“Uno steward non è un buttafuori, o meglio non è un addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi. Se si è reso necessario un corso di formazione specifico un motivo ci sarà: non si può mettere sullo stesso piano uno steward che ha il compito di verificare sugli stadi eventuali comportamenti scorretti e segnalarli all’autorità competente e un professionista formato in gestione delle crisi, delle situazioni d’emergenza, in grado di intercettare l’eventuale rischio tra la folla e intervenire laddove sia nelle sue possibilità e competenze”. Lo afferma Luca Lanzetta, presidente del Movimento Libero e Autonomo degli enti formativi, dopo la segnalazione di Giacomo Amerini di EDP Formazione.
“Invece – continua Lanzetta – quella di avvalersi di altri professionisti e non degli addetti alla sicurezza è una consuetudine purtroppo consolidata. Una prassi praticamente che coinvolge tantissimi Comuni grandi e piccoli della nostra Campania. Abbiamo registrato questo sbagliato modo di operare già in tante città e in occasione di tantissime feste patronali, religiose e laiche. Non ultima, quella di San Gennaro tenuta a Napoli. E quando sono steward è già un passo in avanti: più di una volta in questo tipo di celebrazioni abbiamo visto improvvisati addetti alla sicurezza che venivano dalle misericordie, dalle associazioni di volontariato e via di lì”.
“Dopo i fatti di Torino – spiegano – e la ressa scoppiata in piazza durante la proiezione della finale di Champions League che vedeva protagonista la Juventus, più volte il Dipartimento della Pubblica Sicurezza facente capo al Ministero dell’Interno ha ribadito – nel sottolineare l’importanza delle due figure, la sostanziale differenza di competenze. Non ultima, la circolare (vedi allegato) inoltrata pochi giorni fa alle Prefetture su tutto il territorio nazionale”.
“Vengono chiamati ancora buttafuori – spiega Lanzetta – o addirittura bodyguard (che in Italia non è nemmeno consentito per legge), ma i nostri addetti alla sicurezza nei luoghi pubblici sono professionisti non improvvisati, e la meticolosità dei corsi tenuti dai nostri associati ne è dimostrazione. Non basta essere un ‘gorilla’, così come siamo abituati a pensare vedendo gli omoni fuori ai centri commerciali o ai grandi maxistore di abbigliamento. C’è bisogno di competenze specifiche che oggi può fornire una scuola di formazione professionale. Gestire una situazione di crisi in un luogo pubblico richiede non solo prontezza di riflessi e capacità fisiche, ma anche psicologiche. Non solo nervi freddi ma saper leggere la situazione e sapere perfettamente come intervenire in caso di emergenza”.
“Per questo – conclude Lanzetta – chiediamo a chi di dovere di verificare che nei giorni scorsi non sia stata fatta ‘confusione’ tra steward e addetti alla sicurezza nelle ultime manifestazioni pubbliche e di vigilare in futuro sul corretto impiego di questi professionisti. Ne va dello stato di professionisti dei nostri allievi e, soprattutto, della sicurezza dei cittadini”.