Mercoledì 10 maggio, alle 18.30, Napoli, città in fermento culturale costante e continuo, è pronta a dare il benvenuto a MaPiLS, associazione culturale che apre il suo spazio nello storico Palazzo Serra di Cassano, in via Monte di Dio, 14.
L’opening è affidato all’artista Gaetano Orazio e alla sua exhibition “Without Borders”, in esposizione fino al 20 giugno.
“La mostra di chiama “Without Borders” perché l’arte di Gaetano Orazio è uno sconfinamento continuo – racconta Maria Pia De Chiara –. Lui attinge emozioni al mondo che lo circonda, le passa attraverso le sue energie e le mette su tela. Macchie, segni, sagome dai colori che appartengono molto a Madre Terra, ne sono una chiara espressione, senza cornice. La sua è una pittura espressionista. Gaetano ha accolto con entusiasmo l’idea di esporre a MaPiLS perché non è una galleria, ma un luogo aperto alla città. Chiunque può vedere e vivere l’arte, partecipando ai vernissage e agli eventi, o venendo a sfogliare i cataloghi nella libreria che sarà allestita nell’open space, appena si entra. Non esiste distanza. Mi piace molto l’idea che MaPiLS possa essere percepito e vissuto come un ambiente in cui davvero l’arte diventi una realtà senza confini, né barriere. “Without Borders” è proprio l’espressione di ciò che vorrei trasmettere come concept reale di questa associazione”.
L’autore: Gaetano Orazio
Riservato, introspettivo e in costante contatto con la natura e i suoi doni, poeta e pittore con la sua raccolta “Briciole per il pettirosso”, Gaetano Orazio torna a Napoli dopo 30 anni di lontananza e mette in mostra le sue creazioni per la prima volta in Campania.
Orazio non trasporta semplicemente su tela quello che vede attorno a lui. Non è un paesaggista. Si lascia affascinare dal mondo che lo circonda e intraprende un dialogo emozionale come quello che si può ammirare nella raccolta “Come il fiume”, in cui le immagini identificano i due luoghi dove l’artista vive: il suo atelier in Brianza e il torrente che scorre accanto all’Abbazia di San Pietro al Monte in Civate.
Inoltre c’è “Passeggeri della terra” che diventa una mostra nel 2011 a Villa Campus, a Parma e un catalogo in cui si legge anche una preziosa riflessione di Philippe Daverio. “Studio il caso Orazio da alcuni anni, me lo ha fatto scoprire Jean Blanchaert nella cantina seicentesca della sua galleria . Corrisponde ad una delle più interessanti mutazioni del pittore alle quali abbia potuto assistere da quando guardo gli artisti al lavoro”.
Recente è il lavoro di Gaetano Orazio, “Soggiorni contemplativi” , “titolo che si può dare ad ogni cosa che faccio – racconta Orazio – Dal dormire al mangiare, respirare, relazionarmi, dipingere, guardare. Ho scoperto che mi è stato dato un mandato (ognuno di noi ne ha) che poi è il Daimon che ci accompagna per tutta la vita (questo nelle credenze degli antichi greci). Ecco, io ho ‘Un mandato di soggiorno contemplativo’ e cerco di svolgerlo al meglio, in compagnia di sorella Poesia”.
Il 12 maggio alle 20.30, Gaetano Orazio proporrà agli ospiti di MaPiLS, “Effetti postumi”, performance artistica istantanea con la partecipazione di Moreno Pirovano, In circolo le energie che passano attraverso le mani su una persona che, all’interno di una grande busta di cellophane (2 metri di altezza per 1 metro di larghezza), sarà ricoperta da un colore creato al momento con polveri e acqua. L’artista diffonderà il colore dal basso, risalendo lungo il corpo, in un continuo fluire energetico. La densità del colore sarà tale da rimanere anche sulle pareti della busta su cui resterà impressa la sagoma della persona.