È ancora caldo il sangue delle vittime della strage di Monaco, che la Baviera (e la Germania tutta) vive nuovi momenti di terrore: ad Ansbach, a 40 chilometri circa da Norimberga, un uomo ha fatto esplodere un ordigno nelle vicinanze di un ristorante. L’attentatore è morto, rimaste ferite invece una dozzina di persone (tre in modo grave).
(foto tratta dal video pubblicato su YouReporter)
ATTENTATO AD ANSBACH, LA RICOSTRUZIONE
Il vero luogo bersaglio dell’attentato – secondo le ricostruzioni – doveva essere un concerto che si teneva in zona. Concerto a cui l’attentatore non ha avuto accesso perché sprovvisto di biglietto. Rimasto in prossimità di uno degli ingressi dell’Ansbach Open, avrebbe innescato l’ordigno. O almeno, è questo quanto dichiara il Ministro dell’Interno bavarese Joachim Herrmann, che ha indetto nelle concitate fasi successive all’esplosione una conferenza stampa.
L’ordigno probabilmente era in uno zainetto che l’uomo portava con sé. Zainetto che secondo fonti accreditate era imbottito anche di pezzi di metallo: insomma, tutto lascia pensare che l’attentatore avesse l’obiettivo di uccidere quante più persone possibile. C’è ancora da indagare, ma il forte sospetto delle autorità bavaresi è che l’attentato abbia matrice islamica.
La dinamica sembra chiara, ma ulteriori dettagli li potrà fornire il telefono dell’attentatore ritrovato dagli uomini delle forze dell’ordine tedesche. L’apparecchio sarebbe stato utilizzato poco prima dell’attentato per effettuare una telefonata, forse a un presunto complice.
ATTENTATO AD ANSBACH, L’ATTENTATORE
A compiere il gesto è stato un uomo di 27 anni, profugo siriano a cui la domanda d’asilo è stata negata e che viveva in Germania grazie a un permesso di soggiorno provvisorio. Era nel Paese tedesco ormai da due anni. Era inoltre già noto alle forze dell’ordine: avrebbe tentato in passato per ben due volte il suicidio ed è stato ricoverato in una clinica psichiatrica. Resta ancora da accertare come il 27enne abbia agito e se alle sue spalle ci siano altri complici.