DUE GIORNI DEDICATI AD ANNIBALE RUCCELLO

by Comunicato Stampa
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Ad omaggiare i trent’anni dalla scomparsa di Annibale Ruccello (Castellammare di Stabia, 7 febbraio 1956 – Roma, 12 settembre 1986), lo Stabia Teatro Festival 2016 propone una rassegna di spettacoli, conferenze e presentazioni di libri, che si terrà tra Castellammare e Napoli, dal 5 novembre al 1 dicembre, con la Terza Edizione del Premio Annibale Ruccello.All’interno della rassegna, il Convegno di Studi dedicato al Teatro “Da Camera” di Annibale Ruccello:

Napoli, 7 novembre 2016, Università degli Studi di Napoli Federico II, Edificio Centrale, aula Pessina.

Castellammare di Stabia, 8 novembre 2016, Liceo Classico Plinio Senore, Aula Magna “F. Di Capua”, Via Nocera 87.

Il teatro da camera di Annibale Ruccello

Il teatro “da camera” di Annibale Ruccello” è il titolo del convegno che il 7 e l’8 novembre il Dipartimento di Studi Umanistici e il Master in Drammaturgia e Cinematografia dell’Università Federico II dedicheranno al geniale drammaturgo di Castellammare di Stabia, stroncato a soli trent’anni da un incidente automobilistico il 12 settembre del 1986.

L’iniziativa è frutto di una felice sinergia con il Comune di Castellammare di Stabia, lo Stabia Teatro Festival – Premio «Annibale Ruccello», e il Liceo classico «Plinio Seniore» di cui Ruccello fu giovane alunno. Due intense giornate di studi, il 7 novembre a Napoli, l’8 a Castellammare, legate al progetto scientifico che l’Università Federico II è impegnata a realizzare per promuovere la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio artistico di un singolare talento teatrale che, contaminando e scardinando generi differenti, ha rielaborato il concetto stesso di drammaturgia e di scrittura scenica, dando voce alle angosce sotterranee di un’epoca e alle trasformazioni culturali che ne hanno scompaginato identità e valori collettivi.

I lavori congressuali si apriranno lunedì alle 11,00 nell’Aula Pessina dell’Edificio Centrale dell’Università con il saluto del Rettore dell’Ateneo federiciano, Gaetano Manfredi, del Prorettore Arturo de Vivo, del Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici, Edoardo Massimilla, e del musicista Carlo de Nonno, rappresentante della famiglia Ruccello-de Nonno e impegnato da tempo nella cura dell’eredità artistico-culturale dell’autore.

Sarà poi Pasquale Sabbatino, Coordinatore del Master in Drammaturgia e Cinematografia e chairman del convegno a illustrare, in sede introduttiva, il progetto scientifico che la Federico II sta costruendo intorno alla figura di Annibale Ruccello. Un progetto alimentato dall’interesse e dalla passione con cui la pattuglia di studiosi coordinata da Sabbatino guarda da anni all’opera del drammaturgo, a partire dal primo convegno universitario Annibale Ruccello e il teatro nel Secondo Novecento, promosso nel 2006, che varò l’inizio della sistematizzazione degli studi ruccelliani.

La silhouette di artista e compagno di lavoro sulle tavole del palcoscenico rivivrà invece nel ricordo di Isa Danieli, madrina del convegno, e testimone di una breve ma intensa tranche de vie dell’artista. È stata l’attrice a portarne al successo il capolavoro, quel Ferdinando che valse al suo autore il Premio IDI nel 1985 e in cui la Danieli ha saputo trasmettere per oltre vent’anni l’esprit vitalistico e appassionato della protagonista, la baronessa filoborbonica Clotilde Lucanigro, iniziando così un’intera generazione di giovani al teatro ruccelliano.

La giornata di studi proseguirà nel corso della mattinata con i contributi critici di Matteo Palumbo, dello stesso de Nonno, autore delle musiche originali degli spettacoli di Ruccello, di Giuseppina Scognamiglio. Nel pomeriggio, a partire dalle 14.30 sarà la Sala Convegni di Via Giulio Cesare Cortese, 29 ad ospitare la seconda sessione del congresso con gli interventi di Pier Mario Vescovo, Giulio Baffi, Manlio Santanelli, Patricia Bianchi e Giovanni Maddaloni, Giulia Tellini.

A Castellammare di Stabia, nell’Aula Magna «F. Di Capua» del Liceo classico «Plinio Seniore», i lavori della terza sessione saranno aperti alle ore 10,00 dal saluto della preside del liceo, Fortunella Santaniello, del sindaco Antonio Pannullo, dell’Assessore alla Cultura Carla Di Maio, della Presidente dell’Associazione «Achille Basile. Le Ali della Lettura», Maria Carmen Matarazzo, del direttore artistico dello Stabia Teatro Festival, Luca Nasuto. Nell’evocativa cornice del Liceo Classico stabiese saranno esposti alcuni documenti relativi a Ruccello emersi dall’archivio scolastico, e si potranno ammirare i manifesti originali dei suoi spettacoli creati da Nicola D’Ammora, sempre in sintonia con le atmosfere e il gioco teatrale degli allestimenti ruccelliani.

