“ALBERI DAI MURI”, IL ROCK DEGLI HYDRONIKA

by Comunicato Stampa
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HIDRONYKA

Un poker rock schierato sul tavolo del mercato discografico che sceglie come singolo lancio di un nuovo disco un pezzo importante della storia “pirata” controversa e rivoluzionaria. Gli Hidronyka sono Mario Fava (chitarra), Umberto Lume (voce), Filippo De Luca (basso) e Vincenzo Provvido (batteria) e il 21 ottobre, alle 21, presenteranno il loro lavoro, “Alberi dai muri”, al Goodfellas di Bacoli, occasione in cui sarà possibile acquistare il disco (come negli altri live in calendario), disponibile in dowload su tutte le piattaforme digitali. Singolo lancio dell’album, “Radio Caroline”.

“Hydronika porta avanti da tempo la riflessione sulle possibilità di diffusione indipendente della musica – racconta il chitarrista, Mario Fava – La band nasce nel 2004 e debutta nel 2006 con l’album omonimo, ma la tappa importante per noi è quella del 2009, quando curiamo la release di “Attraverso”, il nostro primo lavoro in free download, scelta in equilibrio sopra la allora tendenza globale a ridisegnare le possibilità di fruizione musicale, tra internet e la pirateria, la necessità di tutelare il diritto d’autore e le chance dei canali underground. Oggi torniamo con “Alberi dai muri”, sintesi del nostro percorso musicale e di coscienza artistica, un disco sofferto in cui si investe per il futuro, e soprattutto con “Radio Caroline”, che chiude il cerchio della contrapposizione tra business e rivoluzione nel rock”.

Sono otto le tracce che definiscono il concept musicale di “Alberi dai muri”, dalle quali emerge il primo singolo, che lo storico speaker di Radio Caroline, Steve Anthony, ha già passato nella sua trasmissione pomeridiana, definendolo “un eccellente pezzo di musica e un sorprendente omaggio”. Il brano è introdotto da un clip, curato nela regia di Mauro De Rosa, ci racconta di un bambino (Nicolò, figlio del chitarrista della band, Mario Fava) che gioca a pallone in un rione napoletano, mentre una radio trasmette da un seminterrato abbandonato la voce di uno speaker perfetto accento brit e la dizione precisa di un altro tempo. Il montaggio al fulmicotone alterna le immagini del bimbo che cerca il vecchio apparecchio per trasmissioni Larsen a quelle della band che esegue live le sonorità, omaggio preciso e nel contempo originale al metal più classico, le saturazioni calde e i fraseggi ampi e imprevedibili degli Iron Maiden ma pure la macchina perfetta dei Dream Theatre. Come con una lampada d’aladino che funziona alla rovescia, il piccolo si troverà alla fine catapultato nella dimensione tramessa dal piccolo monitor dell’apparecchio, al cospetto di una vecchia regia radio, con tanto di piatto per i vinili ed un vecchio microfono a sospensione.

RADIO CAROLINE

Prendete un impresario musicale irlandese, Ronan O’Rahilly, che già agli inizi degli anni Sessanta intuisce la pervasività della nascente industria musicale e delle major, che decidono chi bisogna ascoltare e chi no. Prendete un vecchio traghetto, la Fredericia, e la consulenza tecnica dei pirati olandesi e scandinavi. Prendete un porto irlandese, Greenore, di proprietà del papà dell’impresario, lo scafo ormeggiato a largo, in acque internazionali, con dentro una radio corsara che trasmette offshore. Infine, prendete questo bizzarro aneddoto e collocatelo nel 1964: è l’anno di nascita di Radio Caroline, emittente-simbolo dell’ascolto indipendente e pietra miliare della storia del rock.

LA TRACKLIST

  1. LA CADUTA
  2. CONTRO TEMPO
  3. CAMPIONE
  4. ESSENZA
  5. RADIO CAROLINE
  6. TI SENTO
  7. SPARITO
  8. OCCHI CHIUSI

LE DATE

OTTOBRE:

VENERDI’ 21, GOOD FELLAS (BACOLI)

VENERDI’ 28, REMAKE (PIEDIMONTE MATESE)

NOVEMBRE:

VENERDI’ 4, CAFE RETRO (PIETRAMELARA)

GIOVEDI’ 10, LUCIGNOLO (ISCHIA)

VENERDI’ 11, 10HP (MARIGLIANO)

VENERDI’ 18, SPAZIO VITA (VICO EQUENSE)

VENERDI’ 25, SANTOPIETRO (TORRE DEL GRECO)

DICEMBRE:

