Per parlare dell’Archivio Carbone bisogna prima presentare Riccardo Carbone. Nato a fine ‘800, è stato uno dei maggiori esponenti della fotografia napoletana dello scorso secolo; collaboratore de Il Mattino dall’epoca di Scarfoglio, è stato tra i primissimi fotografi a essere accreditato come giornalista.
L’Archivio Carbone raccoglie questa eredità: 500mila negativi che raccontano Napoli, la Campania e anche un po’ d’Italia. Un patrimonio che il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali ha ufficialmente sancito “bene di particolare interesse storico e culturale”.
L’associazione Riccardo Carbone, e tantissimi fotografi e cittadini napoletani che hanno preso a cuore la causa, hanno salvato questo tesoro da morte certa. L’obiettivo di rendere immortali quelle testimonianze passa per la digitalizzazione delle stesse: dopo un anno, i promotori sono riusciti a salvare l’Archivio Carbone e a mettere online già 5000 foto.
E, dopo un anno, “c’è bisogno di nuovo di aiuto – afferma Giovanni Nicois, una delle colonne portanti dell’associazione – perché ci sono ancora almeno 18mila servizi fotografici, ed ogni servizio contiene un numero variabile di fotografie, quindi un patrimonio difficile da quantificare”.
Ma i numeri non sono il metro di giudizio del valore di questo lascito. Che è incommensurabile, e tocca il cuore del popolo napoletano ma punta a diffondersi a tutto il mondo tramite il portale www.archiviofotograficocarbone.it la cui creazione è stata donata dalla gioielleria Vitagliano al Vomero che proprio in questi giorni si è trasformata in una galleria d’arte in cui sono esposte alcune delle fotografie salvate grazie alla raccolta fondi dell’anno scorso, oltre a un piccolo catalogo stampato acquistabile, il cui ricavato verrà devoluto alla causa.
Sul portale è anche possibile adottare un servizio fotografico tra quelli che ancora devono essere digitalizzati, perché le immagini diventino tramite di emozioni, risvegliate e ricollegate ad antichi ricordi. Ma anche affinché queste antiche emozioni così intime riportate alla vita possano giungere anche in luoghi lontani.
Per sostenere la campagna è possibile dare il proprio contributo su: Buonacausa.org.