”, ma ma contro di lui non è stata mossa nessuna accusa ufficiale.

Marco Cesario, cronista dell’ANSA, specializzato sul Mediterraneo e il Medio Oriente arabo – musulmano.

Marco Cesario è giornalista professionista e scrittore. Dopo la laurea in filosofia all’Università di Napoli ed un Master in filosofia alla Sorbona di Parigi lavora per l’agenzia nazionale ANSA, al desk di ANSAmed. Ha collaborato per ResetDoc e Micromega (La Repubblica). Da Parigi scrive per Linkiesta, Pagina 99, The Post Internazionale, Imbavagliati.it e collabora per Radio Siani e per la TV americana Zoomin TV. Nel 2012 ha pubblicato un libro sulla censura in Turchia dal titolo «Sansür: Censura. Giornalismo in Turchia» (Bianca&Volta). Nel 2015 si aggiudica una menzione speciale al Concorso Internazionale Giornalisti del Mediterraneo di Otranto. Nel 2016 per il suo libro «Medin. Trenta Storie del Mediterraneo» (Rogiosi), si aggiudica il Premio di Letteratura Mediterranea Costa d’Amalfi Libri 2016.

Enrico Caria creatore delle illustrazioni

Enrico Caria è un registascrittore e giornalista italiano. Napoletano d’adozione, nel 2017, con L’uomo che non cambiò la storia, vince il Globo d’Oro per il miglior documentario. Esordisce come vignettista per La voce della Campania diretta da Michele Santoro. Disegna e scrive poi su Paese Sera, Lotta Continua, Il Mattino, Cuore, La RepubblicaL’Unità, Il Roma, L’Umanità, Il Manifesto, Il Fatto Quotidiano ed altre testate minori. Autore e inviato per Le Iene, per il grande schermo scrive e dirige commedie nere e satiriche, come il docufilm Vedi Napoli e poi muori.

 

“Muri veri e ideologici: l’America di Trump e muslim ban”

(prima conferenza di sabato 23 settembre, terzo incontro)

 “Muri veri e ideologici: l’America di Trump e muslim ban” è il primo dei quattro appuntamenti in programma per il 23 settembre.

Alle 10 del 23 settembre nella sala Pan si parlerà dell’America di Trump e del «muslim ban» con “Muri veri e ideologici: l’America di Trump e muslim ban”, l’argomento sarà trattato con l’intervento della giornalista iraniano-americana Negar Mortazavi, e le illustrazioni live di Riccardo Marassi.

Moderatrice della conferenza sarà Antonella Napoli, giornalista e analista di questioni internazionali.

Negar Mortazavi, giornalista iraniano-americana

Nata e cresciuta in Iran, Mortazavi, nel 2002, è stata costretta a trasferirsi in America per continuare gli studi. Nello show televisivo Voice of America Persian conduceva una rubrica giornaliera della durata di un’ora, nella quale discuteva dei rapporti degli iraniani con il mondo. Appare frequentemente su importanti canali TV quali MSNBC, BBC, PRI, New York Times, Al Jazeera, e sull’Huffington Post come commentatrice di cronaca irachena.

Negar Mortazavi

Negar Mortazavi

Antonella Napoli

Giornalista professionista, Antonella Napoli muove i primi passi nel mondo dell’informazione a Salerno. Studia e si forma tra Roma, Londra e New York. Dopo un’esperienza radiofonica e televisiva passa alla carta stampata, per poi approdare alla comunicazione politica. Presidente dell’associazione “Italians for Darfur Onlus”, è nel consiglio di presidenza di “Articolo 21” e membro dell’associazione “Giornaliste italiane unite libere autonome”. Si occupa da anni di diritti umani, promuovendo campagne, eventi e iniziative istituzionali. E’ coordinator per l’Italia della campagna internazionale Sudan 365. Scrive per Vanity Fair, La Repubblica e Limes. 

Riccardo Marassi

Riccardo Marassi lavora dal 1987 come giornalista grafico al Mattino. Inizia come vignettista con Paese Sera, poi collabora per l’inserto Satyricon di Repubblicail Manifesto, l’allegato de l’UnitàTango, e con L’Espresso. Dal 1987 al 1988 ha collaborato alla trasmissione “Big”, su Rai Uno, condotta da Piero Chiambretti e Daniela Goggi. Dal 1996 al 2016 ha pubblicato le sue vignette su Linus.

“Muri d’acqua: i naufragi politici in Libia ed Egitto”

(seconda conferenza di sabato 23 settembre, terzo incontro)

Muri d’acqua: i naufragi politici in Libia ed Egitto”, è il titolo della seconda conferenza del 23 settembre, che si terrà alle 11 nella sala Pan, con il giornalista Salah Zater (Libia) e l’artista egiziano Ammar Abo Bakr (Egitto). Moderatore della conferenza sarà Fouad Roueiha, responsabile per la Siria di “Osservatorio Iraq – Medio Oriente e Nord Africa” ed esponente del comitato “Kaled Bakrawi”.

Salah Zater (Libia) giornalista libico

Zater è un giornalista libico. Ha lavorato come reporter per la televisione Al-Aseema, realizzando numerose inchieste investigative sullo sfruttamento minorile, gli abusi sessuali, il traffico di droga e di armi, e la tortura. Organizza conferenze internazionali, che ospitano artisti, attivisti, scrittori e giornalisti da tutto il mondo che si occupano di libertà di stampa e diritti umani.