VENERDI’ 2, DRAGONFLY (AVELLINO)

VENERDI’ 16, BUKO’ (BENEVENTO)

MARTEDI’ 27, GOOD FELLAS (NAPOLI)

HYDRONIKA, LA LINE UP

Umberto Lume, Voce:

Avevo 5 anni ed un giorno, di ritorno dalle vacanze vidi una tastiera nel salotto di casa mia, e mi sembrava enorme. Mio padre la comprò per passare strimpellarci un po’ durante l’estate. Mi fece sedere sulle sue gambe e provai a suonare. Da quel momento è nato il mio amore per la musica, con mio padre nel ruolo di fautore e primo fan. Oltre al pianoforte è nel canto che ho sempre trovato la mia forma di espressione più naturale, studiando con ottimi insegnanti, tra i quali Carlo Lomanto. Ho fatto esperienze un po’ in numerosi generi musicali: dal rock al pop, passando per il soul ed il blues. Negli Hydronika apporto tutto il mio bagaglio di esperienze live come frontman, tastierista e comunicatore, oltre ad una vena pop che sembra fondersi bene con le varie caratteristiche degli altri componenti della band. Ogni traguardo che raggiungerò sarà dedicato a mio padre.

 Filippo De Luca, Basso:

Le mie radici musicali affondano nel periodo a cavallo tra le scuole medie e le superiori, giorni in cui il professore di educazione musicale mi seleziona contro la mia volontà come protagonista canoro in una recita scolastica di fine anno. Dopo qualche momento di esitazione acconsento al ruolo affidatomi e libero tutta l’energia vocale che non sapevo di possedere.  Nel 1997 inizio a suonare la chitarra, fino al 2000 quando gli “Audience”, che erano alla ricerca di un bassista, mi propongono di entrare a far parte del gruppo, ben consci del fatto che io suonassi la chitarra e non avessi mai poggiato una mano su di un basso elettrico. Dal 2000 in poi sono tanti i gruppi di cui ho fatto parte, impegnandomi sia in cover band che progetti inediti, affrontando vari generi, dal Rock al Blues passando per il Prog, il Funky e la Dance. La mia preparazione e i miei studi li ho compiuti esclusivamente da autodidatta, anche se non ho mai abbandonato l’idea di studiare musica. Negli hYdroniKa sono entrato nel 2011, un amico mi disse che la band cercava un nuovo bassista, così mi presentai per un provino e da allora stiamo lavorando assiduamente per portare avanti il nostro progetto musicale.

Mario Fava, Chitarra:

Mi sono innamorato della chitarra e dell’idea di imparare a suonarla alla fine delle scuole elementari, dopo aver scoperto il film “Ritorno al Futuro” e dopo pochi giorni l’album “Born in The USA” di Bruce Springsteen. Anche prima di allora ascoltavo tantissima musica consumando i 33 giri di mia sorella (Edoardo Bennato, Beatles, Doors, Pino Daniele) ma da quel momento in poi imparare a suonare divenne il mio desiderio primario, così i miei genitori dopo aver recuperato una chitarra classica riuscirono anche a trovare un maestro di musica. Da quel  momento in poi non mi sono mai più fermato, con l’adolescenza sono arrivate le prime band fino poi a formare gli hYdroniKa nel 2004, il progetto con il quale ho fatto le più importanti esperienze sul palco, in studio di registrazione, nel nome di una composizione sempre libera che ha nel rock la sua matrice dominante.

Vincenzo Provvido, Batteria

Ho iniziato a suonare la batteria all’età di cinque anni, imparando tantissimo grazie al maestro Gennaro Barba (drummer degli Osanna), per poi approdare all’età di quattordici anni al conservatorio di San Pietro a Maiella, conseguendo nel 2012 la laurea in Jazz e musica moderna. Nel 2008 sono entrato negli hYdroniKa, alternando concerti dal vivo con il lavoro sui brani che sarebbero poi confluiti nel disco del 2009,”ATTRAVERSO”, album nel quale ho cercato di far confluire tutte le mie influenze ed idee musicali.

Con gli hYdroniKa ho sempre avuto la libertà espressiva che volevo, e i premi ricevuti come miglior batterista ad alcuni festival ai quali abbiamo partecipato, rappresentano per me una immensa soddisfazione. Con “ALBERI DAI MURI” il mio lavoro di ricerca e sperimentazione continua, e senza dubbio le numerose esperienze di questi anni (tour con Bobby Solo, Ramona Badescu, Paolo D’Alessio, Dolcevita Orchestra) hanno ulteriormente arricchito il mio linguaggio musicale.

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