Tornano gli autobus a Napoli. Dopo giorni di letterale passione per i pendolari e i dipendenti, il servizio di trasporto pubblico su gomma a Napoli torna lentamente alla normalità. Merito dell’accordo raggiunto ieri a Palazzo San Giacomo tra i vertici dell’Anm (Azienda Napoletana Mobilità), l’amministrazione comunale partenopea (Comune che ne detiene la proprietà) e i rappresentanti sindacali (fatta eccezione per Cgil e Usb).
Lentamente, ma non del tutto. Cgil e Usb difatti non sono convinti dell’intesa raggiunta nella giornata di ieri. Il deposito di Cavalleggeri d’Aosta è stato bloccato dai lavoratori in protesta. Le linee che servono Fuorigrotta, Chiaia, Posillipo e Vomero ne hanno pesantemente risentito.
Insomma, benché attraverso i suoi canali social l’Anm proclamava la regolare ripresa del servizio, garantita dalla stessa Azienda al termine della riunione di ieri, anche oggi è stata una giornata di passione, seppur in misura ridotta rispetto agli ultimi giorni di fuoco. Anche se secondo alcune stime solo 130 mezzi sono scesi in strada.
Gli assessori Calabrese e Panini, della giunta de Magistris, hanno affermato in una nota congiunta:
“Inaccettabile che continuino i disagi per i cittadini napoletani per quanto riguarda il trasporto pubblico. Inaccettabile perché il Comune di Napoli salva l’azienda dal baratro del fallimento e ne salva la sua dimensione completamente pubblica. Inaccettabile perché i lavoratori hanno tutte le garanzie del caso sul versante salariale e sul versante occupazionale. Questo a Napoli, mentre decine sono le aziende fallite in altre città e decine di migliaia i lavoratori che ricevono lo stipendio con ritardi anche importanti. I cittadini napoletani sono stati tenuti ostaggio per giorni ed ora, seppure in misura minore, c’è chi pensa di tenerli ancora in ostaggio ricorrendo a pericolosi éscamotage. Sul versante generale consideriamo questa azione scriteriata, senza ragione alcuna, da respingere totalmente, senza alcun tentennamento e senza alcun silenzio. Invitiamo l’azienda ad intervenire immediatamente sui responsabili attivando senza indugio alcuno tutte le procedure previste dal contratto collettivo di lavoro. Nessuno può pensare di bloccare la mobilità dei cittadini napoletani, per nessuna ragione”.
Nella giornata di ieri il Comune, in pratica, si è assicurato di preservare i livelli occupazionali, migliorare le condizioni del servizio (quindi, presumibilmente, a partire dalla condizione della flotta che è stato uno dei motivi indicati dai dipendenti dell’azienda di trasporti quando gli autobus sono rimasti fermi ai depositi) e a garantire l’erogazione del premio di produzione ai lavoratori.
L’azienda ANM conferma che procederà all’erogazione del premio di risultato a tutto il personale secondo gli accordi attualmente in vigore.
Barbara Tafuri su Identità Insorgenti
Il premio di produzione – infatti – sarebbe stato a rischio soppressione nel piano di rientro di un’azienda che non gode per nulla di buona salute. Il Piano di risanamento e di rilancio dell’azienda ANM 2017-2019 sarà discusso nelle prossime ore nelle sale di via Verdi e Palazzo San Giacomo. L’obiettivo è colmare la voragine stimata intorno ai 30 milioni di euro di buco che caratterizza l’attuale stato di salute dell’Anm, che oltre al trasporto su gomma (autobus e tram) gestisce la Linea 1 della Metropolitana (il metrò dell’Arte per intenderci) e le strisce blu dei parcheggi.
Per i cittadini, si prevede una stangata in quello che qualche mese fa veniva definito da alcuni esperti un piano lacrime e sangue. I biglietti aumenteranno ulteriormente fino a un rincaro di 20 centesimi entro il 2019, previsti aumenti anche sulla sosta auto. Questo nella speranza di veder migliorare il servizio (criticatissimo da chi ne usufruisce) e la condizione dei mezzi di trasporto.