EMERGENZA MIGRANTI: AUSTRIA PRONTA A CHIUDERE IL BRENNERO

by Redazione
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“In caso estremo potremmo chiudere completamente il Brennero”: è tutto fuorché finita la querelle politico-internazionale sull’emergenza migranti. Le parole shock sono del ministro Hans Peter Doskozil, a capo del dicastero della Difesa austriaco, durante una riunione del suo partito a Innsbruck. Le dichiarazioni di Doskozil, che fanno eco a quelle del ministro degli Esteri Sebastian Kurz, sarebbero l’ennesima riprova della volontà di Vienna, e seguono di poche ore quelle del Presidente della Repubblica Italiano, Sergio Mattarella, che aveva dichiarato: “Le barriere sono una zavorra”. E i proclami per la barriera al Valico del Brennero continuano.

Emergenza migranti: il problema austriaco

emergenza migrantiL’Austria ha fissato, nell’immediato passato, un tetto ben preciso di richieste d’asilo in grado di gestire: 37500. Ma, solo nel primo trimestre, le domande di accoglienza pervenute sono state 17mila; lecito, quindi, pensare che la quota massima che si è data il governo di Vienna possa essere sforata nel minor tempo possibile. Nei giorni scorsi, Austria e Unione Europea sono arrivate allo scontro frontale, il seme della discordia è il muro destinato a separare Italia e Austria al Brennero. Da un lato, “l’impossibilità di far entrare tutti senza controlli” avanzata dal governo austriaco, dall’altra la ferma condanna dell’Ue che attraverso il commissario per l’Immigrazione Avramopulos ha ribadito che ciò che sta accadendo tra Italia e Austria “non è la soluzione giusta“. Molto più duro Gianni Pittella, capogruppo SDE, che senza mezza termini afferma: “Se non fosse una cosa seria saremmo al ridicolo. Un muro preventivo, per 20 o 25 immigrati”.

I 20 immigrati di cui parla Pittella non sono quelli che però preoccupano Doskozil che oggi, gettando benzina sul fuoco, ha affermato: “Se l’Italia e la Germania faranno come ci aspettiamo (una pronta a far passare sempre più migranti, l’altra a respingere sempre di più ndr) l’Austria rischierebbe di trasformarsi in una sala d’attesa e noi non possiamo permetterlo”.

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