“DONNE, ANDIAMO A LAVORARE”, IL CONVEGNO SOROPTIMIST

by Comunicato Stampa
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Guidano aerei, partecipano ai blitz in Polizia, si impegnano nella ricerca medica… insomma, negli ultimi 70 anni le donne hanno raggiunto traguardi impensabili. A partire da quel 2 giugno del ’46 – giorno in cui, per la prima volta, furono ammesse al voto, l’ascesa femminile ai vertici della società italiana è stata inarrestabile.

Per celebrare il loro ingegno e la capacità di superare ogni limite, il club Napoli Soroptimist, nell’ambito delle iniziative del “Marzo Donna” ideato dal Comune, ha dato vita all’open meeting “Donne, andiamo a lavorare”; ospitato nella sala convegni della Banca Fideuram, l’idea fondante era quella di rendere protagoniste le giovani che, ancora oggi, seguono percorsi di studio o di lavoro considerati di solito appannaggio maschile. “Abbiamo scelto di dedicare le nostre riflessioni a questo argomento perché le donne possono fare scelte alternative, con successo”  – ha dichiarato Marisa Del Vecchio, presidente di Soroptimist – “Anche a proposito della differenza salariale, di cui tanto si parla nell’ultimo periodo, siamo fiduciose che presto sarà colmata con un ulteriore passo avanti nazionale”.

Davanti ad una sala gremita di delegati del mondo istituzionale, associazioni di categoria e studenti (su tutti, gli allievi dell’Istituto Tecnico Mario Pagano) hanno, quindi, preso la parola le rappresentanti delle Forze Armate che hanno raccontato la loro carriera e le aspirazioni personali: “Sono stata la prima donna in caserma a Casoria e all’inizio ho dovuto combattere contro mille pregiudizi” – ha spiegato il maresciallo capo dei Carabinieri, Daniela Di Vecchi –. “Oggi, dopo 12 anni, posso dire di aver formato una buona squadra e sono convinta che, rispetto ad alcuni temi quali la violenza o l’abuso sui minori, siamo indispensabili perché abbiamo una sensibilità diversa rispetto ai colleghi uomini. Vita privata? Mi piacerebbe averne una, è ciò che mi manca al momento, ma conciliare la vita militare con la famiglia, non lo nego, è difficile”.

Il tavolo dei relatori (credit: Massimo Canfora)

L’evento è stato moderato dal giornalista e scrittore Ermanno Corsi che, dopo un excursus storico sulle conquiste femminili, ha evidenziato la necessità di portare un’ attenzione maggiore sull’argomento: “La democrazia, la libertà, quelli che sono i diritti fondamentali si addicono molto alle donne, ma soprattutto il progresso tecnico-scientifico, che ha trasformato il lavoro muscolare in lavoro che ha bisogno di intelletto e responsabilità, impone alle donne di partecipare ancora di più”.

Per lanciare un forte messaggio a favore delle donne e contro le condotte omertose, in conclusione è stato proiettato lo spot sociale “NoEvil” del regista partenopeo Marcello Cocchi: un’assoluta novità nel panorama filmico, poiché si tratta del primo esempio di comunicazione cinematografica basata sui cicli induttivi del noto psichiatra e psicoterapeuta americano Milton Erickson (con i quali Cocchi si aggiudicò anche un premio per aver innovato con l’utilizzo dell’ipnosi la comunicazione audiovisiva). Sullo schermo, un unico piano sequenza lento e ripetitivo, le immagini trascinano lo spettatore in uno stato di maggiore consapevolezza. “Mi piace ricordare donne che possano imprimersi nella memoria e nella consapevolezza delle più giovani: penso ad Anna Frank, Wangari Maathai, Artemisia Gentileschi, Indira Gadhi, Evita Perón e tante altre” – ha detto – “Ho fatto un sogno: ho sognato la nostra città e, perché no, l’Italia guidata da sole donne e non  solo in campo politico ma anche donne ai vertici del potere di ogni genere. Probabilmente sarebbe un mondo più giusto, perché la donna porta con sé la vita, è un contenitore di meraviglia, è musa di poesia: la Natura, infatti, le ha concesso il dono della “femminilità” e della “maternità”, di cui noi tutti beneficiano ed a cui tutti noi dovremmo essere grati anche per il solo fatto che in questo mondo ne abbiamo così disperatamente bisogno. Grazie alla loro esistenza noi ci arricchiamo. Grazie alla loro presenza, riscaldandoci da dentro, siamo motivati a migliorarci. La donna è migliore dell’uomo, già per il semplice fatto di poter essere chiamata mamma”.

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