Una “migrazione al contrario”: così la chiama Sveva D’Antonio che ha trovato lavoro nel profondo sud, anziché seguire la rotta tradizionale che porta verso il nord. Dopo aver conseguito la laurea in Storia dell’Arte al Suor Orsola Benincasa di Napoli, ha deciso di continuare a seguire i propri sogni lavorando per una galleria d’arte di Modica, in Sicilia. “Una forte scelta politica – la definisce la giovane (28 anni) candidata di Potere al Popolo alle prossime elezioni – perché ho deciso di restare al sud. Anche l’arte è politica, poiché trasmette dei messaggi: la maggior parte degli artisti che esponiamo, infatti, è anche attivista, nella vita di ogni giorno fa ciò che predica”.
Ed è la Sicilia che guarda all’Africa e che guarda all’Oriente a ospitare queste mostre che, racconta Sveva, “accomunano tutti i popoli”. L’arte, quindi, diventa conoscenza e – successivamente – “lotta” come quella che ha animato gli attivisti siciliani contro la base americana MUOS di Niscemi.
Sveva D’Antonio è uno dei volti più giovani che guardano alle prossime Politiche di marzo. Giovane, donna, meridionale: la sua condizione abbraccia tre dei temi che dovrebbero animare questa campagna elettorale. “Potere al Popolo – spiega – ha visto una grande partecipazione dei giovani, ci sono gruppi che sono composti esclusivamente da under 25. Un dato importante visto che la lontananza dei giovani dalla politica è stato uno dei problemi endemici degli ultimi anni, mai veramente affrontato”.
L’inesperienza che diventa incompetenza. Che poi, è il leit-motiv degli attacchi che vengono dal Pd di Matteo Renzi e dalla coalizione di centrodestra guidata da Silvio Berlusconi alla corazzata pentastellata capitanata da Luigi Di Maio. Perché, invece, inesperti non dovrebbero essere i giovanissimi che si affacciano ora alla politica dopo l’attivismo?
“Tutte le candidature sono venute dal basso – del resto ricorda la stessa D’Antonio – a differenza di realtà come Liberi e Uguali che cala le sue candidature dall’alto di vecchie glorie“. Ma… “Potere al Popolo è legato alla storia, con un programma di ispirazione marxista, che rivendica una serie di conquiste del ‘900 che noi oggi rimettiamo al centro”.
“L’incompetenza? Non c’è una scuola per diventare politici. Ma noi ci stiamo dando da fare, confrontandoci tecnici e gli specialisti, i ricercatori, chiunque abbia una competenza da mettere a disposizione del Paese per stendere il nostro programma”.
Cos’è prioritario quindi per una giovane di sinistra che viene dal sud, in questo momento? “Il cambiamento”, chiude Sveva. “Partiamo dalle basi ad esempio: in Sicilia dove la priorità è mettere in circolo la cultura, partendo dal connettere i punti – pochi e chiari – per valorizzare ciò che già abbiamo”.