Salah Zater

Salah Zater

Ammar Abo Bakr (Egitto) artista egiziano

Noto muralista e artista egiziano, i lavori di Ammar Abo Bakr raffigurano la storia dell’Egitto, la cultura islamica e la rivoluzione egiziana del 2011. Alcune delle sue opere più importanti si trovavano a via Mohamed Mahmoud, vicino piazza Tahrir, dove è iniziata la rivoluzione del 25 gennaio. Le sue maggiori fonti di ispirazione sono i fatti di cronaca e le tendenze sociali.

Ammar Abo Bakr

Ammar Abo Bakr

Fouad Roueiha, responsabile per la Siria di “Osservatorio Iraq – Medio Oriente e Nord Africa” ed esponente del comitato “Kaled Bakrawi”.

Giornalista radiofonico, autore di trasmissioni, speaker e conduttore, Fouad Roueiha è project manager nell’ambito della cooperazione internazionale nel campo dei media. Traduttore di sceneggiature cinematografiche, interprete di conferenze pubbliche ed incontri istituzionali.

“Siani per Ilaria Alpi”

(terza conferenza di sabato 23 settembre, terzo incontro)

Siani per Ilaria Alpi”, il 23 settembre alle 18 nella sala Di Stefano, è l’appuntamento del Festival con il “Premio Siani”, la commemorazione in ricordo del giornalista napoletano de “Il Mattino” vittima della camorra, dalla scorsa edizione gemellata con “Imbavagliati”.

Quest’anno l’incontro sarà dedicato a Ilaria Alpi, l’inviata del TG 3 uccisa in Somalia 23 anni fa, a pochi passi dall’ambasciata italiana di Mogadisco, la cui morte attende ancora giustizia.

In programma un dibattito con la partecipazione dei giornalisti Nello Trocchia, Sandro Ruotolo e Paolo Borrometi, sul tema dell’importanza della ‘scorta mediatica’ per i giornalisti minacciati, sostenendoli con il rilancio delle loro inchieste, attraverso TV, radio, social e altri organi di stampa. Interverranno Carlo Verna (giornalista RAI),Giuseppe Giulietti (presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana) e Claudio Silvestri (segretario del Sindacato Unitario dei giornalisti della Campania).

Nello Trocchia

Cronista napoletano, Nello Trocchia è inviato della trasmissione Nemo in onda su RAI 2. Collabora con il Fatto Quotidiano, l’Espresso e occasionalmente con La 7Da agosto 2015 è sottoposto a vigilanza dei carabinieri per aver subito minacce da un boss di camorra a causa di alcune sue inchieste. Ha ricevuto il premio “Paolo Borsellino” e il premio “Articolo 21” per la libertà di informazione.

Sandro Ruotolo

Sandro Ruotolo inizia l’attività giornalistica nel 1974 con Il Manifesto e nel 1980 con la RAI, per la quale è corrispondente da Napoli per il TG 2 e per il GR 1. Lavora anche con Michele Santoro, con cui collabora alla realizzazione di diversi programmi televisivi. Nel maggio del 2015 viene messo sotto scorta per aver ricevuto minacce da Michele Zagaria, boss dei Casalesi, a causa delle sue inchieste sul traffico di rifiuti tossici in Campania.

Sandro Ruotolo

Sandro Ruotolo

Paolo Borrometi

Dal 2010 collaboratore de Il Giornale di Sicilia, nel settembre del 2013 Paolo Borrometi fonda la testata giornalistica di inchieste online www.laspia.it. L’attività del sito costerà a Borrometi, sin da subito, svariate minacce dalla criminalità organizzata ragusana. Il 16 aprile del 2014 verrà aggredito da incappucciati e l’aggressione gli provocherà una grave menomazione alla mobilità della spalla. Da agosto 2014, dopo l’incendio della porta di casa, vive sotto la scorta dei Carabinieri.

“Mai più soli!”

(quarta conferenza sabato 23 settembre, terzo incontro)

“Mai più soli” (in che modo è cambiata, negli ultimi 10 anni, la narrazione audiovisiva dei fenomeni criminali), alle ore 20, nella sala Di Stefano, è il tema del convegno.  La giornata dedicata al “Premio Siani” concluderà con la narrazione audiovisiva dei fenomeni criminali ormai declassati dai difensori della legalità.

Parteciperanno il vicedirettore di Rai fiction, Francesco Nardella, il presidente della FNSI, Giuseppe GiuliettiPaolo Siani (fratello di Giancarlo), alla guida della Fondazione Polis della Regione Campania.

L’incontro si aprirà, alle 20, con la proiezione, in anteprima nazionale, del trailer della pellicola/verità “Nato a Casal di Principe”, tratta dall’omonimo libro di Amedeo Letizia, per la regia di Bruno Oliviero, che prenderanno parte al dibattito con il protagonista Massimiliano Gallo. Dopo il debutto fuori concorso al Festival di Venezia, il film porterà sul grande schermo la storia del fratello di Amedeo, Paolo Letizia, ventunenne di buona famiglia di Casal di Principe, sparito il 18 settembre del 1989 in circostanze misteriose e mai più ritrovato. Il convegno analizzerà l’evoluzione dello storytelling della legalità sul piccolo e grande schermo. I film e le fiction, infatti, raffiguravano spesso i criminali come persone che si godevano la vita, quasi figure “mitiche”, modelli vincenti da imitare. Oggi, invece, i difensori della legalità trionfano anche negli ascolti. Merito del lavoro di organizzazioni, come la Fondazione Polis, da sempre impegnata a mantenere viva la memoria delle vittime innocenti della violenza criminale.

Spazio giovani reporter con Désirée Klain

(24 settembre, quarto incontro)

“Spazio giovani reporter con Désirée Klain”, il 24 settembre, dalle ore 10 alle ore 13, al museo Pan concluderà la terza edizione del Festival Internazionale di  Giornalismo Civile “Imbavagliati”.

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