Francesco Paolantoni in O Tello o…io/ debutto al Teatro De Filippo di Arzano

by Comunicato Stampa
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“O TELLO O…IO”

Scritto e diretto da Francesco Paolantoni

con

Stefano Sarcinelli- Arduino Speranza-Raffaele Esposito –

Viola Forestiero – Felicia del Prete

 

Dopo i rocamboleschi travestimenti a “Tale e quale show”, le incursioni a “Che tempo che fa” e le acrobazie di “Stasera tutto è possibile”, Francesco Paolantoni torna a teatro con uno spettacolo tutto da ridere su… Amleto!

 

“O Tello o…io” è il nuovo spettacolo di Francesco Paolantoni che debutta al Teatro Eduardo De Filippo di Arzano (Napoli) via Verdi 25, dall’1 al 3 marzo 2023. In scena anche Stefano Sarcinelli, Arduino Speranza, Raffaele Esposito, Viola Forestiero, Felicia del Prete.

Lo spettacolo è prodotto da Idue srl di Maurizio Marino e Stefano Sarcinelli, aiuto regia Nicola Miletti, scene Mauro Paradiso, costumi Anna Zuccarini, musiche Antonio Annona, foto di scena Anna Camerlingo.

La tournée dello spettacolo prevede 33 date tra Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Abruzzo e Lazio.

 

“Una serata filo…drammatica è uno spettacolo che con una scrittura ispirata alla commedia dell’arte, dal ritmo veloce, e con il meccanismo del “teatro nel teatro” racconta le disavventure di una compagnia amatoriale (tutti sempre rigorosamente in scena) che nel primo atto è intenta a fare le prove di uno spettacolo che debutterà l’indomani sera. Il testo scelto dal regista, (sicuro che le compagnie amatoriali, non dovendo subire i tagli alla cultura e allo spettacolo sono l’unica risorsa per portare avanti il teatro) un po’ per allontanarsi dal classico repertorio eduardiano delle compagnie amatoriali un po’ perché vuole affrontare il tema della gelosia, sentimento che solitamente tende a rovinare i rapporti è: Otello. Il primo atto si sviluppa tra il tentativo di provare lo spettacolo, le deliranti discussioni interpersonali tra i vari attori, le dissertazioni psicologiche sui rapporti e la disperazione per la notizia che l’attore che avrebbe dovuto interpretare proprio il protagonista non verrà più, l’unica soluzione è che il regista stesso dovrà interpretare Otello senza però conoscerne la parte. Nel secondo atto, col palcoscenico diviso in due, da una parte lo spettacolo in corso e dall’altro i camerini, si assisterà simultaneamente e contemporaneamente sia alla impietosa messa in scena di Otello (con un inevitabile finale diverso che mai avrebbe immaginato Shakespeare) che agli strambi eventi degli attori affrontati nei camerini. Il finale oltre a essere imprevedibile non è un vero finale, perché…”.

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