Legami e complessità, passioni e politica: l’amore impossibile di Hannah Arendt e Martin Heidegger in scena al Mercadante

by Redazione
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La figura di Hannah Arendt è probabilmente una delle più intense e importanti legate alla Shoah dello scorso secolo. Attenta osservatrice delle dinamiche sociali e politiche della sua epoca, prima in Germania e poi in Francia dove si prodigò per aiutare gli ebrei, la Arendt è fuggita in America quando il regime nazista in Germania iniziò la sua persecuzione razziale.

In questo percorso, comprensivo di matrimoni, resta un legame difficile ma forte con il suo maestro Martin Heidegger nato quando la Arendt era una studentessa appena 18enne mentre Heidegger era un brillante professore di filosofio sposato e molto più grande di lei, che la accompagnerà in un circolo emotivo per tutta la vita.

La storia di questo amore impossibile, minato dalle simpatie politiche dello stesso Heidegger, è al centro di “La banalità dell’amore“, che parafrasa nel titolo “La banalità del male”, il testo forse più celebre della Arendt. “La banalità dell’amore” è in scena in questi giorni al teatro Mercadante di Napoli in anteprima nazionale. Il volume di Savyon Liebrecht è riletto con straordinaria maestria da Piero Maccarinelli, per una prima (il 28 febbraio) che ha entusiasmato una platea certo provata dal freddo glaciale di questi giorni, ma che non è voluta mancare allo spettacolo.

Anita Bartolucci, Claudio Di Palma, Giacinto Palmarini, Federica Sandrini portano in scena un “circolo amoroso” che evidenzia in un tempo indefinito come vite e passioni si scardinano, su un piano reale e uno emotivo. Ad aprire le due porte il chiavistello è uno studente di filosofia dell’università di Gerusalemme che chiede alla Arendt un’intervista per motivi didattici, ma che in realtà è il figlio di Mendelsohn, suo compagno di studi innamorato di lei ma mai ricambiato, che vuole scoprire una parte della vita di suo padre (morto) a lui oscura.

Uno spettacolo introspettivo che fornisce numerosi spunti di riflessione sui rapporti umani, inquadrato in un’epoca storica lontana ma ancora attualissimo.

Lo spettacolo sarà replicato fino all’11 marzo, i dettagli in Livenet Eventi.

Per chi volesse approfondire i temi collegati a quelli portati in scena, nell’ambito delle rappresentazioni del testo, venerdì 2 marzo alle 18.00, per gli incontri tematici a cura di Gianni Garrera, si terrà nel foyer del Mercadante l’incontro dal titolo Poetiche del razzismo: l’estetica dello sterminio.

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