In un’epoca storica in cui i colpi di fulmine si sprecano, restare fulminati da Nunzia Marciano non è certo complesso. Bella, vivace, intelligente e gran professionista (è volto storico del TG di Canale 8), farebbe girare la testa a chiunque.
Ma nella stessa epoca storica, tenere testa a una donna così fiera e decisa, femminile e tosta non è certo impresa da tutti. Eserciti di maschietti ammogliati, fidanzati, smartphonemuniti e sessuoinstabili non ci hanno fatto proprio una bella figura. Difficile tener fede a sé stesse quando l’universo sentimentale inizia a mescolare il logico con l’illogico, e in un mondo in cui l’assurdo è la regola e “i bicipiti si buttano e i neuroni vanno cari, scegliere di stare da sole non è solitudine, è coraggio“.
Ne è convinta la giornalista, che ha scelto questa affermazione per il sottotitolo della sua opera prima da scrittrice: “Single per legittima difesa” (edizioni Alessandro Polidoro). Cominciato come un gioco, con dei post sui suoi (seguitissimi) profili social, il libro verrà presentato il 30 settembre 2016 alle ore 18:00 al Circolo Canottieri di Napoli. Con l’autrice ci saranno l’assessore alle Pari Opportunità del Comune di Napoli Daniela Villani, l’attore Lucio Pierri, lo psicoterapeuta Rino Ventriga e l’editore Alessandro Polidoro. Modera il giornalista Giovanni Chianelli mentre l’intrattenimento musicale è affidato ai Letti Sfatti.
A TU PER TU CON NUNZIA MARCIANO
Chi vi scrive è legato a Nunzia Marciano da anni di amicizia e di televisione e ne ha potuto apprezzare (e al contempo odiare) la pignoleria e la professionalità. Così come è legato a lunghe, lunghissime discussioni su Facebook che i suoi post avevano sempre la capacità di generare. Ancorati su due posizioni che fanno molto “Uomini contro donne”. La verità, probabilmente, è sempre nel mezzo.
Nunzia Marciano, davvero… perché?
“Perché me l’hanno chiesto (ride). Altrimenti non mi sarei mai e poi mai permessa! Tutti scrivono libri di questi tempi, anche chi non sarebbe capace di scrivere correttamente la lista della spesa. Poi, diciamocela tutta, non è che possiamo disboscare l’Amazzonia e sacrificare alberi per un libro sui maschi…”.
Cominciamo…
“… i miei follower hanno apprezzato i miei post ironici su goffi tentativi d’approccio, situazioni paradossali che mi sono capitate con improbabili spasimanti, storie che analizzate con un minimo di lucidità non possono che lasciarti spiazzata e interdetta. Ci ho riso su con loro, e loro mi hanno invitato a scriverci un libro. Poi, ho incontrato Alessandro Polidoro che ha reso possibile tutto ciò”.
Dimmi almeno che non hai messo su una sorta di Sex and The City in salsa napoletana…
“No, non è l’ennesimo film ‘Maschi contro femmine’. Il mio vuole essere un libro che indaga in maniera ironica quello che capita a tutte le donne. Tutte. Cioè, quasi tutte… nel senso che se a qualcuna non è capitato ben venga, sono contenta per lei. Ma non le credo”.
Tipo?
“Tipo l’uomo che ti chiede indossare abiti da infermiera sexy e poi fa cilecca. Addossandoti le responsabilità di avergli messo ansia”.
Ma dai, davvero?
“Ci tengo a sottolineare che quello che scrivo è tutto reale. Tutte cose che mi sono realmente accadute. Come quella dell’uomo che ha iniziato a provarci spudoratamente con me e quando io gli ho fatto notare che era fidanzato da 5 anni è riuscito a rispondere ‘Tanto è lei che ama me‘”.
Agghiacciante.
“Ma reale. Tranne la questione dell’infermiera sexy che è una battuta il resto è tutta verità. Il libro è volutamente ironico. Anche perché se non l’avessi presa a ridere, ‘nsomm… Però spunti di riflessione ci sono. Questo libro mi ha permesso di indagare il rapporto tra uomo e donna ai tempi di Whatsapp, ai tempi degli uomini sposati che fingono di non avere una compagna accanto. Alcuni capitoli affrontano il tema con maggiore serietà…”
Prima che continui, Nunzia, raccontami come è finita con quel tizio fidanzato da 5 anni…
“Beh, è uno degli esempi di riflessione di cui ti parlavo. Tanto è lei che ama me è un amore dove a punti lei da 99 e tu 1. Novantanove dovrebbero essere i punti di sutura in tal caso sulla tua fronte”.
… ok, torniamo alla serietà.
“Come questa, ci sono tante storie, tanti segnali che aiutano a indagare il perché dei comportamenti di taluni uomini. Niente class-action delle categorie di rappresentanza maschile, eh. Si ironizza per la maggior parte del libro. Ma racconti come quelli che ho appena citato devono obbligatoriamente portarti a una riflessione. Dal paradosso si può sfociare al disagio in pochissimo tempo. Un tradimento ferisce ancora. Un uomo che non sa gestire l’amore di una compagna è un uomo pericoloso. Un uomo che con lo smartphone in mano è un leone e senza un agnello ha dei problemi”.
E le donne?
“E le donne, già. C’è spazio anche per loro nel mio libro. Le donne hanno confuso la femminilità col femminismo. Reclamare gli stessi diritti e le stesse opportunità non vuol dire che uomini e donne siano uguali. Accettiamo la nostra diversità, perché l’omologazione intesa come eccesso di femminismo porta le donne a voler essere uomini e gli uomini a non essere più uomini”.
La cronaca di questi giorni, da questo punto di vista, ci ha imposto una serie di riflessioni sulla distanza che separa ancora uomo e donna su temi come la sessualità che, a giudicare dal completo da infermiera, tratti tranquillamente in questo libro…
“Si, ma ho parlato di sesso per 5 pagine senza utilizzare la parola ‘sesso’. Non esiste una difficoltà degli uomini ad affrontare la sessualità delle donne, piuttosto esiste una paura che si insinua nel momento in cui le donne vogliono in maniera grottesca fare la parte dell’uomo. Donne che parlano della propria sessualità come uomini ubriachi al bar non hanno conquistato niente, anzi perdono eleganza e femminilità. Bisogna fare un passo indietro, stiamo sfociando in una deriva volgare”.
Mettiamo che dopo questa mezza ammissione di responsabilità mi sia invaghito anche io di Nunzia Marciano. Ti invito a cena o aspetto prima di leggere il libro per qualche suggerimento?
“Più che al libro, io ti suggerirei di parlare con chi ti ha preceduto. Invitarmi a cena è una responsabilità: mangio come una camionista e c’è qualcuno che sta ancora pagando cambiali…”.