Forse avete notato anche voi che la navigazione su Internet e in particolar modo su Facebook sta diventando più pulita e meno inquinata dalle fake news. Vuoi perché le grandi testate hanno – in più occasioni – iniziato online un’opera di moralizzazione, vuoi perché i siti anti-bufala si sono moltiplicati e stanno ottenendo autorevolezza. Ma sarebbe sbagliato pensare che gli attori in gioco nel frattempo stiano con le mani in mano.
Piccoli, grandi accorgimenti si susseguono soprattutto in casa Facebook e in casa Google: modifiche agli algoritmi, nuovi sistemi di check e così via.
In quest’ottica si inquadra una modifica che può sembrare banale ma non lo è, e riguarda proprio il colosso di Palo Alto: da ora, infatti, non sarà più possibile modificare le preview dei link che si andrà a condividere sul popolare social network.
Lo annuncia Facebook stessa sul suo blog.
Facebook, fake news e l’esperienza utente
Non confondiamo questo dispendio di forze, energie e idee con mecenatismo: Facebook, così come Google, ha tutto l’interesse nel rendere l’esperienza utente il più positiva possibile, quindi evitando facili tranelli e situazioni di conflitto punta a rendere piacevole al navigante – e destinatario delle inserzioni pubblicitarie – la sua permanenza sul social network.
In che modo questa scelta combatte le fake news?
L’idea alla base di questo “divieto” è semplice: modificare la preview (anteprima) del link che si andava a postare in titolo, catenaccio e foto permetteva in pratica di indirizzare su articoli e pagine web esterne che ben poco avevano a che vedere con il contenuto promesso.
Più che alla fake news, la botta forte la subisce l’odiosa pratica del click-baiting: era semplicissimo per un quotidiano scrivere un canonico articolo con titoli esplicativi e poi rimandare allo stesso, dal social network per antonomasia, variando lo stesso titolo e la meta descrizione facendola diventare allusiva, altisonante, forviante.
L’effetto ottenuto – e che da ora non si potrà più ottenere (salvo nuove modifiche) – è quello che si ottiene quando si clicca su un post link del tipo
- “SCANDALO A NAPOLI, ECCO CHI è COINVOLTO”
e si arriva a una pagina con un titolo
- “RUBANO CARAMELLE AL SUPERMARKET DI GRUMO NEVANO, ARRESTATI PIPPO E TOPOLINO”.
Quindi, le modifiche devono partire a monte. Se vuoi il titolo acchiappa-click, deve essere in primis nel contenuto sul sito. E il sito deve “andare d’accordo” con Facebook.
… e i social media manager sbuffano!
A essere penalizzati da questa “agilità” ridotta sono chi i social media li usano per lavorare: i gestori di pagine, i social media manager e i social media specialist che di fatto si vedono tolto uno strumento importante che permetteva di agire sul post direttamente dal social.