Robotica, isteroscopia, laparoscopia, tavole rotonde, esercitazioni pratiche per gli studenti e gli specializzandi. Successo di pubblico per l’ “8° Meeting Annuale SICMIG” svoltosi al Centro Congressi Federico II di via Partenope a Napoli.
Una tre giorni che grazie anche al supporto dell’equipe del DAI materno infantile dell’Università Federico II di Napoli, diretto dal professor De Placido, ha posto l’accento sulla crescita della scuola di ginecologia napoletana attualmente tra le prime in Italia.
Ad inaugurare il congresso il professore Attilio di Spiezio Sardo, presidente del Meeting assieme a Massimo Luerti segretario della Sicmig.
“Veramente un grande successo, circa 300 iscritti, una quantità di medici che hanno affollato le nostre aule – sottolinea il professor Attilio Di Spiezio Sardo– per essere informati sulle principali tecniche mini invasive, che non sono più un’opzione ma una necessità in sala operatoria ma anche sulle tecniche isteroscopiche, robotiche e laparoscopiche. Tutte queste innovazioni rappresentano il valore aggiunto che noi medici e chirurghi possiamo offrire alle nostre pazienti”.
“L’isteroscopia chirurgica ambulatoriale è uno dei nostri punti di forza –spiega Massimo Luerti-. La Sicmig ha sempre puntato nei suoi congressi su interventi in diretta proprio per far comprendere a pieno quali siano i cambiamenti che di anno in anno si possono avere nel nostro settore. Abbiamo poi illustrato in questa tre giorni nove tecniche di chirurgia isteroscopica mini invasiva senza dolore che è una delle caratteristiche di queste tecniche. Abbiamo fatto comprendere che si può operare anche senza dilatazione, senza uso di strumenti inutili che possono creare danni al collo dell’utero specie a quelle donne che desiderano avere un figlio”.
Nel corso del congresso è stato anche dedicato spazio alla robotica con l’illustrazione al pubblico della nuova piattaforma “daVinci research kit” presente all’Università Federico II al II Policlinico uno dei 4 laboratori pilota italiani (30 in tutto il mondo). “Il macchinario- spiega Bruno Siciliano di Icaros- di ultima generazione è in grado di funzionare sia in modo “clinico” e cioè esattamente come il robot nella sala operatoria dell’ospedale, che in modo “ricerca”. Grazie ad alcuni dispositivi elettronici e algoritmi di controllo sviluppati negli Stati Uniti questo robot si presenta ai ricercatori come un sistema completamente aperto e permette loro di avere una percezione tattile in sala operatoria. Con una visione Hd in 3D riesce a dare al chirurgo grazie ad un’interfaccia aptica la possibilità di usare la macchina proprio come se fossero le proprie mani”.