Piazza San Carlo (Torino): il panico, la strage sfiorata e la sufficienza della stampa italiana

by Redazione
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frame video torino

Oltre 1500 feriti di cui alcuni in gravi condizioni sui circa 30mila presenti in piazza per vedere al maxischermo la finale di Champions League che la Juventus ha perso per 4-1 contro il formidabile Real Madrid.

I numeri della tragedia del panico di Torino sono impressionanti, le immagini della massa che da Piazza San Carlo si sposta come un’onda pronta a travolgere ogni cosa sono negli occhi di tutti.

“Ero nei pressi della stazione – ci racconta Dafne, ragazza napoletana residente all’ombra della Mole – e ho visto centinaia di persone correre verso di me. Si urlava di un attentato. Ho ancora negli occhi quella paura”.

Nella concitazione del momento, un’altra triste pagina di informazione è stata scritta. Ed è quella relativa ai due ragazzi che in queste ore erano già sul patibolo messo in piedi da una certa stampa e additati a morte dall’universo social.

I fatti

Per un motivo ancora imprecisato (come confermato da fonti di Procura, Questura e chiunque abbia avuto modo di parlare in queste ore) improvvisamente il panico si è scatenato a Piazza San Carlo (Torino) durante la proiezione pubblica dell’attesa finale di Champions League tra la compagine cittadina della Juventus e i campioni uscenti del Real Madrid.

L’ipotesi più accreditata è che per qualche motivo da definire (forse un petardo, forse un odore acre) qualcuno abbia urlato all’attentato generando così la paura collettiva.

Il panico di Torino e la “malastampa”

Cerchiamo di ricostruire quanto accaduto. In un video, un ragazzo con lo zainetto insieme ad un altro amico, avrebbe allargato le braccia nel fuggi fuggi generale.

Basta quel frame, e la convocazione in Procura, per additare i due come gli idioti che hanno causato tutto.

La parola idioti non è casuale. Si tratta proprio dell’appellativo che il sempre moderato Libero offre dei ragazzi. Catturato lo schermo, ve lo riproponiamo integralmente.

questo idiota

Un estratto dell’articolo di Libero Quotidiano che parla dei “presunti idioti” di Torino

Il “pare proprio di si”, evidentemente, preserverebbe il quotidiano da eventuali querele. Forse.

Il probabile “evocare il kamikaze” nel seguito dell’articolo diventa innegabile certezza e non solo, si arriva addirittura alla confessione.

Il momento in cui Libero sostiene che i ragazzi avrebbero confessato l’accaduto.

Il processo di Libero quindi è concluso e la sentenza è stata emessa a mezzo stampa.

Con il popolare giornale di Feltri anche milioni di webzine copia-incolla, citando addirittura fonti interne alla Questura di Torino (chiaramente, non direttamente loro).

“Leggo” riporta la confessione.

Hanno ammesso, senza sé e senza ma.

Vi risparmiamo gli impietosi commenti alla vicenda sulle piattaforme social. Potete immaginarle. Insomma, solita gogna mediatica fomentata anche dagli organi di stampa con annessi comparti social.

L’intervista al Procuratore

Armando Spataro, Procuratore capo di Torino, è stato raggiunto dai colleghi piemontesi a margine della Festa dell’Arma dei Carabinieri che ricorre il 5 giugno. E ha dovuto immediatamente precisare che

“al momento non esistono né indagati né ipotesi di reato”.

Repubblica è tra le prime a scagionare i due ragazzi:

“Non sappiamo cosa possa essere accaduto – hanno riferito – abbiamo visto un muro di persone allargarsi improvvisamente a macchia d’olio ma non abbiamo avvertito nulla. Né un rumore né uno scoppio”. I due tifosi milanesi hanno anche raccontato di essersi fermati a soccorrere delle persone, e di aver cercato di calmare la folla. Davide, il ragazzo che nel video sembra spaventare centinaia di uomini e donne intorno a sé, quando, a torso nudo e con lo zaino in spalle, allarga le braccia in un gesto drammaticamente evocativo, si è giustificato dicendo di aver voluto tranquillizzare quelli che avevano cominciato a scappare, terrorizzati non si sa da cosa. Neppure i cameraman che quel video lo hanno girato hanno saputo riferire cosa fosse accaduto prima. Nemmeno il diffondersi di un odore acre e improvviso. Nulla di nulla.

L’ipotesi di reato: procurato allarme ché?

Mentre quindi il Procuratore Capo di Torino (non l’usciere del tribunale, il Procuratore Capo) afferma che non c’è nessuna ipotesi di reato, addirittura i giornali italiani la formulano prima dei magistrati: procurato allarme.

Una fantasia mediatica che ha portato i giuristi a farsi qualche domanda. Il Procurato Allarme (come previsto dal C.P. all’articolo 658) è da considerarsi Alle Autorità (come si legge) e non si configura con l’esplosione di un petardo o di un urlo in piazza. L’ipotesi più plausibile, laddove sussistesse quindi un reato, sarebbe quella di lesioni colpose, magari aggravate, causate da un comportamento che probabilmente però non contempla la volontà di dolo.

Volendo proprio estremizzare, ma anche questa ipotesi è da considerarsi quasi fantascientifica, c’è la strage, che si configura anche quando strage non avviene ma c’è volontà di procurarla.

Insomma, l’ipotesi di reato ventilata dalla stampa è probabilmente quella più lontana dall’essere prevedibile.

In sintesi, una pagina nera per Torino, per lo sport e anche per il giornalismo.

(si ringraziano per le delucidazioni in materia giuridica Enzo La Penna e Danilo De Luca)

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