L’INFERNO DI DANTE AL MUSEO DEL SOTTOSUOLO

by Danilo De Luca
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Museo del sottosuolo

Alle spalle della metropolitana di piazza Cavour, precisamente al civico 140, una curiosa insegna segnala la presenza di un museo assai particolare: il museo del sottosuolo.

Il museo del sottosuolo

Da questo locale si accede, infatti, ad un’enorme cavità sotterranea che si estende per circa 3mila metri quadrati a quasi 25 metri di profondità, che ha, come le tante che si snodano nel ventre di Napoli, soddisfatto egregiamente, nei millenni, molti scopi: cimitero, acquedotto, pozzo e cava dalla quale attingere materiale per l’edilizia. In ultimo, è stata anche rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale, come ben testimoniano ancora le numerose scritte disseminate sulle pareti: disegni, poesie, appunti, motti e motteggi ancora campeggiano sui muri, rievocando il tempo in cui una comunità eterogenea si ritrovava unita in quei cunicoli angusti dalla speranza di sopravvivere alla violenza di una guerra tremenda e logorante.

Museo del sottosuolo

Foto di Livenet News Network

Museo del sottosuolo

Foto di Livenet News Network

La promozione del sito, ora affidata alla direzione di Luca Cuttitta, si deve alla felice intuizione e allo zelo dello speleologo Clemente Esposito, che si industriò affinché venisse aperto al pubblico. Ogni weekend, il compito di narrare ai visitatori i più reconditi misteri di quei luoghi è affidato ad una figura ben nota ai napoletani: il monaciello, spirito inquieto, talvolta benevolo, spesso dispettoso.

L’Inferno di Dante

In calce alla dicitura Museo del sottosuolo, andrebbero aggiunti i seguenti versi:

per me si va nella città dolente, per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente: […] lasciate ogni speranza, voi ch’entrate.

Questa è la spaventosa frase che, nel complesso disegno escatologico tracciato da Dante nella Divina Commedia, è impressa sulla porta dell’inferno, a predire al dannato appena giunto la tremenda pena che avrebbe scontato per l’eternità.

Dal 26 settembre 2015, infatti, il Museo del sottosuolo ospita lo spettacolo L’inferno di Dante, allestito dalla Tappeto Volante Srl. In circa un’ora di spettacolo, che si svolge in tre sale diverse, Dante e Virgilio incontreranno alcuni dei demoni e dei dannati protagonisti della Commedia. L’Inferno di Dante è recitato in terzine, selezionate tra quelle più conosciute, intervallate dalla mediazione chiarificatrice di Virgilio, che ragguaglia il visitatore sulla storia, affinché alcun elemento vada perduto: per questo motivo, lo spettacolo è adatto anche a chi non conosce bene l’opera. Di un certo impatto la scenografia, che può contare, a dispetto di quello che ci si può aspettare dal luogo, ben 23 attori per esibizione (la compagnia, al completo, è composta da 36 attori).

Lo spettacolo, in scena dal ’96, deve il proprio successo alla capacità della compagnia di amplificare nello spettatore le complesse emozioni che naturalmente scaturiscono dalla lettura del testo dantesco. Complici i profili lugubri dei luoghi prescelti (in passato, ad esempio, le grotte di Pertosa e di Castelcivita), il disegno luci e gli sfondi sonori adottati, la compagnia ricrea l’asfissiante cappa di dolore e orrore in cui è immerso Dante durante la sua intera permanenza all’inferno.

Museo del sottosuolo

Caronte dagli occhi di bragia.
Foto di Livenet News Network

L’orrore, però, non è da confondersi con l’horror. Sebbene il testo dantesco contenga scene raccapriccianti, degne di soddisfare i più macabri gusti splatter (nel canto XXVIII, ad esempio, premette che non sarebbero bastati tutti i morti delle guerre di Roma ad eguagliare l’orrore che avrebbe di lì a poco narrato), l’orrore suscitato dallo spettacolo è provocato solo dalla puntuale vivisezione della depravazione umana, che trova nella Commedia la più precisa rappresentazione mai fatta, motivo per il quale è tra le opere letterarie più lette e citate al mondo.

Come suggerisce il celebre motto latino per aspera ad astra, lungo il quale si dipana il motivo della Divina Commedia, la redenzione passa attraverso un tortuoso percorso di catarsi: dopo l’Inferno di Dante, tocca quindi affrontare l’inferno degli uomini, passato in rassegna con una veloce carrellata di fotografie di tragedie contemporanee: campi di concentramento, guerre, rastrellamenti, soprusi.

Lo spettacolo si rivolge anche ai bambini dai dieci anni in su. Il luogo non può essere raggiunto da chi abbia difficoltà di deambulazione.
Museo del sottosuolo

Informazioni e recapiti

Per informazioni sugli orari e i prezzi, è possibile consultare il sito della Tappeto Volante all’indirizzo http://www.tappetovolante.org/Museonapoli/prenota.php.

Si ringrazia l’ufficio stampa della Tappeto Volante per le foto dello spettacolo

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