Al costo di 70 euro all’anno – cifra assimilabile a quella mensile per gli abbonamenti “legali” a Sky e Mediaset Premium – si poteva accedere a un’offerta televisiva di canali e partite in streaming ineguagliabile.
Partite in streaming, i numeri di Match Off 3.0
Il giro d’affari messo in piedi dall’uomo sembrerebbe davvero impressionante. Le Fiamme Gialle hanno sequestrato 76mila euro – di cui 18mila in contanti – oltre a 17 carte Postepay, 235 decoder, 104 smart card e 43 computer.
Sono state inoltre trovate decine di fotocopie di documenti di persone – totalmente all’oscuro di tutto – che hanno subito furto d’identità, verosimilmente per trovarsi intestatarie di contratti alla pay-tv.
Agli uomini che avevano “promosso” e diffuso questo sistema pirata (in totale 4 i denunciati) è stata contestata la violazione dell’art.171-ter della Legge 633/41, che prevede la reclusione fino a 4 anni e la multa di € 15.000.
La guerra allo streaming pirata della Guardia di Finanza
Quella di oggi è solo l’ultima operazione, in ordine di tempo, messa in campo dai Finanzieri per cercare di arginare il fenomeno dello streaming web di programmi televisivi a pagamento. In particolare, quello dell’IPTV attualmente in crescendo. Un modo di usufruire di contenuti altrimenti a pagamento molto diffuso soprattutto per la trasmissione delle partite in streaming, non solo partite di calcio in streaming ma anche eventi sportivi sul web. Oltre che per accedere a una vasta offerta di film in streaming e programmi televisivi come serie TV.
I militari ricordano, in una nota, che:
“La violazione del diritto d’autore danneggia il mercato, sottraendo opportunità e lavoro alle imprese che rispettano le regole, il cui equilibrio, anche in campo economico, è condizione fondamentale per attrarre gli investimenti e rilanciare lo sviluppo e la crescita”.