Un’indagine sui costi per il conseguimento della patente città per città, per stabilire se all’interno delle singole aree cittadine vi siano eventuali irregolarità che rischiano di inquinare il mercato. È quello che auspica la Confarca (la Confederazione delle autoscuole e degli studi di consulenza) a conclusione del workshop di settore che si è tenuto nel weekend scorso all’Hotel Parma Congressi.
A far puntare la lente d’ingrandimento dell’associazione di categoria sulla probabilità di un divario sospetto sui listini prezzi proposti dalle scuole guida, è stata l’ultima inchiesta della rivista Quattroruote, secondo cui una patente a Milano costerebbe molto di più rispetto ad altre città.
Secondo gli esperti contabili della Confederazione, la disparità dei costi dal Nord al Sud è giustificata dalle differenti spese che gli imprenditori sono costretti ad affrontare nelle diverse realtà cittadine, anche distanti pochi chilometri le une dalle altre: basti considerare che a Milano e nel suo hinterland, ad esempio, gli affitti variano notevolmente rispetto alle altre province della Lombardia. Senza dimenticare poi le ore trascorse nel traffico per le guide e le imposte locali.
“Ecco spiegate le differenze dei prezzi da una parte all’altra del Paese e nelle varie regioni – afferma il vicepresidente della Confarca, Sergio Cozza – L’attenzione andrebbe rivolta invece su quelle difformità riscontrate negli stessi ambiti cittadini, come se nella città di Torino ci fossero delle autoscuole in grado di offrire un corso completo per la patente ad un prezzo nettamente inferiore rispetto alle altre”. “Il problema non risiede nell’imprenditore che cerca di guadagnare affrontando costi di mercato – spiega Cozza – ma nei suoi colleghi che riescono chissà come ad offrire corsi per patenti, durante tutto l’anno, ad un prezzo decisamente inferiore e, quindi, potenzialmente sospetto”. La Confarca dunque invita i clienti ad avere gli occhi ben aperti su quegli annunci estremamente competitivi ed allettanti.