Boxe Night Florence 2018, nel segno di Madiba

by Valeria Cristiano
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Gloria Peritore cred ph. Dario D'Andrea

Oggi Nelson Mandela avrebbe 100 anni e  Firenze  ricorda Madiba, l’eroe simbolo della lotta contro il razzismo, entrato di diritto nella storia per il suo coraggio, per il suo vissuto e per ciò che ha lasciato. E lo vuole ricordare con le sue frasi, gli slogan, gli insegnamenti, quello che ci ha lasciato nei suoi messaggi sullo sport, e non si è limitato a ripeterlo, ma lo ha reso vivo quando volle i mondiali di rugby in Sud Africa e convinse bianchi e neri a tifare insieme, senza barriere, per gli Spingboks.

Se il Paese Arcobaleno è tornato nella comunità internazionale dopo il bando per l’Apartheid lo deve a Madiba, che lo sport lo ha praticato, con la boxe anche negli anni di prigionia, e amato, dal calcio al tennis.

Mandela vedeva nella boxe un profondo messaggio, lo considerava uno sport  egualitario dove razza, posizione sociale, ricchezza, colore della pelle,  a volte anche età, non hanno valore: sul ring si è soli contro l’avversario, lo si studia per sconfiggerlo senza pensare se sia nero o bianco, ricco o povero, animista o cattolico. Finito il combattimento, appena suona la campana dell’ultimo round, i pugili si abbracciano e in questo gesto c’è tutto il senso della boxe, infatti l’abbraccio è il rispetto che bisogna avere per le difficoltà della vita riconoscendo in chi ti sta davanti la tua stessa umanità.

C’è un simbolismo nella boxe e negli incontri, la solitudine di chi è al centro del tappeto, gli occhi del mondo rappresentati dal pubblico, i sentimenti nell’angolo, andare alle corde, uscire, finire al tappeto, rialzarsi, reagire per superare il momento negativo… il pugilato è la vita. La Boxe  è stupore, attesa, meraviglia, è emozione che si rinnova ogni volta.

Ecco perché – spiega l’organizzatore dell’evento Mario Loreni – la Boxe Night Florence 2018  è stata tanto attesa, con entusiasmo e curiosità, per l’evento di riferimento europeo per il settore boxe, una serata di altissimo livello, vuoi per la qualità degli sfidanti e titolari in carica che per i titoli sia italiano che europeo che sono i 2 main event della manifestazione, quello del fiorentino Fabio Turchi e del kossovaro naturalizzato italiano Vigan Mustafà, gli ultimi incontri in programma,

E in un evento stellare come quello del Mandela Forum di Firenze la boxe, come diceva Mandela, porta anche risvolti che non hanno vincitori e vinti, uno sport senza colori, senza politica, senza lacrime, perché le lacrime non hanno colore, sono uguali per tutti,  dove sono stati evidenziati dei personaggi, dei gesti, emblematici, di solidarietà, messaggi contro la violenza alle donne e la speranza per i malati di Parkinson, il movimento che incontra la scienza per rallentare le problematiche del morbo di Parkinson.

Leonard Bundu, una leggenda, la consegna del Fiorino d’Oro da parte del Sindaco Nardella al pugile sierraleonese naturalizzato italiano, soprannominato “Il fiorentino d’Africa”, diventato campione Europeo EBU dei pesi welter nel 2011.

A premiare i vincitori degli incontri una presenza emblematica, una donna,  Gloria Peritore, soprannominata “The Shadow” è stata la prima donna italiana a vincere il Bellator e a disputare il primo Titolo Mondiale di Bellator a Firenze nel 2016. Gloria è impegnata nella lotta contro la violenza sulle donne, è stata scelta dal comune di Firenze come Testimonial di “Donne in Guardia”. Ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti nel corso della sua carriera come ad esempio “Personaggio Per lo Sport” a Firenze nel 2016 e ha ricevuto il prestigioso premio Villa Vogel a Firenze per meriti sportivi. Inoltre è stata eletta “Best Fighter Of The Years FIGHT1” nel 2016.

Ma anche la sensibilità e la solidarietà degli organizzatori in accordo con la Fiom Cgil di Firenze, infatti gli organizzatori della serata hanno riservato 100 biglietti d’ingresso a lavoratrici e lavoratori fiorentini in cassa integrazione, in mobilità o che vivono situazioni di difficoltà legate a crisi aziendali. La mano del mondo dello sport tesa verso chi vive una situazione di difficoltà, un importante gesto di solidarietà.

E poi la boxe, il movimento che aiuta la scienza… uno studio recente dell’Università di Indianapolis pubblicato su Physical Therapy ha evidenziato che un allenamento di Boxe senza contatto migliora la qualità di vita di pazienti affetti dal Morbo di Parkinson anche di grado medio-grave per confermare che l’attività fisica anche di una certa intensità aiuta a rallentare la progressione della malattia.

Infatti, come ha asserito il Dr Maurizio Bertoni nella conferenza stampa in Palazzo Vecchio,  uno studio recente dell’Università di Indianapolis, pubblicato su Physical Therapy, ha evidenziato che un allenamento di Boxe di non contatto migliora la qualità di vita dei pazienti affetti dal Morbo di Parkinson anche di grado medio-grave.

Il Dr. Bertoni,  con il suo gruppo di terapisti e preparatori dove ha inserito Vigan Mustafà, il pugile professionista che fa parte dell’evento della Boxe Night Florence,  ha voluto così evidenziare come la boxe, che è uno degli sport più antichi del mondo, è anche uno dei più completi, proprio perché praticando questa disciplina si sviluppano la coordinazione dei movimenti, soprattutto tra braccia e gambe e l’armonia muscolare. E’ pertanto disciplina aerobica utile per il miglioramento di certe qualità che spesso si perdono sia per l’età che appunto in occasione di malattie neurodegenerative.

La Boxe Night Florence 2018, un evento, nel nome di Nelson Mandela, per cambiare il ritmo del respiro e il colore di ogni pensiero e per ricordare meglio di quanto la bellezza dello sport sia possibile e la solidarietà sia praticabile.

(foto di Dario D’Andrea)

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