L’hanno ribattezzata la “BANDA DELLA TARTINA“. Sarebbe una cricca di “sedicenti” giornalisti che adorano imbucarsi alle conferenze stampa per usufruire dei ricchi buffet.
Inquadrati, segnalati, insomma sgominati attraverso una mail che in queste ore rimbalza di casella in casella negli ambienti della stampa e dell’organizzazione eventi milanese. Con tanto di puntigliose descrizioni e commenti sul modus operandi.
La banda della Tartina
Diciamoci la verità, ci si sorbisce matrimoni, conferenze, gran galà e l’unico momento in cui si smette di chiedersi in mente “perché ho scelto di esserci’” è all’apertura del buffet.
Questa storia sembra diversa, però, perché, rispetto alla mistificazione che c’è dietro per realizzarla, sembra ben poca cosa il premio.
Anche se la faccenda indubbiamente fa sorridere.
L’ambientazione della “soffiata” o dell’“oggettiva delazione” è nel circuito degli uffici stampa milanesi, in cui – come riportato da Il Fatto Quotidiano – si sarebbe diffusa un’email con i nomi del “solito gruppo di parassiti, scrocconi, egoisti, menefreghisti, miserabili mangiatori” o dei presunti tali, secondo chi, evidentemente, non ce la faceva più a guardare fare “carne da macello” (scasate la metafora troppo “azzeccata”) dei buffet organizzati in prestigiosi e importantissimi eventi.
La banda della tartina sarebbe formata “da decine di cani sciolti che, tramite scambio di notizie e informazioni tra loro, legge gli eventi sul web o sui giornali e si intrufola nelle situazioni più disparate spacciandosi per giornalisti e freelance”.
E il target degli accusati sarebbe chiaro: persone rigorosamente dai 40 anni ai 70 anni nient’affatto squattrinate ovvero professionisti, dipendenti statali e docenti che “si imbucano agli eventi presentando falsi biglietti da visita e falsi tesserini” e che non avrebbero mai scritto una riga su nessuno evento a cui hanno presenziato, anche perché questi “refrattari al rispetto del lavoro altrui” – che “se ne fregano altamente del tempo e delle risorse impiegate” nell’organizzare le iniziative – avrebbero solo finto collaborazioni con vari siti, riviste o per entrare indisturbati e poter razziare il cibo gratuitamente offerto nell’ambito delle manifestazioni.
La missiva, inoltre, concludeva con un suggerimento volto non solo a escludere questi scomodi scrocconi organizzati ma anche a preservare gli eventi prestando “molta attenzione alla gente che entra a presentazione ormai già iniziata o in procinto di concludersi” affinché sia “tutelata l’immagine e la credibilità del brand che rappresentate e per salvaguardare il vostro e l’altrui lavoro”.
Sinceramente, sia la delazione quanto il fatto accaduto ci danno probabilmente il polso della società in evidente decadenza, ma soprattutto ci fa ricordare i bei tempi, quando ci si imbucava alle feste o alle cerimonie o agli eventi per “rimorchiare”.
In definitiva, al confronto con il caso della banda della tartina, John e Jeremy del famoso film commedia “2 Single a nozze” fanno quasi tenerezza e bisogna riconoscere che il loro movente era indubbiamente migliore:
“Imbucandoci ai festeggiamenti incontreremo milioni di donne così eccitate dal matrimonio dal gettare al vento qualsiasi inibizione”.