Recentemente la giunta della Regione Campania ha approvato il nuovo piano per il regolamento energetico regionale. L’attuale decreto vieta ulteriori autorizzazioni di impianti eolici in Campania, mettendo fine ad anni di speculazione sui territori campani.
In particolare in quelle aree del Beneventano e dell’Irpinia che, per anni immobili davanti al business delle fonti energetiche rinnovabili, hanno visto sorgere vere e proprie foreste industriali coniate con il termine “effetto Selva” invadendo i crinali delle montagne e deturpando le bellezze dei promontori campani.
Ma nonostante il nuovo piano varato negli ultimi mesi del 2016, gli impianti in fase di realizzazione precedenti al decreto continuano ad essere oggetto di forti contestazioni, fra ricorsi al Tar ed al Consiglio di Stato da parte di molte comunità, contrarie all’insediamento di “parchi eolici”.
Eolico in Campania, il caso di Circello
E’ il caso di un piccolo centro rurale del beneventano. Circello, centro dell’entroterra Sannita, ha avviato assieme ad altre comunità locali che lambiscono i confini della regione con il Molise una battaglia a colpi di carte bollate, per provare a fermare l’ennesima aggressione ad un territorio già in passato sporcato da decine di pale eoliche.
La forte opposizione da parte dei comitati del comune di Circello nasce da un decreto dirigenziale della regione Campania datato 2012, che autorizza la società Cogein srl a realizzare 16 aerogeneratori, per una potenza di 48 mw, in località Piana Barone.
Un atto regionale per i comitati scaduto in quanto nel decreto, secondo il D.P.R. del 2001, i lavori “devono avere inizio entro un anno a decorrere dalla data di autorizzazione ed essere ultimati entro tre anni, pena la decadenza“.
Dunque l’avvio per la realizzazione delle pale eoliche sarebbe dovuta avvenire entro e non oltre il 2013.
Invece, la costruzione degli aerogeneratori è partita soltanto nel giugno 2016, come spiegano, e, quindi, 4 anni dopo.
Inoltre i comitati per la “difesa del territorio” chiedono alle Istituzioni di preservare il Regio Tratturo della Pescasseroli-Candela nel tratto ricadente nel comune beneventano. Un bene archeologico tutelato dalla Soprintendenza, ma danneggiato dai lavori in corso. Un colpo inferto alla storia di questi paesi, insorgono, ma che la stessa Regione Campania, nonostante i vincoli – dichiara – ha concesso “alla ditta Cogein, destinataria dei lavori, per permettere l’attraversamento di un cavidotto interrato ad una profondità di metri 0,50 per carenza di di percorsi alternativi”.
Il video reportage di Giampiero de Luca per Livenet.