“Siamo rimasti un po’ sorpresi da alcune foto, che ci sono state recapitare, su come vengono stipate le salme affidate ai servizi funebri comunali napoletani e questo ci ha spinto a indagare un po’”. Lo dichiara Luca Lanzetta, il presidente del Movimento Libero e Autonomo delle Scuole di Formazione Autofinanziate (in seno a Confimprenditori), commentando le foto che mostrano casse funebri in legno stipate alla meno peggio e contrassegnate a penna sul cofano o con bigliettini scritti a mano e appoggiati maldestramente sulle bare. “Il tutto – spiega Lanzetta – assolutamente contro ogni regolamento del comparto”.
FUNERALI COMUNE DI NAPOLI, QUALI COLPE?
Lanzetta prosegue: “Ebbene, ci risulterebbe che il Comune di Napoli, in barba a qualsiasi standard professionale, abbia chiesto una deroga alla Regione Campania sulla formazione professionale dei suoi addetti ai servizi funebri. Una follia. Come del resto ormai da tempo imposto dal legislatore, per effettuare qualsiasi servizio cimiteriale è necessario avere delle competenze che siano attestate mediante qualifica professionale. Il tutto, giustamente, per evitare di vedere scene come quelle che sono ritratte in foto. Ci sono giuste regole che vanno rispettate, ed è arrogante credere che il Comune di Napoli in quanto tale possa bypassare ogni forma di legalità nel comparto – un comparto che da anni cerca di affrancarsi e che chiede regole ferree proprio per arginare chi del racket del caro estinto ci ha fatto business criminale”.
“Vogliamo sorvolare – chiosa Lanzetta – sulla qualità del servizio, anche se ci chiediamo se gli assegnatari del servizio durante le varie gare abbiano garantito questa tipologia di funerali. Però ci preme avere risposte su chi effettua questo servizio: chi sono gli impiegati comunali addetti al trasporto funebre, al seppellimento, da dove arrivano e che qualifica e competenza possiedono. Noi, nel vedere le condizioni in cui sono le bare, nutriamo seri dubbi. Speriamo di essere smentiti dal Comune di Napoli nel minor tempo possibile, altrimenti porremo la stessa domanda alle autorità competenti a vigilare”.