Dalle 10.30 si susseguiranno gli interventi di Lello Guida, Gennaro Carillo, Massimo Andrei, Luciana Libero, Enrico Lamanna, fino al pomeriggio quando la quarta sessione, a partire dalle ore 15,00 vedrà le relazioni di Monica Citarella e Pierluigi Fiorenza e il videocontributo dell’attrice Margherita Di Rauso, interprete dell’allestimento di Week-End per la regia di Luca De Bei.

Nel trentennale della scomparsa del giovane autore, il doppio appuntamento convegnistico diventerà l’occasione per aggiungere nuovi tasselli all’esegesi di un teatro popolato di eroine, còlte in un delirio che svela le tragiche contraddizioni di un quotidiano minimale, un quotidiano “da camera” appunto, agìto in spazi scenici ristretti nei quali a dilatarsi è solo la follia e il mondo onirico dei personaggi.

«Annibale Ruccello trovò una via del tutto originale nel teatro degli anni Ottanta» – dichiara Matteo Palumbo, studioso che ha seguito il teatro ruccelliano sin dalle prime esperienze e ha potuto osservare dall’interno genesi e meccanismi di funzionamento di molti dei suoi spettacoli – «A differenza delle avanguardie più radicali, egli inventò una sua maniera di essere antico e moderno insieme. Utilizzò i mezzi che da sempre sono costitutivi della drammaturgia: i dialoghi, i colpi di scena, i personaggi. Tuttavia, si servì di questi elementi per mettere in scena la coscienza inquieta e tormentata di creature in cerca di una felicità smarrita. La stanza in cui si svolgono i suoi testi non è solo un luogo fisico. Diventa, piuttosto, lo spazio in cui paure, sogni, desideri entrano in scena e l’anima dei personaggi si mette a nudo».

A partire dalla pista esegetica del teatro “da camera”, il convegno si snoderà attraverso diverse aree di indagine che includono la disamina degli aspetti dominanti di opere quali Ferdinando, Notturno di donna con ospiti, Le cinque rose di Jennifer, Mamma (Scognamiglio, Tellini, Carillo, Fiorenza), l’individuazione di alcune costanti di scrittura variamente declinate (“I percorsi notturni” esaminati da Baffi, la fiaba analizzata da Andrei), la presenza delle musiche come sottotesto (de Nonno), l’analisi linguistica (Bianchi, Maddaloni), l’inquadramento storico-teatrale (Vescovo, Libero), la ricezione e rielaborazione in chiave registica di suoi testi (Santanelli). Ampio spazio sarà dedicato inoltre al rapporto di Ruccello con il linguaggio cinematografico e all’influenza esercitata da registi e pellicole sulla sua opera. In particolare sarà illuminata la contiguità della scrittura ruccelliana rispetto al modello pasoliniano, attraverso l’analisi della figura dell’angelo da Teorema di Pasolini al Ferdinando, ad opera di Matteo Palumbo, nella controluce del cosiddetto ‘cinema di poesia’ di Pasolini, che esercita le sue suggestioni anche nella realizzazione di un allestimento teatrale cui Ruccello stava lavorando prima della scomparsa. Si tratta de Le stanze della memoria, di cui è rimasto un frammento inedito che sarà analizzato da Monica Citarella. La ricostruzione delle ascendenze cinematografiche del teatro di Ruccello, attestate sul versante del thriller e contigue alla sua passione per il romanzo noir, vedrà anche il contributo di Enrico Lamanna, amico del drammaturgo, e regista del fortunato allestimento di Notturno di donna con ospiti interpretato da Giuliana De Sio.

Come si vede, plurimi sono gli apporti che confluiscono nel teatro ruccelliano, tra l’altro sempre sostenuto da una capacità di lettura della storia e della realtà filtrata dallo sguardo lucido dell’antropologo. Né si può prescindere dalla dimensione culturale, sociale e politica della provincia degli anni ’70, in cui Ruccello vive e si forma, e che con i suoi sussulti e le sue contraddizioni diventa una sorta di piccolo osservatorio di fenomeni culturali più vasti e complessi. A questa radice, in cui il dato biografico si mescola indissolubilmente con quello artistico e intellettuale, sarà dedicato l’intervento di Lello Guida, uno dei fondatori della Cooperativa Il Carro e protagonista con Ruccello della scrittura a quattro mani de L’Osteria del melograno, Ipata, L’Ereditiera.

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