Al Teatro Bellini di Napoli, situato a Via Conte di Ruvo, andrà in scena, da venerdì 7 a domenica 16 dicembre, lo spettacolo Cous Cous Klan, diretto da Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi.
Cous Cous Klan, la recensione
Facendo il verso ai telefilm americani, Cous Cous Klan si apre con un riassunto delle puntate precedenti: in un non ben precisato passato di un futuro non meglio definito, la società si è disgregata al punto tale che recinzioni invalicabili separano le città dei ricchi dagli accampamenti dei disperati. I non abbienti si vedono costretti ad ogni stratagemma e ad ogni compromesso per accaparrarsi un po’ delle risorse essenziali, prima tra tutte l’acqua, oramai privatizzate e vendute a caro prezzo.
Per questo motivo, nelle due squallide roulotte sulle quali si apre il sipario vive una eterogenea comunità di emarginati. In una delle due abitano tre fratelli (Caio, Olga e Achille), nell’altra un immigrato clandestino, Mezzaluna. A questi si aggiungerà Aldo, pubblicitario fallito, esiliato dalla buona società a seguito del rovinoso declino economico in cui è scivolato.
Accanto alle ristrettezze economiche e alle grandi privazioni che ne conseguono, o forse, per meglio dire, a causa di queste, la vita nel campo è esacerbata da violenze, ricatti, diffidenza reciproca e odio tra le minoranze (rappresentante da Achille, handicappato e omosessuale, e Mezzaluna, musulmano).
Gabriele Di Luca disegna personaggi assai articolati, che svettano ben al di sopra dell’ottusa ferinità alla quale le difficoltà materiali della sopravvivenza quotidiana vorrebbero inchiodarli. Cous Cous Klan è, infatti, un’opera complessa. Divertente, scorrevole, appassionante, ma complessa. In essa trovano trattazione tematiche di difficile approccio: l’impunità garantita dal sistema a taluni anche per le azioni più scabrose, l’impotenza degli ultimi di fronte ai soprusi, la violenza, a catena, dei forti sui deboli e dei deboli sui più deboli.
Ciascun personaggio è anche autore di riflessioni più intime, ma altrettanto universali, come, ad esempio, l’aspirazione ad un lavoro dignitoso come mezzo di emancipazione, che accomuna Aldo, stroncato anche economicamente da una separazione dolorosa, e Mezzaluna, al quale il padrone ha sottratto i documenti per perpetuarne il vincolo servile; e la forza propulsiva dell’amore, che ha un intenso effetto rigeneratore su Olga, Achille e persino sul cinico Caio.
L’opera è tragica, ma si ride per l’intera durata dello spettacolo. Si ride per Olga, convintissima femminista che riserva solamente a Mezzaluna, dal quale pretende un figlio, la sua parte migliore, cioè l’orbita cava dalla quale un’infezione ha strappato via l’occhio. Si ride per lo stesso Mezzaluna, che soffre per la disapprovazione del padre, che avrebbe voluto intraprendesse la carriera del terrorista. Non sono da meno Caio, ex prete che, in sogno, rappresenta plasticamente, nella forma di una scoreggia del Signore, i tiri mancini che la vita gli riserva, e il fratello Achille, personaggio che rinviene la sua forza comica in una ferocia infantile e innocua (ti violento, ti faccio cagare manghi è la minaccia che sovente rivolge ai suoi interlocutori). Al personaggio di Aldo, invece, va riconosciuta la capacità di suscitare (allo stesso tempo!) tanta pena quanto riso: è una bravissima persona, ma tutto gli va male perché non è in grado riconoscere la propria mediocrità, prova ne è la tremenda pubblicità che egli proporrà al proprio capo, che saprà si convincere quest’ultimo, ma solo dell’opportunità di licenziarlo .
I protagonisti, sempre in conflitto tra loro, scopriranno la forza del gruppo grazie alla leadership di Nina, la misteriosa donna venuta da chissà dove, che guiderà il Cous Cous Klan (il diritto d’autore spetta ad Aldo) in una spedizione finalizzata ad assestare un duro colpo al sistema. Ma il bene trionferà?
Cous Cous Klan, il cast
Cous Cous Klan è uno spettacolo della Carrozzeria Orfeo (www.carrozzeriaorfeo.it)
Gli interpreti sono Angela Ciaburri (Nina), Alessandro Federico (Aldo), Pier Luigi Pasino (Mezzaluna), Beatrice Schiros (Olga), Massimiliano Setti (Caio), Aleph Viola (Achille). La voce fuori campo è di Andrea di Casa.
Le musiche sono di Massimiliano Setti. Le scene sono firmate da Maria Spazzi, assistita da Aurelio Colombo, mentre le foto di scena sono di Laila Pozzo. Le luci e la direzione tecnica sono state affidate a Giovanni Berti, l’allestimento, invece a Nicolò Ghio. I costumi portano la firma di Erika Carretta. Cous Cous Klan è una coproduzione cui hanno partecipato il Teatro del’Elfo, il Teatro dell’Eliseo e Marche Teatro, in collaborazione con la Fondazione Teatro della Toscana e la Corte Ospitale- residenza artistiche.
Informazioni
Nei giorni feriali lo spettacolo andrà in scena alle ore 21:00, sabato 8 dicembre alle ore 17:30, mercoledì 12 dicembre ore 17:30 e 21:00, infine domenica alle ore 18:00. Lunedì, invece, la compagnia si riposerà.